Bancomat o carta?
di Stefano D'Andrea
La rivolgono i benzinai, i negozianti di abiti, di giocattoli e di casalinghi; la rivolgono i ristoratori, le agenzie di assicurazione e di viaggi: “bancomat o carta?” è la domanda che gli acquirenti di beni e servizi per il consumo, i consumatori, si sentono rivolgere dai venditori e dai fornitori.
E’ una domanda ingenua? Non può esserlo se essa è rivolta costantemente e universalmente.
Al contrario, è una domanda significativa: significa qualche cosa. Interroghiamo la proposizione: per interpretarla, da un lato; e per svelarne la ragione e il significato pratico, dall’altro.
Per svelare la ragione occorre rispondere ad alcune domande. Perché tutti gli esercenti chiedono “bancomat o carta”? Chi ha chiesto ad essi di rivolgere quella domanda? Chi, eventualmente, lo ha imposto? Che interesse perseguono, se essi domandano spontaneamente?
Anche per scoprire il significato pratico è necessario rispondere ad alcune domande. Quali conseguenze svolge la domanda “sistematica” sui consumatori? I consumatori potranno mai liberarsene? O siamo condannati ad ascoltare per l’eternità la domanda: “bancomat o carta”?
Tuttavia, per conoscere la ragione e il significato pratico della domanda bisogna prima averla interpretata. Che significa? Cosa ci chiedono gli esercenti (la legge li chiama “professionisti”)? Quale alternativa ci pongono?
Il significato della formula desta sgomento. Eccolo: “vuol pagare con soldi suoi o vuole che in suo luogo paghi la sua banca o la sua finanziaria”? Chi utilizza una carta di credito, come minimo (v. infra) sta avvalendosi dell’adempimento di un terzo, anche se, stranamente, senza dover pagare interessi (sempre che sul conto corrente, al momento dell’accreditamento delle somme pagate con la carta, vi siano somme sufficienti): qualcuno ha dato la disponibilità ad adempiere per te, se acquisti beni o servizi di consumo. Possibile che per l’eternità i consumatori si sentiranno rivolgere quotidianamente una domanda tanto idiota: “vuol pagare con soldi suoi o preferisce che per lei paghi la banca o la finanziaria, che poi si rivarrà su di lei?”.
La ragione di una domanda tanto idiota non sta nella idiozia degli esercenti, i quali hanno tutto l’interesse al pagamento mediante bancomat e, se potessero, non indurrebbero i clienti all’uso della carta di credito – e invero, per ragioni fiscali, nemmeno del bancomat! Infatti, per ogni pagamento con carta di credito, la banca o la società che ha fornito la carta di credito preleva una percentuale della somma incassata dall’esercente.
La domanda è imposta agli esercenti dal fatto che esistono carte magnetiche che valgono e da bancomat e da carta di credito, nonché dalla macchina elettronica, la quale è predisposta senza l’opzione predefinita per il pagamento “con mezzi propri” (mediante bancomat). Le banche e le società di carte di credito, che predispongono le convenzioni bancomat e carta di credito, tramite la macchina da esse fornita, e tramite la creazione di “bancomat che valgono anche come carta”, hanno posto la necessità per gli esercenti di rivolgere la domanda.
Dunque la domanda ha quel significato, apparentemente assurdo. E gli esercenti non sono liberi di non porcela; v’è necessita di sollevarla, almeno se noi consegnamo una carta bancomat. Sono le banche che vogliono che i cittadini non paghino con soldi propri, bensì con soldi delle banche medesime o delle società di carta di credito. Non è strano!”E “il servizio”, ormai, è gratuito – prima se lo facevano anche pagare!
E’ dunque assodato che le banche e le società di carte di credito hanno interesse a che i cittadini utilizzino le carte. Esse hanno inventato il servizio, che nessuno aveva richiesto. Lo hanno offerto dietro corrispettivo. Poi la concorrenza ha rivelato che i guadagni sono altrove – non consistono nel corrispettivo – ; infatti “il servizio” ora è offerto gratis. E l’utilizzo della possibilità (del servizio) è sollecitato al momento di effettuare ogni pagamento: “bancomat o carta”?
Quali vantaggi traggono le banche e le società di carte di credito dall’uso della carta piuttosto che dal bancomat?
Si tende a porre attenzione sui vantaggi che le banche conseguono nei confronti degli esercenti, i quali pagano una commissione per ogni acquisto. Peraltro è certo che in tutto o in parte questo costo ricade su tutti clienti, per effetto dell’aumento dei prezzi.
Ma oltre a questo svantaggio indiretto, ma certo e generale, i clienti hanno almeno un altro svantaggio, che tuttavia non è generale, perché colpisce soltanto alcuni: il pagamento degli interessi.
