Estate sovranista
di Luca Mancini (FSI Roma)
È estate, fa caldo, si è stanchi e non si vuole lavorare. La mente ogni tanto se ne va e inizia a immaginare un mare cristallino, dolci colline, impervie montagne o luoghi fantastici nei quali non si è mai stati. State tranquilli, “Appello al Popolo” non è diventata una rivista di viaggi, essa è e sarà sempre una rivista battagliera di politica sovranista, ma per una volta, date le premesse suddette, ho deciso di non ammorbarvi con discorsi di ideologia e di darvi dei consigli su cinque luoghi da visitare per un’estate sovranista.
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Casa di Mazzini (Genova)
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La nostra prima tappa ideale è a Genova, in Via Lomellini 11. Qui il 22 giugno 1805 nacque uno dei padri d’Italia, nonché padre ideologico della ventura Repubblica. Entrare nella stanza in cui è nato Mazzini è un qualcosa di indimenticabile, se si pensa a tutti gli sforzi profusi da quest’uomo per fare l’Italia. È vero, la leggenda vuole che durante la Repubblica Romana egli sia svenuto non appena gli hanno messo un fucile in mano, ma lui era la mente, non il braccio. Un uomo che ha sognato tanto un’Italia unita, libera e Repubblicana e quando si entra in casa sua si ha come la sensazione che quell’idea così grande sia nata lì, tra quelle quattro mura che non hanno potuto contenerla.
Degna di nota, all’interno della casa che funge da Museo del Risorgimento, è anche la prima stesura autografa dell’Inno d’Italia di Goffredo Mameli, altro grande patriota genovese. Un documento che fa venire i brividi soltanto a guardarlo.
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Casa di Garibaldi (Caprera)
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Confesso: dei cinque luoghi che ho scelto, questo è l’unico dove non sono stato (e si me ne faccio una colpa da espiare). Dunque passiamo dal luogo in cui è nato uno dei nostri padri, ad un altro dove uno è morto e dove riposano ancora le sue spoglie.
Garibaldi scelse quest’isoletta come suo rifugio già nel 1855, circa trent’anni prima di morire. All’epoca non c’era praticamente nulla, fu lui a costruire mano a mano la sua casa. Qui, egli svestiva i panni del combattente e si dedicava alla famiglia, alla lettura e all’allevamento, dato che non era assolutamente in grado di stare senza far niente.
Nel salotto di questa casa, l’eroe dei due mondi fece il suo ultimo respiro alle 18.22 del 2 giugno 1882 e l’orologio della stanza segna ancora quell’ora fatale. Negli ultimi giorni della sua vita chiese espressamente di porre il suo letto davanti la finestra del salotto, dove poteva guardare il mare e, idealmente, la sua Nizza, città italiana venduta ai francesi qualche anno prima dai Savoia, in cambio dell’appoggio di Napoleone III alla guerra contro gli Austriaci. Un sacrificio che aveva permesso di iniziare l’Unità, ma che per Garibaldi fu un duro colpo. Le spoglie del generale riposano in un piccolo cimitero sull’isola, sotto una semplicissima tomba di granito grezzo.
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Museo Nazionale del Risorgimento (Torino)
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La prima capitale d’Italia ha tante chicche per gli amanti del Risorgimento, ma il luogo simbolo è senza dubbio il Museo Nazionale del Risorgimento, che è il più grande spazio espositivo di storia patria, nonché il più antico museo del genere. Esso ospita un’infinità di cimeli risorgimentali, tra cui: camicie rosse dei garibaldini, le famose sciarpe di Garibaldi, nonché il suo coltello e le sue pistole, filatoi in cui sono state fatte le prime bandiere italiane e la ricostruzione dello studio di Cavour, dove il primo ministro avrà tessuto la sua trama per unire l’Italia.
All’interno del Palazzo vi è anche quello che avrebbe dovuto essere il Parlamento del Regno, ma che non fu mai utilizzato perchè nel 1867 la capitale venne spostata a Firenze e tre anni dopo a Roma, tappa del nostro prossimo viaggio ideale.
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Gianicolo (Roma)
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Il Gianicolo è un colle romano, nonché uno dei luoghi più panoramici della città e già questo sarebbe sufficiente per visitarlo. Tuttavia qui, nel 1849, si consumò una sanguinosa battaglia per la difesa della Repubblica Romana, tra i repubblicani guidati da Garibaldi (lui c’è sempre) e l’esercito francese, chiamato da Pio IX a difendere Roma contro i rivoluzionari, i quali offrirono una resistenza eroica ai francesi, più numerosi e meglio armati. A memoria di ciò, sulla sommità vi è posta una grande statua equestre di Garibaldi, nonché l’ossario dei caduti della Repubblica Romana, al cui interno riposano le spoglie del ventunenne Mameli, che su quel colle perse la vita difendendo l’idea di un’Italia unita e repubblicana.
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Piazza dell’Unità d’Italia (Trieste) e il Piave
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Credo fermamente che non si possa dire di comprende a pieno cosa significa essere italiani se non si è mai stati a Trieste. Sui balconi della case pende spesso il tricolore in ogni momento dell’anno (non solo durante manifestazioni calcistiche o il 2 giugno) e in Piazza dell’Unità d’Italia ricordo di aver contato un’infinità di bandiere italiane. L’aria è pervasa di patriottismo, sembra come se la Grande Guerra fosse finita ieri, a testimonianza di quanto i triestini desiderassero l’Italia. Se volete sentirvi italiani dovete per forza sostare in città e nella piazza.
La storia di Trieste è indubbiamente legata a quella del Piave. Ricordo che per raggiungere la città, passai sul fiume, perciò un altro consiglio che posso darvi è: mentre andate o tornate fermatevi un attimo a guardare quel fiume sacro alla Patria, che permise ai trentini e ai triestini di essere italiani. Pensate agli uomini che sono morti per l’Italia, sentitevi italiani e difendete la Patria!
Viva la Repubblica Sovrana!
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