Il peggiore errore nella storia della razza umana-2
Esistono almeno tre serie di motivi per spiegare perchè l'agricoltura fu pessima per la salute. Primo, i cacciatori-raccoglitori avevano una dieta molto varia mentre i primi agricoltori ottenevano la maggior parte del loro cibo da uno o più raccolti ricchi di amido. Gli agricoltori avevano a disposizione molte calorie a costo di un'alimentazione poco nutriente (oggi solo 3 piante ricche di carboidrati -grano, riso e mais- provvedono alle calorie consumate dalle specie umane, anche se ognuna è deficitaria di certe vitamine o aminoacidi essenziali alla vita). Secondo, perchè a seguito della dipendenza da un limitato numero di raccolti gli agricoltori sono a rischio morte per fame nel caso un raccolto vada a male. Ed infine, il semplice fatto che l'agricoltura incoraggiasse le persone ad aggregarsi in affollate società, molte delle quali poi avevano scambi commerciali con altre società affollate, portò al diffondersi di parassiti e malattie infettive (alcuni archeologi sostengono che fu l'affollamento e non l'agricoltura a portare le malattie, ma rimane un dilemma del tipo uovo-gallina perchè l'affollamento incoraggia l'agricoltura e viceversa).
Le epidemie non avevano vita lunga quando le popolazioni erano aggregate in piccoli gruppi che cambiavano continuamente di posto. Tubercolosi e diarrea dovettero attendere l'arrivo dell'agricoltura per affermarsi, così come il morbillo e la peste arrivarono quando si svilupparono le grandi città.
Oltre a deficit alimentari, morte per fame ed epidemie, la società agricola ha portato un'altra maledizione all'umanità: profonde divisioni di classe. I cacciatori-raccoglitori avevano pochissimo cibo immagazzinato e nessuna risorsa alimentare concentrata come frutteti o mandrie: si sostentavano grazie ad una varietà di animali e piante selvatiche. A seguito di ciò non potevano esserci né Re né classi parassite che ingrassavano grazie al cibo sottratto ad altri.
Solo all'interno della società agricola poteva nascere un'elite di robusti nullafacenti che prosperavano alle spalle di una popolazione devastata dalle malattie. Gli scheletri delle tombe greche a Micene (1500 AC) suggeriscono che la stirpe reale usufruisse di una dieta migliore, dato che le spoglie reali erano di 5-8 cm più grandi ed avevano denti migliori (di media, un rapporto di uno a sei di denti cariati o mancanti). Tra le mummie cilene del 100' DC le élites si distinguono non solo dagli ornamenti e monili d'oro ma anche per un quarto di lesioni ossee dovute a malattie.
Contrasti simili relativi ad alimentazione e salute persistono attualmente su scala globale. Alle popolazioni di paesi ricchi come gli USA suona ridicolo magnificare le virtù dei cacciatori-raccoglitori. Peccato che gli Americani siano una élite che dipende da petrolio e minerali molto spesso importati da paesi con problemi di alimentazione e salute.
Se si potesse scegliere tra essere un contadino Etiope oppure un Boscimane del Kalahari, quale sarebbe secondo voi la scelta migliore?
Le società dedite all'agricoltura hanno anche incoraggiato la diseguaglianza tra i sessi. Liberate dalla necessità di trasportare i loro bambini nel corso della loro esistenza nomade, e costrette a produrre più braccia per dissodare i campi, le donne di queste società tendono ad avere un numero maggiore di gravidanze rispetto alle loro controparti nomadi, con conseguente perdita di salute. Tra le mummie cilene, per esempio, le donne avevano maggiori lesioni ossee a seguito di infezioni rispetto agli uomini.
Le donne appartenenti a società agricole erano a volte trattate come bestie da soma. Nelle attuali comunità agricole della Nuova Guinea si vedono spesso donne traballanti sotto il peso di verdure e legna da ardere, mentre gli uomini camminano a mani vuote. In un mio viaggio per studiare degli uccelli locali, ho offerto dei soldi ad alcuni abitanti di un villaggio in cambio del trasporto di rifornimenti fino al campo base in montagna. Il collo più pesante era un sacco da 50Kg di riso, che assegnai ad una squadra di 4 uomini. Quando mi riunii alla spedizione, gli uomini stavano trasportando solo carichi leggeri, mentre una donna minuta, che pesava meno del sacco di riso, camminava piegata sotto al suo peso, sostenendolo con una corda legata alle tempie.
