Taggato: Donald Trump

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Il mito della crescita attraverso il libero scambio

di PATRICK KACZMARCZYK (storico dell’economia) Traduzione di Michele Paratico Il protezionismo conduce alla guerra e alla stagnazione, il libero scambio inevitabilmente alla crescita. Questa storiella è un paradosso neoliberista da prima del 1913. Vale la pena dare un’occhiata più attenta alla storia. Da quando Donald Trump è diventato presidente, ha cominciato a circolare la paura del protezionismo. Eminenti economisti attraverso i mass media ci mettono in guardia all’unisono contro le sventure che il protezionismo avrebbe già...

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Perché distruggere la scuola pubblica?

di PAOLO DI REMIGIO (FSI Teramo) La vicenda della scuola pubblica italiana negli ultimi decenni va inserita nella vicenda generale della repubblica: l’Italia è uno Stato non ancora emancipato dalla sconfitta nella seconda guerra mondiale, dunque a sovranità più o meno strettamente limitata dalle potenze vincitrici, cioè dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. All’inizio degli anni ’90 la sua classe dirigente, abituata a un’ampiezza di movimento non più compatibile con i piani imperiali atlantici...

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Trump e la critica del libero scambio

di JACQUES SAPIR; 16 febbraio 2017 L’articolo originale al seguente indirizzo: http://russeurope.hypotheses.org/5711 Traduzione di PAOLO DI REMIGIO (FSI Teramo) Il presidente Donald Trump non ha aspettato il suo insediamento, il 20 gennaio 2017, per cominciare a mettere in atto parte del suo programma economico, essenzialmente tramite pressioni protezioniste e la rimessa in discussione degli accordi di libero scambio. Che sia il Trattato Trans-Pacifico o il NAFTA (firmato qualche decennio fa con il Messico e il Canada) o...

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Donald Trump. Che cosa avrebbe detto Lasch?

di CLAUDIO GIUNTA (italianista; Università di Trento) Christopher Lasch aveva capito tutto? Chi ha letto i suoi libri se lo sta domandando da qualche tempo, a mano a mano che in Occidente i partiti di sinistra hanno perso appeal sul loro elettorato tradizionale, e soprattutto dopo che un mese fa Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti. Lasch (1932-1994) è stato uno dei più originali e influenti intellettuali americani della seconda metà del...

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L’Ungheria intende chiudere tutte le ONG finanziate da Soros

di ZOLTAN SIMON (bloomberg.com) Secondo il vice presidente del partito di Viktor Orban, adesso che Donald Trump si insedierà alla Casa Bianca, l’Ungheria intende dare un giro di vite a tutte le organizzazioni non governative collegate al miliardario George Soros. Il paese membro dell’Unione Europea userà “tutti gli strumenti a sua disposizione” per “spazzare via” tutte le ONG finanziate dal finanziere di origini ungheresi, che “serve i capitalisti globali e appoggia il politically correct contro...

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Benvenuti nell’era della post-verità

Questo articolo era stato inizialmente postato nella Rassegna stampa. Tuttavia, credo che esso meriti la massima diffusione tra i militanti del FSI e più in generale tra i sovranisti. Il tema, infatti, è trattato a livello scientifico e in modo organico: l’articolo ha una funzione formativa. Perciò lo colloco in home ringraziando Iacopo per averlo segnalato (SD’A). di L’INTELLETTUALE DISSIDENTE (Alessio Sani) E così anche le fake news giunsero in Italia, come tutto ciò che...

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Trump presidente

Jacques Sapir riassume con la consueta lucidità i temi principali di questa giornata: la vittoria di Trump che ha saputo esprimere la sofferenza della società americana, la sconfitta di un partito democratico scaduto a puro strumento di Wall Street, il rammarico per Sanders che aveva fatto suoi molti dei motivi che hanno portato Trump alla presidenza – un rammarico che il troppo obbediente Sanders forse non merita. Si profila la crisi definitiva del globalismo americano...

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L’incontro pubblico di “Limes” sulla possibile guerra Nato-Russia: un resoconto

di RICCARDO PACCOSI (FSI Bologna) Per informare ma anche per chiarire le idee a me stesso, scrivo un resoconto dell’incontro pubblico, svoltosi ieri a Bologna, di presentazione dell’ultimo numero della rivista di geopolitica “Limes”, dedicato alla possibile guerra Nato-Russia. I relatori erano il direttore di Limes Lucio Caracciolo, il console russo a Bologna Igor Pellicciari e il generale già rappresentante dell’Italia nella Nato Giuseppe Cucchi. Cominciamo col dire che la tesi di fondo di tutto...

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Trump e i media, la storia si ripete in farsa

di CARLO FORMENTI (giornalista e scrittore) Ricordate la battuta di Marx su Napoleone III? La storia si ripete sempre due volte, scriveva il genio di Treviri, la seconda in forma di farsa. Di recente la storia ha preso il vizio di ripetersi più di due volte, ma la battuta funziona ancora, solo che, a ogni replica, l’elemento farsesco si acuisce, fino al grottesco. La colpa è dei media, i quali, nel raccontarci il mondo contemporaneo,...

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Il popolo dimenticato dall'ideologia globalista

di ALAIN DE BENOIST Ciò che François Hollande vuole ridurre non è la disoccupazione ma le cifre della disoccupazione. Da qui il suo programma di formazione dei giovani, che è principalmente orientato a sgonfiare le statistiche. Per il resto, mentre la politica liberale dell’offerta non funziona in maniera evidente, senza la spesa pubblica la Francia sarebbe caduta nella depressione. Tutto ciò che Hollande propone sono le solite ricette liberali: regali aggiuntivi alle imprese, riduzione degli...

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Hillary e Donald, la padella e la brace

di MAURO POGGI (ARS Liguria) Edward Snowden sintetizza nel suo tweet le opzioni disponibili nella corsa alla presidenza della nazione più potente al mondo. Da un lato, un miliardario populista  accusato di simpatie per il fascismo e pulsioni razziste. Dall’altro una sociopatica militarista, che al pari del marito ha costruito la propria carriera politica sulla commistione con gli apparati finanziari e l’industria militare. In un’epoca dove l’offerta di dirigenti politici in occidente ha raggiunto livelli...

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La rivolta dei "perdenti" contro le élite

di ALESSANDRO VISALLI (Tempo Fertile) Un doloroso articolo di Martin Wolf cerca di riportare i lettori del Financial Times ad uno sguardo più realistico sul mondo. L’articolo, come molti dell’influente giornalista economico, è caratterizzato da una specifica posizione di parlante: membro di una élite che si sente “illuminata” parla per essa (nella tragica consapevolezza che molta “luce” non ci sia). Ciò che ricorda è molto semplice, l’aristocratica divisione del mondo in “vincenti” (noi) e “perdenti”...