Lo spettro dei rossobruni: sovranità, antimperialismo, patriottismo
Pubblico con piacere queste interessanti considerazioni di un comunista sul concetto di rossobruni e su quelli di sovranità, antimperialismo e patriottismo (SD'A)
di Andrea 'Perno' Salutari Patria del ribelle
I tragici episodi razzisti dei giorni scorsi (Torino e Firenze) hanno risvegliato nei compagni il pericolo di sempre. Il sistema? Il capitalismo? L'asse Pd-PDL, finalmente al governo insieme? Il commissariamento della BCE? No, i rosso-bruni.
L'articolo di Evangelisti I ROSSO-BRUNI: VESTI NUOVE PER UNA VECCHIA STORIA sulla rivista "Su la testa" di Rifondazione Comunista fa un reportage molto sintetico sulla galassia della presunta terza posizione citando tra i tanti Grimaldi, Chiesa, Preve.
Vi pongo subito una domanda: perchè fino a ieri se si parlava di sovranità nazionale tra compagni si veniva additati come "rossobruni" o "fascisti" mentre oggi (grazie al commissarimento della BCE) lo stesso segretario nazionale di Rifondazione Comunista cita pubblicamente la "SOVRANITA' NAZIONALE"? La mia posizione è rimasta inalterata, ma il commissariamento ha finalmente aperto gli occhi anche a sinistra, anche nel mio partito.
Rifletteteci su …
Preciso che sono stati citati Grimaldi, Chiesa, Preve "per motivi diversi".
"In equivoci analoghi cade abbastanza spesso Giulietto Chiesa, che con i rosso-bruni condivide l’interpretazione"
"Malgrado simili bizzarrie, alcuni transfughi della sinistra sono finiti per approdare ale sponde rosso-brune, con maggiore o minore consapevolezza […] ma soprattutto è il caso del “filosofo marxista” Costanzo Preve, divenuto un autentico teorico del “comunitarismo”. Ha un suo sito, Comunismo e Libertà (prima si chiamava Comunitarismo.it), da cui divulga il nuovo verbo, sempre richiamandosi a Marx."
"Ancora meglio lo nasconde il sito Comedonchisciotte. Chi lo seguì dalla nascita, ricorda che in principio offriva da scaricare I protocolli dei Savi di Sion. Adesso pare un sito di estrema sinistra, che colleziona articoli di ogni tendenza. Fulvio Grimaldi, la cui collocazione a sinistra non è in discussione, lo linka sul suo blog, quasi fosse affidabile"
A differenza di altri compagni ho trovato l'impostazione di questo articolo sbagliata, quasi a legittimare la caccia passata, presente e futura dei compagni amici dei rossobruni, vedi i virgolettati qui sopra inseriti. Continuo:
"Il capitalismo è aborrito, ma identificato in sostanza con le banche e i grandi fondi di investimento"
In linea con Rifondazione che in questi mesi lancia slogan del tipo: no "L'Europa delle banche"
"A questo fine, va bene l’alleanza con tutti gli Stati e le forze che perseguono il medesimo obiettivo, dagli integralisti islamici, ai nazionalisti slavi, a paesi socialisti o socialisteggianti come Cuba, il Venezuela o altri dell’America Latina"
"Il conflitto di classe è taciuto o considerato “superato”. Non rientra negli schemi interpretativi. I rapporti di forza sono diventati “geopolitici”, e la Russia di Putin, la Cina o il Vietnam che promuovono il neocapitalismo, l’Iran ecc."
Anche qui bisogna stare attenti. L'Eurasia ovviamente non mi interessa. Ma innanzitutto rifiuto l'attacco gratuito al Partito Comunista Cinese e Vietnamita e al loro "neocapitalismo" (?), e ne constato la provenienza: la rivista di un partito comunista (?). Ma temo che la discussione sull'imperialismo rimanga sempre più emarginata dal nostro contesto politico e questo sarebbe un errore strategico fatale.
Torniamo all'origine dell'articolo.
1) Letture rossobrune
Perchè molti compagni, me compreso, leggono riviste come Eurasia ed altre elencate da Evangelisti?
La causa è evidente. Perchè vengono pubblicati argomenti spesso condivisibili, scritti con competenza. Se certi temi (come ad esempio la sovranità nazionale o l'antimperialismo) vengono volutamente censurati o ridimensionati a sinistra e cosa ancor più grave tra chi sogna una "prospettiva socialista", di fatto questi temi rischiano di diventare unici di rossibruni (veri o presunti che siano), che possono di conseguenza attrarre soprattutto i giovani compagni. Ed è una pratica in continuo aumento… Ma la colpa di chi è? Parte della colpa è della censura e del linciaggio che spesso proviene dalla sinistra italiana, anche dal nostro partito, al solo nominare certe tematiche.
