Quella Pasqua di sangue del 1916
La mattina del 6 dicembre 1922 una macchina blindata color verde militare fa il suo ingresso nella piazza d'armi del Castello di Dublino, ad attenderla vi sono due gruppi di ufficiali militari che portano divise differenti e si trovano schierati uno di fronte all'altro nei pressi del palo che regge una Union Jack sventolante.
Dalla macchina scende un uomo in divisa dell'Esercito Repubblicano d'Irlanda, ha soli 32 anni e il profilo dei contadini delle contee del sud, è alto con larghe spalle ma nonostante sia il capo di un esercito appare come un ragazzo di campagna, dalla mascella pronunciata e il sorriso contagiante.
Si avvia lento passando in rassegna i giovani ufficiali del suo esercito, conosce ognuno di loro e le loro famiglie perchè prima di vestire i panni dell'esercito liberatore erano tutti contadini, operai, calzolai, disoccupati e uomini del porto. Quando giunge ai piedi del palo che regge per un ultima volta la bandiera inglese sventolante viene accolto dalle parole fredde dell'ufficiale Inglese incaricato di svolgere la cerimonia.
“ Mr. Collins, lei è in ritardo di 7 minuti ” dice secco l'ufficiale inglese, senza neanche guardare il suo interlocutore ma osservando con sdegno l'orologio da taschino.
Michael Collins, dopo aver fatto un lungo respiro osservando il tricolore Irlandese pronto ad issarsi sul Castello di Dublino, risponde con tono orgoglioso: “ Voi inglesi avete aspettato 7 minuti per questo momento, noi Irlandesi invece 700 anni ”.
In quella mattina fredda di Dublino 26 Contee venivano unificate nello Stato Libero d'Irlanda mentre altre 6 restavano all'Impero Britannico, sotto forma dello stato dell'Ulster.
Questa era la fine di un capitolo importante della Storia d'Irlanda iniziato parecchi secoli prima e portato ad una fine grazie ad un manipolo di uomini e donne coraggiosi, di cui questo mio articolo vuole ricordare le gesta.
Un popolo conquistato ma mai sottomesso
La perdita della sovranità Irlandese risale a parecchi secoli prima, benchè bersagliati fin dal VIII secolo D.C. dalle incursioni costiere dei Vichinghi ( dal gaelico Vic- baia e ingh-provenienza,quindi tradotto “ coloro che vengono dalla baia ”) il popolo irlandese ha sempre “inglobato” nei suoi usi e costumi le culture “straniere” compresa la religione Cattolica che ben si sposava, nell'evangelizzazione di San Patrizio, con la cultura della civiltà celtica.
L'ordinamento giuridico dell'Irlanda prima della perdita della Sovranità era basato sulla suddivisione in regni e sulla figura del Sovrano Supremo (Ard Ri), un Re sopra i Re che aveva compito di equilibrare il potere dei regni attraverso uno dei più antichi codici di Legge Europei, le Leggi Brehon.
Con l'affermarsi del potere Normanno sulla Gran Bretagna in seguito alla battaglia di Hastings
( 1066 d.c ) le mire espansioniste di questi Uomini del Nord ( fondamentalmente dei Vichinghi che avevano sposato una cultura e uno stile di vita più simile a quello degli acerrimi nemici di sempre, i Franchi ) spinsero sulla conquista dell'isola verde, anche grazie a delle divisioni interne dovute alla morte dell'ultimo Re Supremo d'Irlanda, Brian Boru ( 1014 d.c ).
Sarà Enrico II d'Inghilterra nel 1171, avvallato da Papa Adriano IV e la sua bolla Laudabiliter, a conquistare l'isola e porre fine alla sovranità del popolo Irlandese; nei secoli successivi verranno messa in atto tutta una serie di leggi e operazioni politiche atte a discriminare il popolo irlandese vietando matrimoni misti o applicando pesanti leggi discriminatorie verso gli irlandesi di fede cattolica.
La pressione inglese verso l'isola, diventata dominio britannico, conobbe un impennata fortissima nei secoli XVII-XIV dove tra carestie e guerre civili si passò dagli 8 milioni di abitanti ai 4, 4 milioni nel 1911, tutto grazie alle politiche di austerity del Governo Britannico che costrinsero milioni di irlandesi a partire immigrati verso l'America, su barche poco adatte al viaggio nell'oceano chiamate Coffin Ships ( bare galleggianti ).