Tutti coloro che per una ragione o per un'altra, con basso o alto reddito, vivono secondo un tenore di vita che implica mensilmente la spesa dell’intero ammontare delle entrate – anche a causa di mutui, rate per l’automobile e eventualmente per altro – dinanzi alla prima necessità o semplice occasione saranno tentati di utilizzare ugualmente il “servizio”; che in questo caso, tuttavia, diventa un “prestito”. Ossia un altro servizio. In sostanza sempre si ha il pagamento del terzo. (questa qualifica costituisce una semplificazione e potrebbe non essere precisa sotto il profilo tecnico-giuridico; ma rende comunque l’idea). Spesso si ha anche un prestito ad interessi, molto elevati.
Tra coloro che, spendendo mediamente, ogni mese, tutte le entrate, saranno stati indotti ad avvalersi del servizio di prestito, una parte si avvarrà del prestito per lunghi periodi. Costoro non si imporranno di rientrare immediatamente e così accadrà, per esempio, che pur avendo entrate per quattromila euro, per dodici, più o meno lunghi periodi mensili, ogni anno si trovino a pagare esosi interessi.
La carta di credito sostiene, al tempo stesso, il consumo – che certamente diminuirebbe se domani le carte fossero vietate -; correlativamente la produzione, perché se le carte fossero vietate si venderebbero e quindi produrrebbero meno beni e servizi; e l’ occupazione, perché le minori vendite imporrebbero riduzioni, più o meno ampie, di personale. Questi risultati, tuttavia, sono ottenuti al costo dell’aumento del debito dei cittadini, nonché dell’aumento dei prezzi. (a causa delle commissioni imposte agli esercenti).
Se non esistesse alcun vincolo costituzionale, il legislatore e quindi la politica sarebbero liberi di stabilire che le convenzioni di carta di credito sono valide o, al contrario, che sono invalide. C’è tuttavia una norma costituzionale, la quale prevede che “La Repubblica tutela e incoraggia il risparmio”. Non solo tutela – essenzialmente deve salvaguardarlo dall’inflazione – ma “incoraggia” il risparmio. E se si può controvertere su che cosa significhi “incoraggiare il risparmio”, non si può dubitare che il legislatore ordinario non possa emanare norme che incoraggino l’indebitamento dei cittadini. Quelle norme sarebbero invalide. Se poi norme che espressamente attribuiscano validità alla convenzione di carta di credito non esistono, comunque il contratto atipico (atipico: non direttamente previsto da una norma) di carta di credito deve essere considerato invalido, perché ha la funzione e comunque l’effetto di suscitare, promuovere e agevolare l’indebitamento dei cittadini per l’acquisto di beni e servizi di consumo. A maggior ragione vanno considerate invalide le convenzioni relative a carte di credito revolving, sulle quali abbiamo già avuto modo di argomentare (v. qui).
Voglio aggiungere, prima di concludere, che il generale servizio bancomat-carta di credito ha fatto si che i soldi dei cittadini siano in gran parte depositati presso le banche, con la conseguenza che detto "sistema" è una delle cause dell'aumento del complesso dei crediti che le banche possono fare (e quindi dei debiti di cittadini e imprese), i quali, per legge, sono una percentuale – che negli anni novanta del secolo scorso e nel primo decennio del nuovo è stata molto alta – del denaro depositato presso le banche. La coerenza vorrebbe che tutti coloro che contestano il meccanismo o comunque la percentuale della riserva frazionaria si rechino mensilmente a ritirare lo stipendio e trattengano il denaro che prevedono di dover spendere. Quanti contestatori del potere bancario sono coerenti con sé stessi?
Tieni conto però che generalmente le carte multifunzione sono contemporaneamente bancomat e carta di DEBITO, non carta di CREDITO; quindi non c'è nessun prestito e i soldi te li levano esattamente in quel momento, solo che passano per un circuito diverso. Non ho mai visto carte di CREDITO (quelle che hanno i numeri a rilievo, per capirci) che siano anche bancomat, ma potrei sbagliarmi.
grande articolo,complimenti.
Grazie Eric.
Per Michele. Ho chiesto ad un funzinario della bnl. Mi ha detto che con la funzione "carta" si avrebbero quattro-cinque giorni. Poi c'è uno coperto, non pattuito, per il quale si pagano interessi (non so se più alti o più bassi di quelli di una carta di credito, che sono alti). Se fosse così si trattarebbe di una crata di credito – anche se egli la chiamava, come te, carta di debito: per soli quattro giorni e magari con interessi più bassi, ma carta di credito. Peraltro non mi sembrava convintissimo. D'altra parte, perché la funzione diversa viene chiamata "carta"? Se la differenza fosse soltanto un altro circuito, perché un nome ("carta") che indica un'altra funzione? Quando mi capiterà, approfondirò. Ciao.