2) Antimperialismo
I temi delicati tra i comunisti e la sinistra in Italia sono tanti. La geopolitica e l'antimperialismo la fanno da padrona.
A) Spesso, a sinistra, è quasi vietato difendere la sovranità di stati non allineati come l'Iran e la Libia. Cito questi due casi recenti perchè mi hanno visto nei mesi scorsi al centro di polemiche nazionali dentro e fuori il mio partito. Quando l'occidente mediaticamente attaccò l'Iran con il falso Sakineh, il mio partito a livello nazionale si schierò con le falsità occidentali. Da subito osai denunciare il falso e le macchinazioni occidentali sul caso. Dai miei dirigenti, anche nazionali, fui linciato, arrivarono a dire pubblicamente che io stavo con chi amava "frustare le donne". A distanza di un anno gli eventi mi hanno dato ragione, le scuse non sono arrivate. Ma non importa!
A me interessava raccontare la verità, ossia che era un falso mediatico per legittimare disordini e una possibile guerra contro l'Iran. Oggi è chiaro a molti che gli Stati Uniti hanno intenzione di rovesciare il governo iraniano, anche a costo di un nuovo conflitto mondiale.
B) Situazione analoga per la Libia. Fui tra i primi nel partito a denunciare la mente (ma anche soldi e armi) dei ribelli libici: l'occidente. Mentre una parte del mio partito, erroneamente, manifestava con i ribelli libici, io denunciavo l'imminente attacco imperialista contro uno stato sovrano non abbastanza allineato: la Libia. Ho difeso Gheddafi contro la guerra della Nato, con l'80% degli attacchi aerei provenienti dalla nostra Italia. Dal mio partito mi accusarono di essere "un amico di dittatori sanguinari". Anche sulla Libia la verità (una parte di essa) è venuta allo scoperto. Stesso copione. Nessuna scusa nei miei confronti, ma non importa.
Con questi due casi recenti ho solo desiderato mostrare le difficoltà, a sinistra, di parlare con serenità e conoscenza di antimperialismo.
Prossimanete a Torino presenteremo il documento di F.Grimaldi "Maledetta primavera" sulla guerra libica.
Non è un caso che Preve, Grimaldi e Chiesa (i tre citati da Evangelisti) furono tra i primi in Italia a condannare la guerra imperialista.
3) Patria e Antifascismo
A sinistra e tra i partiti comunisti italiani esiste ancora il tabù della Patria. Il tema della Patria, proprio come l'antimperialismo, dovrebbero essere parte fondante di un partito comunista. Non voglio, nuovamente, riportare la storia, mi limito ad un "Patria o Morte" di rivoluzionaria memoria.
Siamo stati attaccati, privatamente e pubblicamente di "fascismo" da una componente della FdS per aver organizzato un'iniziativa, in collaboazione con la Rivista Indipendenza, su Patria, Indipendenza e Antifascismo. A sinistra succede anche questo. Essere accusati di fascismo per aver organizzato un'iniziativa sull'antifascismo. Ma, come detto prima, viviamo dentro un paradosso vivente.
Nel pomeriggio avevamo commemorato il partigiano Dante di Danni e in serata avevamo discusso del legame tra Antifascismo, resistenza e patriottismo con partigiani e compagni. Erano presenti V.Gentili (autore del Libro sugli Arditi del Popolo) e Dal Bo (Co-autore del libro sulla resistenza del Martinetto).
Qui sotto gli interventi più interessanti
Francesco Labonia – Rivista Indipendenza
Dario Romeo – Rivista Indipendenza
Valerio Gentili – Autore del Libro Arditi del Popolo
Le accuse di fascismo ci arrivarono per i motivi più surreali. L'aver parlato di patria, l'aver collaborato con la Rivista Indipendenza, ma la più divertente è stata l'accusa di aver usato "eccessivamente la bandiera italiana".
Per inciso, siamo orgogliosi di aver fatto questa iniziativa e di essere stati, anche in questo, tra i primi nel partito a collaborare con questa valida rivista.