Per quanto riguarda l'affermazione secondo cui l'agricoltura avrebbe favorito la fioritura delle arti grazie ad un maggiore tempo a disposizione, resta da sottolineare come i moderni cacciatori-raccoglitori abbiano almeno tanto tempo libero quanto gli agricoltori. Tutta l'enfasi sul tempo libero inteso come fattore critico sembra essere frutto di un malinteso. I gorilla hanno avuto tempo libero in abbondanza per costruire il loro Partenone, se ne avessero avuto voglia.
Mentre le scoperte tecnologiche post-agricole hanno reso possibili nuove espressività ed una migliore conservazione delle opere, opere pittoriche e scultoree di enorme valore furono prodotte dai cacciatori-raccoglitori già 15.000 anni fa ed erano ancora prodotte fino al secolo scorso da popolazioni di cacciatori-raccoglitori come gli Eschimesi e gli Indiani del Nordest.
Quello che balza agli occhi, quindi, è che con l'avvento dell'agricoltura la vita delle élites migliorò, mentre quella delle persone comuni subì dei peggioramenti.
Invece di ingoiare la propaganda progressivista che ha stabilito che l'agricoltura fu un bene per noi, ci dobbiamo chiedere come ne siamo stati intrappolati, nonostante gli evidenti svantaggi. Una risposta può essere trovata nell'adagio “la forza fa la legge”. L'agricoltura può sostenere molte più persone rispetto alla caccia, sebbene a scapito della qualità di vita (le popolazioni dei cacciatori-raccoglitori raramente superano la densità di una persona ogni dieci kmq, mentre quelle dedite all'agricoltura hanno densità medie 100 volte superiori).
Parzialmente questo succede perchè un campo interamente seminato a piante commestibili può sfamare molte più bocche che un campo disseminato di erbacce. Parzialmente, pure, è perchè la vita nomade dei cacciatori-raccoglitori li obbliga a distanziare di 4 anni ogni figlio anche tramite infanticidio, dato che la madre può trasportarne solo uno, almeno fino a che non è in grado di seguire il gruppo con le sue gambe. Siccome gli agricoltori non hanno tale limite, possono (e spesso lo fanno) procreare ogni due anni.
Quando la densità della popolazione dei cacciatori-raccoglitori lentamente salì alla fine della glaciazione, le tribù si trovarono di fronte una scelta difficile: o garantire cibo per ognuno adottando l'agricoltura, oppure limitarne la crescita. Alcune tribù scelsero l'agricoltura, incapaci di vedere in anticipo i mali di tale scelta, e sedotti dalla temporanea abbondanza di cui approfittarono finchè l'espansione della popolazione non azzerò il surplus alimentare. Queste popolazioni diventarono troppo numerose e si spostarono su nuovi territori oppure sterminarono le popolazioni di cacciatori-raccoglitori, perchè un centinaio di contadini malnutriti riescono a sconfiggere un cacciatore in buona salute.
Non è quindi che i cacciatori-raccoglitori abbandonarono il loro stile di vita, ma che quelli sufficientemente intelligenti da non abbandonarlo furono costretti a vivere all'interno di aree a cui i contadini non erano interessati.
A questo punto è istruttivo ricordare la lagnanza secondo cui l'archeologia è un lusso che riguarda un passato remoto, ma non offre alcuno spunto per il presente. Archeologi impegnati nello studio del passaggio all'agricoltura hanno ricostruito uno stadio cruciale nel quale noi abbiamo commesso il peggiore errore nella storia dell'uomo.
Obbligati a scegliere tra limitare la popolazione o aumentare la produzione alimentare, abbiamo scelto quest'ultima e ci siamo ritrovati nel mezzo di malnutrizione, guerre e tirannie.
