I partiti come scuola di formazione “antioligarchica”
di PIERLUIGI BIANCO (FSI Lecce)
Messo sotto fuoco incrociato lo spirito internazionalista, ciò che le élites propongono in sua vece è una poco elegante riduzione linguistica del coacervo di interessi che ha spostato e sta spostando immense somme di denaro dalle tasche dei cittadini alle loro. Ciò avviene nel nome di quella dottrina europeista che riempie quotidianamente pagine di giornali e programmi televisivi.
A tale riguardo la denuncia di Canfora è precisa: “l’equilibrio delle forze si è spostato nettamente a favore di questi ceti tecnocratici ristretti, che non intendono farsi governare dal potere politico. Al contrario, sono essi che non solo lo influenzano, lo rimbrottano e lo limitano, ma addirittura lo contrastano apertamente e lo soverchiano”.
Quindi lo scenario attuale vede un apparato politico succube di quelle forze elitiste, e si ritrova ad assecondare ogni loro capriccio, semantica inclusa.
Questo stato di cose, nel quale i cittadini sono destinati a perdere sempre più potere a favore delle élites, è determinato da un processo ben definito: “Io contesto alla radice l’attuale retorica europeista. Ci viene fatto credere che questo tipo di costruzione, che notoriamente ci penalizza rispetto alla megapotenza tedesca, sia l’unica possibilità di realizzare delle aggregazioni significative a livello internazionale. Mi sembra piuttosto che stiamo smantellando metodicamente lo Stato sociale proprio in nome dell’Europa… siamo di fronte a un’enorme ondata di disagio e di rifiuto da parte dei cittadini, ai quali è stato impedito di dire la loro quando dall’alto calavano decisioni pesantissime o, peggio ancora, presentate in maniera ingannevole. Facciamo una terapia di salasso dei contribuenti e di macelleria sociale senza limiti solo per poter dire che l’Europa, cioè la Germania con i suoi vassalli nordici, è una grande potenza? Non mi pare un valore per cui sacrificarsi. Neanche la Santa Alleanza arrivava a tanto. E non si intravede una prospettiva a questo calvario. A mio parere, il luogo dove le tendenze oligarchiche dominanti possono e devono essere messe in discussione è il laboratorio immenso costituito dal mondo della formazione e della scuola [di partito, ndr]… è lì che l’educazione antioligarchica, su base critica, può farsi strada”.
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