Riduco in sintesi così: se certi temi, come la sovranità nazionale, l'antimperialismo e addirittura l'antifascismo patriottico vengono censurati o maldigeriti da codesta sinistra e da una parte del partito mi pare poi conseguente l'allontanamento di molti compagni, e ancor più grave, la ricerca di questi temi in altre collocazioni politiche e culturali. Non attacco dunque a priori la conseguenza descritta da Evangelisti, critico semmai la mia parte politica. Proprio ora che ritorna la caccia agli "ingenui" o addirittura agli infiltrati veri o presunti, penso che bisogna far chiarezza subito!
Un modo sarebbe aprire, senza pregiudizi, un dialgo sui temi prima citati, sovranità, antimperialismo, patriottismo, tra noi compagni. Ora, grazie al commissariamento della BCE, il nostro stesso segretario cita apertamente, seppur timidamente, la sovranità nazionale.
Dire No al Debito, uscire dall'Unione Europea e dall'Euro è posizione minoritaria forse, ma non è più un tabù.
Si deve discutere di sovranità, antimperialismo, patria per una prospettiva socialista! La domanda non retorica che vi pongo è: si può?
Bell'articolo che mette a nudo la compiacenza di certa sinistra verso le tematiche tipicamente di destra (democrazia come unica detentrice dei diritti umani, cooperazione atlantista etc..) magari coprendole con finti slogan internazionalisti (antipatriottici).
La migliore sintesi di tutto questo l'ha scritta Pietro Ancona:
"In politica e nella società i vuoti non restano tali a lungo. Se la "sinistra" diventa liberista, perbenista, educata, collaborativa con il potere la società non sta ad aspettarla che finalmente si accorga dei problemi che vengono a maturazione."
Sono passati i tempi in cui chi era di sinistra andava con l'auto davanti alle basi USA con i cartelli "AMI GO HOME!" (americani tornatevene a casa!)
Adesso la sinistra si schiera con gli USA per bombardare la Libia (fatte le debite esclusioni). Ecco, il problema semmai sono le esclusioni. E' importante che gli esclusi si aggreghino e lascino in pasto alla destra i resti putrescenti di questa sinistra che non si può più considerare tale.
Siamo finalmente al dunque. Se le parole d'ordine sono: sovranità nazionale, patria e socialismo, ci si trova fianco a fianco con la sinistra fascista (che è sempre esistita, anche nel fascismo storico). Quella sinistra fascista che, coerentemente, prova una viva simpatia per Chavez, per Guevara, per "patria y muerte". La cosa non mi turba, ma chi se ne potrebbe turbare ne è consapevole?
Buon giorno,
sono un pericoloso nazi-maoista, un rosso-bruno inveterato, amico e allievo di Costanzo Preve.
Mi chiamo Eugenio Orso e sono il primo della lista di proscrizione stilata, in un’aggiunta successiva a I rosso-bruni: vesti nuove per una vecchia storia, dallo scrittore del fantastico Evangelisti, noto per essersi arricchito con i diritti d'autore Mondadori.
Evangelisti ha scritto di suo pugno l'articolo comparso tempo addietro (giugno 2010, per l’esattezza) sul mensile di Liberazione? C'è da dubitarne. Probabilmente ha soltanto apposto la firma, distrattamente, su quel vergognoso collage di menzogne che cerca furbescamente di accomunare Costanzo Preve al belga JF Thiriart con simpatie hitleriane, da taluni visto come padre dell'antimondialismo.
Il dossier dal quale il collage a firma Evangelisti è stato tratto è più ampio dell’articolo comparso in Su la testa, è della ricercatrice triestina Claudia Cernogoi, ed è stato pubblicato la prima volta, se non vado errato, sulla rivista La Nuova Alabarda.
Posto che ho avuto già a che fare con quel dossier (intendo quello originale e completo, non l’estratto volante firmato dal bizzoso scrittore della Mondatori Valerio Evangelisti), e specificamente in difesa di Rinascita e di Ugo Gaudenti contro La Rinascita del PdCI (chi si ricorda il partitello di sistema? Ormai è quasi scomparso), voglio chiarire che dell’articolo a firma Evangelisti non esisteva un formato elettronico circolante in molti siti internet (carmillaonline, anzitutto, indymedia, bellaciao, eccetera, eccetera) con tanto di aggiunta finale (Appendice: Operazione Baygon), fino al mio intervento – per conto di Comunismo e Comunità – in difesa di Costanzo Preve.