Nonostante fossero afflitti dalla sottomissione e violenza da parte degli Inglesi, le rivolte degli Irlandesi non ebbero da subito grossi risultati, anzi si può quasi dire che la maggior parte delle rivolte portarono ad un fallimento e inevitabilmente da un innalzamento dell'oppressione inglese.
L'oppressione colpiva tutti i ceti ma alla ribellione mancava sempre la partecipazione di massa tanto da far passare alla storia come un grande fallimento, attraverso una canzone, il nome di una delle battaglie più attese all'epoca e immaginate come fondamentali per liberarsi dal giogo inglese ma che fini in una semplice schermaglia tra ribelli e Giubbe Rosse:
“ Battaglia del campo di cavoli della vedova McCormack ”.
Il titolo della canzone da esattamente una immagine di quel fallimento.
Bisogna aspettare il 1858 e tutto quello che l'Ottocento ha generato in materia di Patriottismo e riscoperta dei valori tradizionali di lotta, è infatti in quest'anno che si crea un organizzazione clandestina dedita alla lotta armata e dal nome evocativo di Irish Repubblican Brotherhood ( IRB ), una forma di Giovane Italia in salsa Gaelica i cui militanti venivano riconosciuti con il titolo di Feniani.
La strategia del IRB fu diversa da quelle precedenti, ma fu anch'essa fallimentare, si provò infatti a destabilizzare le provincie britanniche in Canada e gli interessi inglesi in America attraverso organizzazioni parallele all'IRB e composte dagli immigrati irlandesi nel Nuovo Mondo.
La più famosa di tutte, divenuta la 1° organizzazione terroristica riconosciuta dagli Stati Uniti d'America fu quella dei Molly Maguries, impiccati tutti quanti nel 1864 dopo diversi attentati dinamitardi innescati con lo scopo di spingere l'Inghilterra ad un maggiore impiego di risorse e soldati per proteggere i propri interessi oltre l'oceano, allentando il giogo sul popolo irlandese.
Dietro questi disperati e poveri tentativi stava maturando un sentimento di indipendenza forte che troverà il suo apice nella prima metà del '900, quando entreranno in gioco dei “fattori” esterni da considerare fondamentali, come il Socialismo e la Grande Guerra.
L'inizio del 1900 segno un passo fondamentale dell'emancipazione politica Irlandese, infatti l'esperienza dei decenni precedenti stava insegnando agli Irlandesi l'esigenza di costituire una forma partitica per continuare la lotta, pur non smantellando assolutamente le organizzazioni clandestine come IRB.
Nel 1873 i Feniani decidono di darsi una Costituzione e di eleggere un governo provvisorio ma nello scenario politico irlandese sono una piccolissima organizzazione che non è capace di raccogliere ancora grandi numeri accanto a se, soltanto nel 1905 si arriva alla costituzione di un partito vero e proprio, Sinn Fèin, fondato da un protagonista della rivoluzione irlandese, Arthur Griffith.
Di partiti in Irlanda ve ne sono già diversi, ma rappresentano organismi che non mettono in discussione la sudditanza nei confronti dell'Inghilterra, propongono alcune leggi al parlamento Inglese dove chiedono una maggior autonomia ma nessuno promuove scissioni e forme radicali di indipendenza. Quando nel 1912 il Irish Parliamentary Party di Charles Stewart Parnell riesce ad ottenere la discussione nel Parlamento Inglese di una legge per l'autonomia si creano subito organizzazioni armate pronte a difendere l'interesse degli Inglesi. Il giorno 11 aprile del 1912 viene approvata la legge che garantisce autonomia parlamentare all'Irlanda, chiaramente l'Inghilterra elargisce questa concessione sicura di non vedere nello scenario politico nessuna forza in grado di contrastarla anche perchè Sinn Fèin, per il momento, rappresenta una piccolissima organizzazione. Intanto le forze Unioniste si mobilitano, fomentate dai partiti conservatori Inglesi, per evitare una possibile escalation di istanze autonomiste e iniziano a organizzare squadre armate che irrompono nei comizi politici di Dublino con l'intento di scatenare disordini e violenze nei confronti degli Irlandesi.
Siamo alla vigilia di qualcosa di grosso ma ai tavoli politici irlandesi la carne sul fuoco è tanta, da una parte Parnell spinge per un mantenimento della legalità e per non cadere nel tranello inglese della ripresa dei conflitti a fuoco nelle campagne, dall'altra parte diversi esponenti politici iniziano a pensare ad una strategia differente.
