Per il petrolio e contro gli Usa, la Cina finanzia il Venezuela
BOLLETTINO IMPERIALE Xi Jinping rinnova l’appoggio politico ed economico a Nicolás Maduro. Obiettivo: assicurarsi il greggio del paese caraibico e rafforzare la presenza della Repubblica Popolare in America Latina, storico “cortile di casa” di Washington.
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La Cina ha promesso di sostenere il “percorso di sviluppo” del Venezuela, che è alle prese con una gravissima crisi economica e umanitaria. Dal 13 al 16 settembre, il presidente del paese caraibico Nicolás Maduro si è recato nella Repubblica Popolare, dove ha incassato l’appoggio morale ed economico dell’omologo cinese Xi Jinping.
Pechino sostiene Caracas per due motivi: attingere alle risorse petrolifere venezuelane e consolidare la sua influenza in America Latina in chiave anti-Usa.
Il Venezuela ospita le maggiori riserve conosciute di greggio, la cui esportazione è la colonna portante della sua economia. La Repubblica Popolare è invece il più grande importatore di petrolio e il terzo partner del paese caraibico in questo settore dopo Usa (storico avversario di Caracas) e India.
Maduro ha annunciato che destinerà alla Cina un milione di barili al giorno (più della metà della quantità attuale) e che in cambio Pechino investirà 5 miliardi di dollari in Venezuela prima della fine dell’anno. La promessa del presidente venezuelano è tuttavia ambiziosa, visto oggi che la produzione petrolifera del suo paese è inferiore a quella degli anni Ottanta.
Tra i 28 accordi economici siglati da Pechino e Caracas durante il vertice si evidenzia la vendita a una non specificata azienda cinese del 9.9% della compagnia petrolifera sino-venezuelana Sinovensa, di cui la China national petroleum corporation possiede già il 40%. La Repubblica Popolare trivellerà anche un giacimento presso Ayacucho nella cintura dell’Orinoco (Venezuela orientale) e finanzierà con 184 milioni di dollari la joint-venture petrolifera Petrozumano. (L’articolo prosegue dopo la carta di Laura Canali)
Caracas userà il denaro cinese per fronteggiare il quinto anno consecutivo di recessione, l’iperinflazione, la crisi umanitaria e le tensioni politiche interne. Recentemente Maduro ha sviluppato un nuovo piano per favorire la ripresa economica tramite la creazione di una nuova moneta (il bolívar sovrano) e degli accordi per il rilancio della produzione petrolifera anche attraverso il settore privato. Nei confronti del presidente venezuelano persiste tuttavia una forma di resistenza armata, come ha confermato il fallito attentato nei suoi confronti avvenuto lo scorso agosto.
Non è chiaro quanto Pechino si fidi del nuovo piano di Maduro per favorire la ripresa economica del suo paese. Ma il potenziamento dell’approvvigionamento del petrolio venezuelano e della propria presenza alle porte degli Usa sono ragioni più che valide per sostenere Caracas.
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