Avendo contrariato il VIP mondadoriano Evangelisti con un mio post dal titolo, se ricordo bene a memoria, Scrittori del fantastico, inquisitori e bufale politiche, mi sono ritrovato al primo posto della lista di proscrizione/ disinfestazione dell’arrogante scrittore, che ha fatto le sue fortune (anche economiche, bene inteso) con il personaggio dell’inquisitore medioevale Nicolas Emmerich nel quale si immedesima.
Perché questo articolo pubblicato dal mensile di Liberazione, dietro la quale c’è (o sarebbe meglio dire c’era, visto che il giornale è scomparso dalle edicole) niente di meno che il partitello sistemico di Rifondazione Comunista, ex secondo governo Prodi miseramente rombato nelle elezioni politiche del 2008? L’operazione è stata a suo tempo impostata, a mio sommesso avviso, per cercare di recuperare consensi, al fine di tornare in parlamento e di occupare posti di sub-potere, attaccando potenziali concorrenti extrasistemici molto più vicini di quanto non lo fosse RC (ormai tributaria dei liberisti-liberaldemocratici) all’anticapitalismo ed alla critica al sistema.
Potrei continuare con perfide rivelazioni, in merito alla questione, ma preferisco chiudere qui.
Grazie dell’ospitalità e dell'attenzione.
NaziMao/ pericolopubbliconumerouno Eugenio Orso
Rettifiche al commento precedente.
Ci sono alcuni errori nel testo:
1) Non è Ugo Gaudenti, ma Ugo Gaudenzi.
2) Non è rombato, ma rombato, con tutta la t.
Mi scuso per i fastidiosi errori, ma essendo un rozzo nazimaoista abituato a scrivere sui muri con lo spray rosso e nero, non vado troppo per il sottile.
In Fede
Eugenio Orso
Questo è il Link dove potete trovare la risposta ad Evangelisti, ma vale per tutti gli sbirri telematici, anche per quelli che coprono la loro infamia con presunte "argomentazioni" teoriche, buona lettura!
http://www.comunismoecomunita.org/?p=1487
Ottimo la risposta di Eugenio Orso. Oserei dire che RC è un residuo della storia e andrebbe, per il bene di tutti, definitvamente seppellito. Riguardo al PDCI e alla FDS non spreco nemmeno il tempo di scrivere.
Il rosso-brunismo, per me, è l'unica alternativa al partito unico tecnocratico. Il resto solo solo chiacchiere da bar o da studi televisivi (vedi Ferrero mercoledì 18 Gennaio che mi son dovuto sorbire mentre donavo il sangue all'AVIS).
Orgogliosamente rosso-bruno.
Orgogliosamente anti-antifascista e anti-anticomunista.
La cosa dà fastidio a Rifondazione e compagni?
Ecchissenefrega!
purtroppo non siamo nati 24 ore fa e la Storia pesa come un macigno sulle nostre spalle e sul nostro futuro. Questo vale sia per i sanguigni "Rossobruni" sia per gli esangui "Rosati". I rossobruni qui si sono già presentati. Ma chi sono i "Rosati"? Sono i comunisti anticomunisti, i libertari, quelli del né, né , le anime candide, quelli che si rifiutano di individuare il nemico principale perché "non fanno sconti a nessuno" (pur non avendo nulla da vendere, se non la paccottiglia imperialista dei "diritti umani"). Sono vecchi, perché sono, pur senza saperlo, i continuatori di una ideologia putrefatta da II Internazionale riciclatasi nella IV: da Kautzky a Trotzky. Molti di questi rosati, a quel che apprendo dal Web, sono anche "dorati" : infatti se la passano piuttosto bene…
Quindi: rossobruni e rosati, antitesi fondamentale e inconciliabile della nostra era? Non scherziamo, a me sembrano due bande di ragazzetti che rivaleggiano nel quartiere o meglio nel web. Mi limito per mancanza di tempo, a segnalare un solo punto, ma importante per qualificare il loro profilo, nel quale rosati e rossobruni convergono allegramente: sia gli uni che gli altri sono accanitamente antistalinisti. Su Stalin i rosati sono contigui a Pio XII (e con ciò ho detto tutto) mentre i rossobruni non si scoprono, ma nelle loro scorribande ideologiche comunque si tengono a distanza di sicurezza . Se Eugenio Orso volesse "sviluppare" il suo "nazimaoismo" potrebbe arrivare a definirsi nazi-stalinista? Non potrebbe, ma non perché sarebbe una contraddizione in termini : di questo non gli frega niente a nessuno! Non potrebbe perché sarebbe come parlar di corde in casa dell'impiccato…. Ho letto poi un pezzo di un altro celebre rossobruno, Gianluca Freda, che tesse un elogio di George Orwell per la sua attività antisovietica e anticomunista al tempo della guerra civile spagnola, forse ignorando che oltre ad essere trotzkista e anarchico fifty fifty, fu anche un agente al soldo dei servizi segreti inglesi con il compito di denunciare gli intellettuali "criptocomunisti".