Uno di questi personaggi è poco conosciuto nello scenario storico Europeo ma meriterebbe un maggior interesse da parte di molti, sto parlando del “ Garibaldi Irlandese ”, colui che costituì l'Esercito Cittadino Irlandese ( ICA ) e che per parecchi anni fu il leader e fondatore del movimento Socialist Labour Party, una scissione nata dal Social Democratic Federation nel 1903.
Il Guerriero del Popolo
James Connoly, classe 1868, è da considerarsi uno dei più attivi e determinati politici europei in materia di mobilitazione dei lavoratori ad inizio secolo, è lui che insieme ad un altro grande sindacalista Irlandese, James Larkin, gestisce il sindacato dei lavoratori dei trasporti e dei lavori manuali. Non sono nuovi a posizioni anti-britanniche, riescono infatti a guidare un sindacato che si distingue sopratutto per il suo anti-settarismo, includendo dentro lavoratori di fede cattolica e protestante, diventando così una spina nel fianco agli industriali Britannici che tendevano ad utilizzare la questione religiosa come pregiudiziale per l'assunzione, lasciando i cattolici fuori dalle liste dell'impiego.
Connoly è un marxista, lo ribadirà per tutta la vita e le sue tesi e posizioni politiche hanno suggerito ai posteri una forma di Marxismo-Tradizionalista, dove l'idea del Comunismo si sposa con quella della cultura popolare, contadina e tradizionale dell'Irlanda senza porre una pietra sopra al bagaglio di conoscenze e valori pre-illuminismo.
Connoly è anche sopratutto un uomo d'azione e la sua capacità di organizzare e gestire unità in guerra diventerà fondamentale nei giorni dell'insurrezione, quando fonda ICA lo fa in misura di difesa delle organizzazioni proletarie dell'epoca e per una prospettiva insurrezionale. Da tempo Connoly frequenta riunioni clandestine alla quale partecipano esponenti di diverse fazioni politiche rivoluzionarie o sovraniste irlandesi e si differenzia per una spiccata vena patriottica,un apertura verso il mondo cattolico, una critica pesante al pensiero borghese e all'immobilismo dato dai tentativi di trattative autonomiste promosse da Parnell e sottopone all'assemblea, in più momenti, l'esigenza di insorgere nuovamente con le armi.
Connoly però non trova inizialmente appoggio, il dibattito nel 1912 è ancora sulla possibilità di seguire una strada autonomista e la sua visione non viene appoggiata dalla maggioranza.
Ma chi erano gli altri protagonisti di questa congiura?
Il Poeta della Rivoluzione
Alle lunghe e dibattute riunioni clandestine, dove ci si confronta tra esponenti di fazioni diverse sull'esigenza di insorgere contro i Britannici, partecipa anche uno sparuto gruppo di intellettuali legati alla Lega Gaelica, una formazione culturale sorta nel 1800 con lo scopo di studiare, approfondire e divulgare, a fini politici, la cultura Gaelica perduta nei secoli d'invasione. Tra i principali esponenti di questo gruppo ci sono due protagonisti di questa epopea Irlandese, uno è già conosciuto per via del suo interesse nel pubblicare racconti e poesie estrapolate dal bagaglio di cultura celtica antica e il suo nome è rigorosamente pronunciato in gaelico Pádraic Anraí Mac Piarais, meglio conosciuto come Patrick Pearse.
Pearse appartiene all'area politica dei Nazionalisti, è infatti un fervente sostenitore dell'indipendenza Gaelica dell'isola ( lui stesso interviene alle riunioni parlando il gaelico e non l'inglese e disconosce usi e costumi importanti dagli invasori e ormai adottati da parte della popolazione ) e sostiene la tesi della battaglia culturale affiancata a quella armata.
Nonostante le differenze politiche Pearse appare contagiato dal pensiero di Connoly e appoggia la proposta di fondare organizzazioni armate per tentare l'insurrezione, così sollecita i Nazionalisti a fondare, nell'estate del 1913, i Volontari Irlandesi, un corpo di cittadini armati pronti a difendere l'interesse e la sopravvivenza del popolo Irlandese.
Tra Pearse e Connoly nasce un amicizia e un intesa che nessuno si sarebbe mai immaginato, i due diventano animatori delle lunghe riunioni portando avanti la tesi dell'insurrezione armata e così facendo si fanno notare come leader dell'improvvisato Governo Provvisorio Irlandese.
