Covid 19 e altre pandemie: bloccare la vita sociale o accettare un maggior numero di morti?
Il problema filosofico o etico posto da covid 19 e da eventuali altre pandemie è se si debba accettare che la vita sociale sia interrotta o bloccata per anni, nel senso che innnumerevoli e anzi quasi tutti i settori della società non funzionino o funzionino in percentuale estremamente ridotta – dal 20 al 50% – o se la vita sociale non vada paralizzata, a costo di sopportare un maggior numero di morti.
Da mesi, infatti la vita sociale è interrotta o paralizzata, non semplicemente sospesa per più o meno brevi periodi di tempo.
E quanto alla tesi che il problema non sarebbero i morti per covid 19, malattia tutto sommato a bassa letalità, ma il rischio che il sistema sanitario vada in tilt, essa è ipocrita e nazista: ipocrita perché la disfunzionalità del sistema sanitario si risolve in un maggior numero di morti; nazista, perché essa, sia pure surrettiziamente, implica che, se i morti sono ultra-ottantenni malati, allora la vita sociale non si deve fermare, se invece sono anche uomini maturi e sani, che morirebbero per mancato funzionamento del sistema sanitario nazionale, allora per evitare questo rischio la vita sociale va bloccata o paralizzata»
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