Teo
Era da moltissimo tempo che volevo un cane. Quando stavo in
appartamento per tutta una serie di motivi non mi fu possibile
prendermene uno. Ma appena mi traseferii sulla mia attuale dimora (una
casetta singola con qualche metro di giardino) decisi che era arrivato
il grande momento: iniziare la mia avventura con il migliore amico
dell'uomo.
Me ne andai così in un canile, e tra decine di sguardi interessati che
mi chiedevano "prendi me?" con non poche esitazioni scelsi quello che
mi sembrava più adatto. Taglia media, colore champagne, età non meglio
precisata ma attorno ai due anni di vita. E bastardo.
Ho sempre odiato la purezza (se il meglio è nemico del bene,
figuriamoci cos'è il puro…) da sempre preferendole le
contaminazioni. Pura razza Ariana o Popolo Eletto per me sono tutte
corbellerie, mastodontiche mistificazioni propagandistiche. E mi sono
sempre sentito un po' bastardo. Un meticcio culturale. Un padano del
Mississippi, un bianco con la pelle nera.
Insomma quel bastardino arrivò a casa mia. E furono lunghi anni
felici.
Solo chi ha avuto un cane può sapere di cosa sto parlando: una
dedizione ed una fedeltà assolute. Stavamo bene assieme, forse per
affinità caratteriali. In campeggio d'estate, ad esempio. Steso al
sole ad asciugare le fatiche di un anno di lavoro, Teo mi faceva da
cuscino. Un po' ispido forse, ma sincero.
Quando entravo per un bagno tonificatore, Teo non sapeva darsi pace:
lui la detestava l'acqua. Se ne stava così sugli scogli nervoso ad
osservare l'inconcepibile, mugugnando per la sua voglia di tuffarsi e
l'incapacità ad affrontare il tuffo. Alle volte me lo tiravo dentro,
per fargli capire che in fin dei conti un bel bagnetto in una giornata
caldissima d'estate non è poi così male. Niente da fare: proprio non
sopportava l'idea di stare sospeso nel liquido senza toccare il fondo
con le zampe e raggrinziva tutta la bocca nel tentativo di respirare
meglio.
Poi arrivò Sissy. Frutto del mio maldestro tentativo di rendergli la
vita più piacevole. Dato che me ne stavo per tutta la giornata fuori
casa, temevo che soffrisse di solitudine. A posteriori devo
riconoscere che Teo non aveva nessuna voglia di intrattenere relazioni
con l'altro sesso. E cominciarono le gelosie tipiche da gerarchie
canine. La ciotola della pappa, ad esempio. La ciotola era grande per
entrambi i cani, ma non c'era nulla da fare: Teo doveva finire il suo
pranzo e quello che restava poteva anche mangiarselo Sissy. E ne
restava sempre in abbondanza. Comprai così due ciotole, una per
ognuno. Non cambiò nulla: se Sissy si avvicinava alla sua ciotola, Teo
ringhiava. Mangiava indifferentemente da una ciotola all'altra e fin
che non aveva finito non c'era verso che la lasciasse avvicinare. A
nulla valsero le mie sgridate e le mie botte col giornale arrotolato.
Alla fine me ne feci una ragione. In fin dei conti non mi sembrò una
cosa così grave. Peggio era quando pisciava sui cerchioni della mia
Panda che avevo appena lavato……
Passarono gli anni, e Teo cominciò a sentire i sintomi della
vecchiaia. Cominciarono a cadergli alcuni denti, ad esempio. Gli feci
fare delle pulizie dentali. Oh, certo che se l'avessi conosciuta avrei
portato Teo dalla Nicole Minetti, ma all'epoca forse frequentava
ancora le medie. Mi accontentai quindi della solita veterinaria. Che
non diventò mai ministro, perchè nè Teo nè il suo padrone erano
importanti.
Poi cominciò l'artrosi. Si muoveva sempre di meno e sempre peggio.
Ogni tanto la veterinaria me lo teneva alcuni giorni sotto flebo. Teo
tornava a casa, ma non andava meglio. Le cose peggiorarono al punto
che non riusciva nemmeno più a fare i bisogni lontani dalla cuccia per
via delle zampe posteriori ormai immobili, e come uno dei nostri
vecchi malandati se la faceva addosso.
Era riuscito a sopravvivere a filaria e cimurro, quel povero cane:
possibile che questa volta non ce la facesse davvero? Anche le altre
volte l'avevano dato per spacciato. Lo riportai quindi dalla
veterinaria per un'estremo tentativo. Che non produsse alcun
risultato. Quando andai a trovarlo, Teo, pur ormai molto debilitato e
sofferente, mi diede ancora due colpetti di coda in segno di saluto.
Fu la stessa veterinaria a consigliarmi di sopprimerlo per evitargli
ulteriori sofferenze. E così mentre lo accarezzavo per l'ultima volta,
gli somministrò prima un anestetico per farlo addormentare, e poi
l'iniezione letale per bloccargli il cuore. Ancora adesso me lo
immagino felice che scalcia al cielo e abbaia felice di quella
liberazione.
In quegli anni si parlava molto del caso Eluana Englaro. E mi venne da
pensare che i cani hanno più diritto ad una morte dignitosa di noi
umani, immersi come siamo nel fiume della retorica fideista e della
propaganda teocratica.
Ma forse queste sono solo considerazioni ciniche.
Cinico dal greco Kyon, cane.
Appunto.
Massima solidarietà: quando avevo sì e no 17 il cane di famiglia (Olimpia) fece la stessa fine. Devo dire che allora interpretai l'ultimo scodinzolamento come un tentativo di vivere ancora. E gli occhi che vidi per l'ultima volta aperti non chiedevano d'essere spenti, credo. Però sono convinto della bontà della decisione.
Ora ho un padre 82enne schiacciato dall'artrosi e da altre malattie, che fa più o meno gli stessi discorsi, ma tanto decide lui.
E ho anche due cani sui sette anni, uno dei due ha l'artrosi ma la sto tenendo sotto controllo, spero, con gli antidolorifici e un farmaco per atleti con le ginocchia malandate, il Dona.
Credo che in materia abbia ragione Veronesi, meglio nessuna legge che una cattiva legge.
Caro Tonguessy,
geniale la scelta dell'unico TAG: valore!
Se i Taoisti mettevano a confronto Yin e Yang, gli antichi Greci mettevano in contrapposizione Eros e Thanatos: Amore e Morte.
Parecchi secoli di Storia hanno fatto allontanare questo confronto necessario. Parlare di questo insieme al giorno d'oggi diventa quindi molto difficile, e si tende ad escludere uno dei due (la Morte, più precisamente).
Eppure la Morte può essere un atto di Amore, e fondersi in esso. Ma è un concetto che normalmente non viene accettato.
@Marco:
Gli occhi di Teo erano ormai spenti. Troppa sofferenza, povero cane.