Per concludere, brevemente: ai rosati non ho nulla da dire, ai rossobruni dico di riflettere sulle radici storiche del fascismo e di non restare inviluppati nelle spire del feticismo ideologico.
Ancora una volta mi trovo (abbastanza) d'accordo con Luciano. Forse non imporrei ai rossi moderni di dirsi stalinisti, almeno per la pluralità di significati che questa parola è idonea ad evocare (ma io, alludendo a un certo significato, ripeto spesso di esserlo).
Credo però che in questa materia la polisemia la faccia da padrone. Giancarlo si dichiara rossobruno e antifascista e anticomunista. Io non mi dichiaro nella maniera più assoluta anticomunista. Anzi. Se mi dichiaro ormai socialista è soltanto perché lego il termine comunista all'abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e sono in disaccordo con l'abolizione, essendo favorevole a una disciplina più complessa e articolata che ho indicato molte volte.
Eugenio accetta la qualifica, sia pure forse ironicamente.
Io invece la respingo. Di essa si fa spesso un uso infame, che disonora chi la usa. Esiste però uno spazio semantico che forse la parola può occupare. Io non mi ci riconosco minimamente. Il problema è che coloro che si collocano in quello spazio oggi non sono il nemico principale. Anzi sono nemici del mio nemico principale. Dai rossobruni mi separano differenze fondamentali. Ma dai liberali-.liberisti-libertari-consumisti-consumatori-videodipendenti-maggioritaristi-cosmopoliti-globalisti-pacifinti-guerrafondai-alleati degli stupratori e delle milizie razziste- radical chic-antipopolari-distruttori della nazione, amanti dell'inglese e innamorati degli stati uniti mi separano differenze non meno fondamentali. Anzi più grandi delle prime. Mi fermo, perché a questo punto ho intenzione di scrivere un post.
Stefano D'Andrea, ultimo intervento.
Ti prego di leggere quello che ho scritto, altrimenti non si capisce niente:
ho detto che sono ANTI-ANTIFASCISTA e ANTI-ANTICOMUNISTA
non che sono antifascista e anticomunista.
Accidenti.
Boh tutto sta a vedere cosa si intende per rosso-brunisimo. Probabilmente sono io che sbaglio il termine o meglio per me il termine non ha lo stesso significato che ha per Luciano e per Stefano.
Io sinceramente, senza polemica ma per capire, non ho ancora capito cosa sono Stefaano e Luciano.
Grazie
Giancarlo,
effettivamente il fatto che io avessi letto male il tuo commento mi aveva impedito di comprendere e mi aveva lasciato un po' stupito (conoscendo ciò che di regola scrivi in forma di commento anche su CDC).
Preso atto di ciò che hai scritto, le nostre posizioni sono molto più vicine. Io sono anti-anticommunista, salvo per i comunisti che ancora oggi vorrebbero abolire del tutto la proprietà privata dei mezzi di produzione (li avverso) e salvo i comunisti che avvertono il bisogno di declamare continuamente vecchie parole (proletariato, comunismo, socialismo, anticapitalismo), perché sono perdenti a priori (preferisco essere più realista e concreto e indicare i provvedimenti che prenderei, anziché declamare parole); e sono anti-antifascista, nel senso che avverso taluni caratteri specifici del fascismo (di cui dirò nel post che ho promesso) ma non i fascisti in sé (era già la posizione di Togliatti in assemblea costituente): i) perché alcuni che si dicono fascisti attribuiscono importanza a taluni caratteri del fascismo che io non avverso; ii) perché credo che mi sia più facile far cambiare ad essi posizione che non ai liberali-liberisti-cosmopoliti-umanitaristi ecc.; iii) e perché so che il mio nemico principale è altrove. Quale sia l'ho indicato nel precedente commento.