A Pearse piace il forte radicamento e la popolarità di Connoly nella gente, il suo pensiero socialista si sposa bene con l'idea di popolo del borghese Pearse che a sua volta contagia Connoly con il sentimento Patriottico. Infatti Connoly, per queste posizioni patriottiche, non gode di simpatie nel mondo dei Socialisti dell'inizio '900, solo Lenin lo sostiene e approverà pubblicamente il suo tentativo d'insurrezione del 1916, tacciato dal resto degli intellettuali socialisti come una “rivoluzione borghese”.
Tra i covi dove si riuniscono socialisti, marxisti, nazionalisti, intellettuali e patrioti irlandesi cresce il desiderio d'insurrezione armata ma i tempi non sono maturi e bisogna aspettare qualche altro anno prima di sentire fischiare le pallottole.
Lo Statista
L'altro nazionalista che come Pearse partecipa alle riunioni è un personaggio fondamentale di questa storia che vi racconto, non solo perchè diventerà il Primo Ministro della Repubblica d'Irlanda ( Taoiseach in gaelico ) per ben 3 volte durante la sua vita, ma perchè ha portato con se il fardello delle sue scelte, una di queste difficile e di cui si pentì amaramente anni dopo ma di cui dedico le parti finali dell'articolo per raccontarvela.
Nato in America nel 1882 da madre Irlandese e padre Spagnolo, Eamon non se la passa bene l'infanzia, infatti viene adottato quasi subito dopo la morte del padre e condotto, lontano dalla madre, a lavorare i campi nella contea irlandese di Limerick.
La vita agraria non gli impedisce di studiare, anzi dimostra fin da subito di avere talento e grazie ad una borsa di studio riesce a continuare la scuola e diventare, nel 1903, professore di matematica nella Contea dove abita. Lo studio lo conduce alla ricerca delle sue origini Gaelica e per questo motivo incontra Pearse nel 1908 per la quale ha un profondo rispetto, anche se lo considera meno preparato sull'aspetto politico.
Insieme fondano i Volontari Irlandesi e De Valera diventa capo brigata del distaccamento sud di Dublino, non solo, De Valera sa che può mettere a disposizione del Governo Provvisorio le sue profonde conoscenze in ambito di Leggi e Matematica e da subito inizia a prendersi carico di alcuni aspetti della gestione del gruppo di coordinamento, diventando in breve tempo uno dei principali oratori delle riunioni.
A differenza del compagno Pearse, De Valera non ha grandi simpatie per Connoly e sopratutto teme che le posizioni socialiste prevalgano sugli interessi dei piccoli industriali che potrebbero finanziare l'insurrezione, per questo cerca di arginare la richiesta di insurrezione armata perchè non vi sono le condizioni e le risorse per farlo.
De Valera passerà alla storia come l'unico politico del gruppo, infatti non è pervaso da nessuna posizione politica o ideologia dell'epoca e il suo unico interesse e la libertà dell'Irlanda.
Questa sua posizione e la sua strategia saranno ben chiare a molti nel periodo successivo alla Rivolta di Pasqua.
Intanto, seduto nella penombra ad ascoltare le riunioni dei cospiratori, un giovane idealista di nome Michael Collins si convince sempre di più che la strada per la libertà resta solo quella dello scontro armato.
Nel fra tempo Europa si urla nelle piazze “ Guerra alla Guerra ! ” e gli Stati si preparano a combattersi tra di loro, in uno scenario temporale che darà spazio a diverse rivoluzioni, molte significativamente unite tra di loro come un idea riformatrice dell'Europa stessa e delle sue Istituzioni.
Il giovane socialista
La Contea di Cork è una delle più rappresentate sulle foto, nei video e in tutto quell'immaginario che si ha dell'Irlanda stereotipata ( prati verdi e cieli azzurri).
Un tempo, quando la sovranità era degli irlandesi, i Collins ( dal gaelico muintir Uí Choileáin , “i signori del Clonakilty” ) erano coloro che amministravano quelle terre e Michael discende direttamente da loro, ma ai tempi di quell'epopea sono passati secoli da quando i Collins non sono altro che umili contadini che lavorano la terra di un latifondista inglese.
