La patente

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8 risposte

  1. Jarkko Valo ha detto:

    Effettivamente è un ruolo pubblico per cui non ci vuole un'abilitazione, al contrario della carriera di avvocato o di notaio.
    Però il problema di fondo è che si vota, ma poi succede quel che succede e la progressiva perdita di fiducia nei nostri rappresentanti ha portato ad una certa indifferenza. Tanto va tutto male lo stesso. E se poi per miracolo c'è qualche politico migliore ci penseranno i suoi colleghi ad affondarlo.
    Ma cosa si dovrebbe fare?

  2. Tonguessy ha detto:

    In ogni organismo esiste un meccanismo (retroazione o feedback) che ricorda all'organismo stesso i limiti entro cui deve operare. Nell'attuale cerchio non virtuoso (Vertici -Macchina del Consenso (media) – Base – Vertici) manca qualsiasi retroazione proprio a causa dell'azione inibitoria dei media, che hanno svuotato il senso critico e trasformato i cittadini in consumatori.

    Sarebbe quindi necessario, per ripristinare quel meccanismo, togliere potere alla pubblicità, ai creativi, alle indagini, al marketing. Invece stiamo passando dalle banconote alle carte di credito, ed uno dei motivi di tutto questo è il marketing: le multinazionali possono sapere l'andamento delle nostre scelte e influenzarle.

    Questo per rispondere alla tua domanda.

  3. Jarkko Valo ha detto:

    Quindi la tua idea sarebbe quella di una democrazia in cui il politico non è (per legge?) affiancato da uno che ne cura l'immagine pubblica e non ha la possibilità di comunicare attraverso i media?
    In un caso estremo quindi io avrei solo la possibilità di andare a sentire i suoi comizi elettorali per sapere cosa ha da proporre, comizi che per loro natura sono privi di contraddittorio e in cui di solito si raccontano solo aspetti banali e comprensibili per le persone che mediamente hanno un livello basso?
    In una versione meno estrema ci sarebbero soltanto dei confronti tra tutti i contendenti su un media a grande diffusione (quindi TV) come vorrebbe la par condicio. Ma già per le politiche sarebbe difficilmente realizzabile visto il numero di persone che dovrebbe parlare, figurarsi per le amministrative.
    Non so, forse ho capito male, ma risolvere il problema ponendo dei limiti legali alla diffusione mediatica di un politico mi sembra difficilmente attuabile dal punto di vista pratico.

  4. Tonguessy ha detto:

    Evidentemente mi sono spiegato male: l'immagine pubblica che un politico vuole offrire di sè è troppo spesso lontana anni luce da ciò che realmente è e fa. Il compito della pubblicità è rendere plausibile tutto, indipendentemente dagli intrinseci valori. 

    Un pubblico abituato a scegliere in base all'immagine è disabituato a sceglierne i relativi contenuti e si accontenta dell'aspetto formale dimenticando la sostanza. 

    Questa regola è vera in qualsiasi campo, dall'alimentare al politico.

    Gli specialisti di settore studiano i gusti dei cittadini diventati consumatori, e adeguano le loro campagne in base agli studi di settore. Se serve un effetto flou per rendere più credibile la comunicazione, usano un filtro soft focus. In tal modo l'aspetto estetico modifica la percezione, rendendo più "appetibile" il messaggio, qualsiasi esso sia. La comunicazione e la mimica sono studiati in dettaglio. Una volta adeguato il contenitore agli standard richiesti, cosa resta del contenuto, ovvero del messaggio?

    Da questa storia non se ne esce vivi, perchè questa è l'essenza stessa del Mercato e quindi del capitalismo: vendere di più modificando la percezione di bisogno.

    Si potrebbe quindi ritornare a discutere di contenuti VERI se non ci fossero di mezzo  generatori di consenso, inquinanti percettivi e manipolatori di bisogni.

    La par condicio è uno specchietto per allodole, vista la situazione attuale. Finchè  la democrazia sarà vista come il bene assoluto, ad esempio, ci saranno sempre delle ottime ragioni per esportarla a suon di bombe. Ed il politico che supporta l'operazione (sia il D'Alema del Kossovo o La Russa della Libia) viene visto dai consumatori-elettori come un benefattore, un portatore di luce nei posti tenebrosi del mondo. Se così non fosse sarebbe nella discarica della Storia.