Voglio precisare che condivido molto di ciò che è scritto nell'articolo pubblicato da Rivista indipendenza sullo stesso tema. In particolare ciò che è scritto nella seconda parte dell'articolo, nella quale vengono fissati alcuni punti.
innanzitutto una precisazione: il Luciano che ha inviato in "Italia e Europa, un destino comune" questo commento:
https://www.appelloalpopolo.it/?p=5611#comment-2390
non sono io. Forse è Luciano Fuschini, che ha dimenticato di aggiungere il cognome. Il mio nome e cognome è Luciano Pietropaolo e d'ora in poi mi firmerò con entrambi per non generare equivoci. I miei ultimi commenti sono:
https://www.appelloalpopolo.it/?p=5579#comment-2385
https://www.appelloalpopolo.it/?p=5415#comment-2338
https://www.appelloalpopolo.it/?p=5415#comment-2366
A Giancarlo e a Stefano: da quello che ho scritto qualcuno potrebbe pensare che il mio profilo è quello di uno stalinista inveterato e nostalgico, ma non è esattamente così. Fino al fatidico 1991 ero marcatamente di sinistra, ma piuttosto distante dal comunismo, dal mondo sovietico e dalla cultura marxista leninista, pur senza essere anticomunista: mi sentivo piuttosto un "compagno di strada" come lo era stato in tempi anteriori Jean Paul Sartre. Dopo il crollo dell'Urss tutto è mutato radicalmente: la verità storica ha cambiato segno e colore e quel che prima appariva incomprensibile o inaccettabile (lo "stalinismo") diventa improvvisamente chiaro e ineluttabile.
Luciano Pietropaolo
Il Luciano che ha inviato il commento non è nemmeno Luciano Fuschini ma un altro nostro lettore, molto vicino alle nostre posizioni. Invito anche lui, la prossima volta, a indicare il cognome, visto che abbiamo tre commentatori di nome Luciano.
Scusate la domanda ingenua e per nulla provocatrice:
ma che c'azzecca Freda con Orso?
Forse ho un po' esagerato con l'ironia e la simulazione nel mio precedente commento …
Non sono un rosso-bruno/ nazi-maoista, e questo l'ho già chiarito altre volte. La mia vicenda esistenziale, soprattutto quella più recente, lo può confermare. Il fatto è che ho voluto "divertirmi" fingendo di accettare la qualifica. Evangelisti è uno stro… (parola di 6 lettere che finisce con o, qui lo dico e qui lo confermo) e gli pseudocomunisti ascari del liberismo più feroce attaccano con simili motivazioni coloro che sono veri anticapitalisti e antiliberali, esclusivamente per poter continuare a "coltivare il loro orticello" sempre più miserello … vogliono i voti nelle prossime elezioni politiche (se ci saranno) questi giuda, e vogliono ancora i privilegi dei parlamentari e l’estensione delle loro sub-clientele politiche. Dice bene Stefano D’Andrea, quando afferma che i (presunti o effettivi) rosso-bruni non sono il nemico principale, ma nemici del nemico principale neocapitalistico. Ed infatti, i miserelli resti di RC & C con simili campagne “per la purezza ideologica” vogliono nascondere il fatto che anche loro sono al servizio del nemico principale, e creano falsi nemici da combattere e sterminare. Sono quindi dei vili apostati in mala fede (scusate la moderazione delle mie espressioni) e sono loro da cacciare a calci nel sedere.
Infine, si chiede Tonguessy “ma che c’azzecca Freda con Orso?” Risposta: assolutamente niente, mi sta pure antipatico …
Ho detto
Eugenio Orso
Vi ringrazio per aver pubblicato il mio articolo ed aver esportato la discussione fuori dal recinto di rifondazione. Io non vedo alcun pericolo rossobruno (vero e presunto), ed anche per questo vengo spesso attaccato. Il vero pericolo, molto radicato, sono i rosati (cit.Luciano). Infatti un manifesto simbolo della giovanile che coordino a Torino dice: "Siamo un'isola rossa in un mar di salsa rosa"
Personalmente valuto il rossobrunismo ed "rosatismo" molto simili, effetti differenti della stessa causa: il crollo della sinistra. I rossobruni saccheggiano ideali e li ripropongono in salsa bruna, i rosati si adeguano ai tempi e svendono i gioielli di famiglia per "pochi" spiccioli, affiancandosi alle posizioni centriste, garanti del Pensiero Unico.
Un pericolo lo vedo eccome, se è vero, come qualche analista sostiene, che i tempi sono troppo simili agli anni della Grande Crisi: che si levi dal coro del Pensiero Unico una voce che autorevolmente si prenda carico di traghettarci verso una dittatura militare, magari dopo avere elaborato un Mein Kampf. Gli ingredienti sembrano esserci tutti, manca solo l'attore principale. Non dovrei preoccuparmi?
PS Un caro saluto a Eugenio.