Michael cresce nella campagna profonda del Sud, studia e riesce anche lui ad emergere per capacità e dote, tanto che i suoi genitori decidono di investire i pochi risparmi e mandarlo a studiare in Inghilterra come ragioniere.
Collins stesso esprime una forma di devozione per il “Grande Impero Britannico”, infatti Collins non ha una idea particolare della sovranità irlandese e i suoi genitori inculcano una educazione alla rassegnazione rispetto alla possibilità di indipendentismo, spingendo perchè il figlio riesca ad ottenere un buon posto di lavoro alle Poste Inglesi.
Collins così parte per Londra nel 1906 e vi rimane qualche anno, sono quelli i momenti in cui lontano da casa riflette sulle posizioni del suo paese e inizia a riflettere sulla prospettiva insurrezionale. Entrato in contatto con degli esuli decide di tornare in Irlanda e nel 1913 aderisce all'IRB, diventando in breve tempo ufficiale per via della sua buona capacità di leggere e scrivere.
Le sue doti di contabile risulteranno di aiuto alla rivoluzione, infatti Collins promuoverà in seguito due forme di recupero di risorse economiche per finanziare l'insurrezione, una creando un fondo prestiti per gli esuli irlandesi e l'altra spingendo sulla raccolta di fondi tra gli irlandesi ricchi d'oltre oceano. Passerà alla storia anche come un uomo molto attento al risparmio, si dice che lui stesso insegnasse agli insorti ad utilizzare bene le armi da fuoco per impiegare un solo proiettile per soldato inglese, così da risparmiare sulle spese militari e non rischiare di rimanere senza munizioni.
Ma Michael Collins resterà sempre famoso perchè, all'indomani del suo rientro in Inghilterra dopo un breve soggiorno in un campo prigionia in Galles, fonderà e diventerà il Comandante dell' IRA, l'Esercito Repubblicano Irlandese.
Una mattina mi son svegliato…
Se potessimo catapultarci in quel 24 aprile del 1916 a Dublino, troveremmo una città che si sveglia inconsapevole di ciò che sta accadendo.
Per chi conosce la città sa che molta della vita economica orbita attorno a O'Connel Street, quel lungo viale centrale che conduce verso quella spartizione naturale della città data dal passaggio del fiume Liffey, ed è li che si danno appuntamento gli insorti.
Nei mesi precedenti Pearse e Connoly decidono di prendere la palla al balzo, ormai l'Inghilterra è da più di due anni impegnata nel massacro delle Trincee Europee e questo suo impegno ha alleggerito le colonie di unità militari ma costringe la popolazione a vedersela con un abbassamento della qualità della vita, la coscrizione obbligatoria e la trasformazione dell'industria in industria bellica.
Per i Feniani, ogni volta che l'Inghilterra è in difficoltà da qualche parte, che sia sull'isola o nelle colonie, è una buona occasione per alzare il tiro.
Così sfumano definitivamente le strategie di chi vedeva percorribile una strada legalitaria per ottenere l'indipendenza, la guerra sta già mostrando la sua ferocia e la partecipazione al conflitto di uomini appartenenti a diverse estrazioni culturali e sociali, costretti al massacro, sembra far sorgere nell'opinione pubblica irlandese un barlume di solidarietà verso chi, negli ultimi anni, dimostrava da tempo quale strategia di sopravvivenza stava giocando l'Impero Britannico ai danni delle colonie.
Connoly e Pearse decidono di dare un ultimatum all'assemblea del Governo Provvisorio, bisogna insorgere nella città e lasciare che si estenda a macchia d'olio la contaminazione, costringendo le unità militari inglesi e gli unionisti irlandesi a trovarsi braccati da un nemico invisibile. I rimanente membri dell'Assemblea sono scettici ma non vedono altre vie d'uscita e Connoly e Pearse non scherzano, infatti preparano l'insurrezione, il primo occupandosi di scatenare una serie di scioperi in città per paralizzarla e il secondo, penna alla mano, scrive la dichiarazione d'indipendenza.
Ora la storia ufficiale di quelle giornate qui si divide in un bivio, tra chi sostiene che una mancata procedura di comunicazione abbia disorientato i vari gruppi militanti ritardando le manovre di accerchiamento della città e chi sostiene che alcuni non si presentarono all'appuntamento perchè tirati per la giacchetta dai loro rispetti riferimenti politici.
Quello che si sa e che Connoly e Pearse, a capo del IRB e dei Irish Volunteers, marciano armi alla mano verso il palazzo delle Poste di Dublino e con un colpo di mano si impossessano dell'edificio con poche centinaia di uomini.