1. agli esercenti semmai converrebbe il pagamento con carta di credito, poichè spesso gli istituti finanziari agevolano con percentuali sul venduto questo tipo di pagamento
2. il dispositivo denominato POS (point of sale, punto di vendita) deve ricevere l'impostazione dell'utente (il cassiere) per identificare il tipo di codice carta e quindi interrogare il canale comunicativo opportuno, con gli specifici codici
argomentare su una questione simile può stimolare un dialogo ma anche essere particolarmente ozioso, alla fine dei conti sterile.
un caro saluto
giorgio
la domanda da porre prima di questa dovrebbe essere:
Perchè pagare con la plastica anzichè col contante?
il contante è moneta, la plastica invece è un flusso di denaro, veicolato da circuiti bancari. Il circuito bancomat è differente dagli altri… ma entrambi sono comunque flussi il cui esito favorisce i detentori di quei circuiti virtuali.
Pagare in contati significa: sapere con certezza di quanto si dispone, quindi vi è l'impossibilità di contrarre un debito (che produce interessi e commissioni)
Significa difendere la propria privacy comprando come e quando si vuole senza autorizzazioni o ingerenze di terzi
Significa incassare direttamente il corrispettivo del propio lavoro e poterne fruire direttamente senza controlli terzi e intermediazioni.
La guerra ideologica al contante è chiaramente condotta dai potentati bancari
che nella gestione del contante perdono controllo e sopportano costi.
la scusa ufficiale: antiriciclaggio
Caro Ob_server sono completamente daccordo.
Ciao
Sono i flussi di denaro che … generano denaro.
Diversi milioni di clienti "schedati" con "carta" sono un pacchetto di caramelle che fa gola e genera ricchezza o potenziale ricchezza da poter rivendere in qualsiasi momento.
Così e veramente facile influenzare ed orientare consumi e spese. E' altresì vero che una carta, un telepass, un qualsiasi numero abinato ad un nome può essere utile per dimostrare di essere stato in un posto piuttosto che in un altro. Ogni tessera magnetica è volta ad indirizzare chiaramente i tuoi consumi verso questo o quel prodotto, quella o questa compagnia e via discorrendo. Come dice Ob_server il contante è l'unico modo per essere "proprietari" del proprio denaro … ma comunque tutti abbiamo purtroppo una carta …
ciao!
Se rispondi Bancomat viene utilizzato il circuito PagoBancomat, se rispondi carta viene utilizzato il circuito Maestro/VPAY. Sono tutti circuiti di debito e la transazione avviene in ogni caso immediatamente.
Piano piano me li leggerò tutti i tuoi articoli, Stefano :)
Voglio dare comunque un mio contributo. Spero utile
Ai tempi del Movimento studentesco si usava parlare di U.P.A. (uso parziale alternativo) quando trovavi il modo di sfruttare a tuo vantaggio qualcosa che non apparteneva al tuo mondo ed alla tua cultura ma proveniva dal fronte avversario
Se usata con giudizio (e rigorosamente con i tuoi soldi sul conto) la carta di credito ti permette di ottenere vantaggi notevoli quali:
– Puoi utilizzare i tuoi soldi per fare altre cose fino al 15 del mese successivo al mese considerato (un po' come l' IVA che usi fino al 16 del secondo mese successivo alla fine del trimestre)
– Hai un' unica movimentazione sul conto per un numero notevole di movimentazioni di cui hai rigorosamente traccia
– All' estero eviti di pagare costose commissioni sui cambi
– Godi di alcune garanzie di tipo assicurativo (Paypal copre fino a qualche centinaio di euro)
– Hai la possibilità di ricevere beni altrimenti introvabili o molto più costosi (negli USA i libri usati non costano niente e con pochi dollari spedizione inclusa tieni aggiornata la tua bella libreria)
– L' acquisto di qualsiasi tipo di titolo di viaggio direttamente da casa elimina intermediazioni di agenzie, code e qualunque tipo di scocciatura: devi solo presentarti al gate o salire sul treno
Quindi, quando alla cassa mi chiedono "Bancomat o carta" io rispondo "carta" perché in quel momento mi godo per quasi un mesetto i soldi della banca e ridacchio guardando il demente davanti a me che visto che ci sono i saldi ha comprato cinque giacche da sci e le butta li, davanti alla casa. 700 euro: E' ovvio che non ce la farà a finire il mese e presto la banca si verrà a prendere la villetta a schiera-bolla-immobiliare da 244 rate.
Questa un po' la storia dell' Uso Parziale Alternativo
Confesso che anche io faccio usi parziali alternativi della Carta di credito. In particolare biglietti aerei e del treno e prenotazioni alberghiere! Però quando pago pago sempre con il bancomat. Un po' è per tenere sotto controllo il conto un po' è per avversione ideologica ad accettare prestiti, seppure gratuiti.