    Contenuto contro contenitore, ovvero il ruolo mistificatore dell'informazione mediatica e di chi la manovra.

    Come vedi non occorrono patenti di onestà nè attestati di specchiata moralità. Serve solo tanto pelo sullo stomaco.

    C'è un film che parla di questi ambienti torbidi dove l'unica morale è essere fedeli al potente: the good shepherd-l'ombra del potere.

  5. edoardo ha detto:

    Non sono d'accordo, i laureati sono una elite e farebbero necessariamente gli interessi della loro elite, il parlamento perfetto per me dovrebbe essere come una giuria popolare, composto di cittadini comuni,

  6. Tonguessy ha detto:

    @Edoardo

    c'è qualcosa che va ben olte il titolo di studio e che riguarda il tempo in cui si vive. Nel primo dopoguerra tutti gli italiani, indipendentemente dal titolo di studio e della formazione politica, si sono sentiti in dovere di ricostruire la nazione. Per tutti gli italiani, non per una minoranza o per un gruppo sociale.  Lavoro, casa e quella serenità che la guerra aveva lacerato era una priorità per chiunque.

    I parlamentari italiani all'epoca della stesura della Costituzione e delle prime leggi dello Stato Repubblicano, pur essendo nella quasi totalità  laureati, non fecero operazioni di lobby, non privilegiarono delle componenti sociali a scapito di altre se non marginalmente. La ricostruzione dell'Italia era un compito condiviso e ben maggiore delle successive attività lobbistiche cui si dedicarono con passione nei tempi successivi. L'autostrada del Sole, ad esempio, fu costruita in tempi record che nulla hanno a che vedere con i cantieri attuali della Salerno-Reggio Calabria.

    Il passaggio da un capitalismo in espansione che sta facendo nascere la classe media ed un capitalismo in decadenza che sta facendo di tutto (anche uccidere la classe media) per continuare a garantire gli scandalosi privilegi delle elites è la chiave di lettura dei tempi attuali. E la sai la novità? Neanche i professori di oggi sono esenti da pagare dazio. Anche loro, ad esempio, sono soggetti al costante calo del potere d'acquisto al punto che anche loro devono fare un mutuo per poter comprare casa, e questo perchè le linee di sviluppo attuali stanno penalizzando l'istruzione e drogando il comparto immobiliare per continuare a garantire ai vari Caltagirone i soliti immensi guadagni che dal dopoguerra hanno caratterizzato il passaggio dal paesaggio agricolo a quello industriale.

    La composizione delle Camere dice chiaramente che ormai anche quello strato sociale ha perso l'originale funzione davanti all'incedere sgambettante e sgomitante della moderna classe imprenditrice.

    E comunque ti do ragione: molto meglio un parlamento di analfabeti saggi come certi nonni che un'accozzaglia di Ghedini che pensano solo ad aumentarsi gli stipendi senza offrire nessun servizio degno di questo nome alla collettività.

  7. Jarkko Valo ha detto:

    Penso che l'argomento "titolo di studio" sia in sostanza privo di importanza. Uno può essere laureato o analfabeta, ma se poi pensa solo al proprio tornaconto uno vale l'altro. Inoltre la massa odierna di laureati disoccupati la dice lunga sul fatto che le elite non si formano certo in base al titolo di studio. Per il discorso riguardo la gestione commerciale della politica sono chiaramente d'accordo, però mi interessava di più provare a valutare quali potrebbero essere delle vue d'uscita. Aspettare che la classe politica si moralizzi mi sembra di capire che sia tempo perso. Allo stesso modo mi sembra che non si sia neanche raggiunto il punto di inversione della tendenza a calare della capacità del cittadino comune di valutare chi va a votare. Se ambo le parti stanno facendo una corsa al ribasso mi chiedo cosa mai si possa sperare per il futuro? Un cataclisma biblico che rimetta in moto la necessità di collaborare con i propri connazionali?

  1. 26 Marzo 2012

    […] di Tonguessy – Appelloalpopolo Share{lang: 'it'}TweetNessun articolo simile.  Posted by iguano at 09:00  Tagged with: […]

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