In quel momento, mentre si provvede in fretta e furia ad organizzare le difese dell'edificio e ad occupare i tetti delle case per difendere l'isolato, il giovane Patrick Pearse con l'uniforme degli Irish Volunteers esce sulle scale d'ingresso dell'edificio e, pergamena alla mano, legge la Dichiarazione d'Indipendenza dello Stato Libero d'Irlanda.
Sotto di lui camminano increduli gli abitanti della città, in pochissimi sono al corrente di quanto accade, infatti le difficoltà di organizzazione avevano pesato tantissimo sulla propaganda dell'insurrezione e anche la necessità di mantenere l'evento una sorpresa per i Britannici aveva pesato sul coinvolgimento dei Dublinesi.
In pochi aderiranno all'insurrezione, le fonti parlano di 1200 uomini e donne impiegati nei 6 giorni di insurrezione della città, mentre si contano alcune migliaia di militanti sparsi per le campagne ma completamente tagliati fuori dalla mancanza di collegamenti tra le basi operative.
Sei giorni dura l'insurrezione, dal 24 al 30 aprile, in periodo di Pasqua nel bel mezzo della Grande Guerra, sei giorni di combattimenti tra le strade di Dublino e di resistenza dentro il palazzo delle Poste che viene fin da subito circondato da un numero di circa 16.000 uomini tra soldati ausiliari inglesi, poliziotti irlandesi e unionisti.
Dentro quel palazzo vi sono tutti, da Connoly ( che viene ferito gravemente durante la battaglia ), Pearse, Collins, De Valera e altri protagonisti, non di minor interesse, che combattono convinti da subito che la strategia è partita male e che non vi sarà una vittoria.
Una cosa andrà riconosciuta a questi uomini, consci dell'errore fatale di una divisione o mancata organizzazione che incise tantissimo sul risultato dell'insurrezione, questi ribelli lottano fino all'ultimo colpo, chiusi dentro un palazzo bucato da colpi di mortaio e in preda ad incendi scaturiti dai combattimenti.
Gli Inglesi sono pronti a radere al suolo la città, tanto che i bombardamenti provocano oltre 300 morti tra i civili, così Connoly decide di dare ordine alle donne che hanno preso parte all'insurrezione di lasciare il loro posto e di trovarsi un riparo sicuro, ormai è finita.
Sarà Pearse a dare il “cessate il fuoco”, non per paura di morire ma bensì per cercare di salvare tutto il lavoro politico fatto finora, evitando che i leader e promotori dell'insurrezione restino vittime sotto le macerie del palazzo delle Poste.
L'Inghilterra però sappiamo che non è un paese indulgente e quando i ribelli escono dal palazzo, feriti ed esausti dopo 6 giorni di combattimenti e con in mano una bandiera bianca, vengono subito accerchiati e arrestati tutti quanti e condotti presso il carcere di Dublino, tra una folla di Dublinesi che gli insulta e li reputa alla stregua di saccheggiatori e banditi.
Davanti all'entourage del Ministro degli Interni Inglese Edward Grey, giunti da Londra per occuparsi personalmente di sopprimere la ribellione, vengono estratti dai prigionieri tutti i capi politici e condotti nel carcere. Per tutti i soldati e i sotto ufficiali, come il giovane Michael Collins, viene dato subito ordine di reclusione presso i campi prigionia inglesi in Galles utilizzati per incarcerare i prigionieri fatti sul fronte Europeo.
Qui accade però qualcosa di imprevisto, mentre l'opinione pubblica si aspetta una condanna esemplare per gli insorti da Londra giunge un chiaro ordine, i capi della ribellione devono essere tutti fucilati.
Non vi è tempo per un processo, nei primi giorni di Maggio le condanne a morte vengono eseguite senza nessuna pietà.
James Connoly è il primo che viene fucilato, è ancora ferito e non ha ricevuto cure mediche, non sta in piedi e per questo motivo viene fucilato da seduto.
Poi cadono il poeta giornalista e nazionalista Joseph Plunkett, il vecchio saggio patriota Tom Clarke e il suo amico fedele, nonché uno dei 7 leader degli insorti, Sean MacDermott.
Pearse viene fucilato forse per ultimo, lui sa che dopo c'è Eamon de Valera ma non può sapere che in realtà De Valera non ha subito la condanna a morte.