I cacciatori-raccoglitori hanno praticato lo stile di vita più di successo e maggiormente duraturo di tutta la storia umana. In contrasto, stiamo ancora combattendo contro i sero guai in cui ci ha cacciati l'agricoltura, e non è detto che riusciremo a risolverli.
Supponiamo che un archeologo debba spiegare la storia umana ad un visitatore alieno. Potrebbe illustrare i risultati dei suoi scavi con l'ausilio delle 24 ore dove un'ora rappresenta 100.000 anni di vita passata. Se la storia umana inizia a mezzanotte, oggi saremmo quasi alla fine del nostro primo giorno.
Abbiamo vissuto come cacciatori-raccoglitori per la quasi totalità della giornata: da mezzanotte fino all'alba, a mezzogiorno e al tramonto. Alle 11:54 abbiamo adottato l'agricoltura. Mentre la nostra seconda mezzanotte si avvicina, riuscirà l'impegno delle popolazioni agricole spinte da fame a diffondersi fino ad inghiottirci tutti? O porteremo forse a termine le seduttive benedizioni che stanno dietro alla facciata appariscente dell'agricoltura ma che finora ci sono sfuggite?
Courtesy of Ricardo J. Salvador, Associate Professor of Agronomy Iowa State University of Science and Technology Ames, Iowa 50011-1010.
In, Course Syllabus Agronomy 342, World Food Issues: Past and Present: Jared Diamond on Agriculture. See original at < http://www.agron.iastate.edu/courses/agron342/diamondmistake.html >. Originally published in Discover Magazine, May 1, 1987. Pages 64-66.
Non avrei mai pensato che Tonguessy, che è una fertile mente, arrivasse ad appoggiare il primitivismo in modo così sfacciato.
Caro mio, inutile farla lunga con le cause, ora siamo qui e con questo dobbiamo fare i conti.
Caro/a serpe,
il tuo lapidario commento non illustra le ragioni per cui siamo arrivati fino a qui, al contrario del bel saggio di J.Diamond.
Se vogliamo tentare di uscire da questa situazione è utile capirne le cause. Se non se ne capiscono le cause, come si può arrivare a formulare una qualche ipotesi alternativa che abbia senso? Il saggio in questione serve da stimolo in tal senso.
Caro Tonguessy,
usare il fuoco, usare il sale e il fuoco nell'alimentazione, dona ungrande potere. E' difficile dopo, sapersi controllare. Questa, per me è la causa prima. E in verità ciò che ci spinge sarebbe qualcosa di evolutivo. Solo che lo agiamo male per pura incomprensione.
Io credo che questa sia una plausibile spiegazione della storia che ha portato l'uomo moderno fino ad oggi. Ma credo soprattutto che oggi abbiamo perso molto dal punto di vista interiore, naturalmente spirituale rispetto a chi ci ha preceduto per millenni. Per questo ora siamo come dei robottini impazziti che hanno perduto il senso della vita, che a mio parere non è altro che la vita stessa. Infatti tutti gli esseri viventi lottano e attuano strategie per migliorare l'esistenza della propria specie. Noi abbiamo smesso di farlo! Questo comportamento innaturale comporterà, come già sta facendo, la rottura egli equilibri ecologici a discapito dell'intera biosfera di cui facciamo parte.
Prima recuperiamo lo stile di vita sostenibile dal sistema Terra, prima assicureremo un futuro migliore alle generazioni prossime (se davvero ci interessa)
Le cose che dici le condivido. Ma insisto che lo squilibrio non è soltanto nel rapporto tra uomo e natura. Bensì tra l'uomo e sé stesso. E tra uomini. Oltre che alla Natura dobbiamo pensare alla "natura umana". L'adozione di concezioni materialistiche e la convinzione che non esista l'uomo ma l'uomo storicamente determinato non ci impedisce di osservare che le civiltà che si susseguivano lasciavanpo intatti certi valori o punti di riferimento o concezioni. Il capitalismo ci ha ridotti a robottini, come scrivi tu. Questo problema in certo senso viene prima di quello ecologico, anche se a rigore il problema è uno solo e ha due aspetti