Quando Pearse entra nel cortile delle fucilazioni stanno ancora trascinando via il corpo di MacDermott ,che accanto a lui lo sostenne mentre leggeva la dichiarazione d'Indipendenza pochi giorni prima.
Morirà nel pieno della sua giovinezza.
De Valera non verrà fucilato, il motivo è che De Valera ha passaporto Americano e l'Inghilterra ha bisogno che gli USA entrino affianco a lei in guerra contro gli Imperi Centrali, per cui non può correre il rischio di un incidente diplomatico, visto che De Valera in USA è molto popolare per le sue attività di reclutamento fondi per la causa irlandese.
Verrà però incarcerato, solo per poco tempo, perchè la storia non finisce con gli spari del plotone di esecuzione che distrugge in poche ore il Governo Provvisorio Irlandese, ma continua grazie ad un sopravvissuto venuto dalle campagne del Sud.
Una storia romantica è una storia senza fine
Quello che accade dopo quelle giornate di Pasqua del 1916 meriterebbe un testo a parte, il fallimento dell'insurrezione in realtà non fu frutto di scarsa capacità organizzativa o militare degli insorti, ne dalla mancata partecipazione in massa dei cittadini Dublinesi,sarà la storia a rendere giustizia a quei giorni.
Scarcerato, Collins fa ritorno in Irlanda dopo circa un anno e mezzo.
Ad attenderlo c'è il caos più totale, dopo la fucilazione dei capi ribellione si sono perse le speranze di recuperare il salvabile ma qualcosa, inaspettato da parte degli Inglesi, è sorta negli animi degli Irlandesi.
La violenza dell'esercito inglese, l'uccisione di oltre 300 civili durante l'insurrezione del 1916 e la condanna a morte dei capi ribelli fanno crescere il sentimento anti-britannico.
Collins questo lo sa e in pochissimo tempo organizza la fuga dal carcere di De Valera e il successivo spostamento in America, mentre il giovane ufficiale si da alla macchia nelle campagne del sud e organizza l'Esercito Repubblicano Irlandese.
Nel sud Collins troverà la sua casa bruciata dagli Inglesi ma incontrerà tantissimi giovani uomini e donne pronte a seguirlo, gli organizzerà e gli addestrerà personalmente dando loro compito di occuparsi di agguati alle truppe inglesi nelle campagne.
Successivamente all'Insurrezione gli Inglesi mandano sull'isola i perfidi e famigerati Black and Tans, dei reduci della Grande Guerra che passeranno alla storia come assassini, stupratori e aguzzini del popolo irlandese.
La storia tornerà a breve sui suoi passi, De Valera in America riscuote consensi enormi e viene nominato Capo del Governo Provvisorio Irlandese, mentre Collins torna in città e organizza una dozzina di uomini, tutti muniti di piccole pistole, dinamite e come mezzo di trasporto una bicicletta, per organizzare attentati e omicidi politici, al fine di far crescere l'entusiasmo e il desiderio di vendetta verso gli Inglesi.
Nel 1918 sono gli Inglesi a complicare la situazione instaurando la leva obbligatoria per gli irlandesi e promuovendo delle elezioni che, questa volta, vedono Sinn Fein occupare il parlamento di Westminster con 73 deputati su 115 eletti.
Una vera , e imprevedibile, vittoria del movimento indipendentista mossa sopratutto dal profondo sentimento di rancore verso un Inghilterra che deve mandare a morire gli Irlandesi per non perdere la Guerra in Europa.
Ma qui le sorprese non sono finite, gli eletti decidono di non unirsi al parlamento Inglese e si autoproclamano Governo Provvisorio, riunendosi tutti ed eleggendo all'unanimità Eamon de Valera, ancora in America latitante, Capo del Governo dello Stato Libero d'Irlanda.
Collins, per le sue capacità con i conti, diventa Ministro del Tesoro e continua ad amministrare e condurre personalmente l'addestramento dell'IRA e la raccolta di fondi per finanziare la nuova Irlanda.
Pochi giorni dopo l'elezioni, in seguito ad un conflitto a fuoco tra militanti dell'IRA e soldati Inglesi, l'Inghilterra dichiara guerra al Governo Provvisorio e instaura a Dublino un gruppo di uomini con il compito di cercare e uccidere Collins, che prima di allora era un perfetto ribelle sconosciuto ma che già da alcuni anni viene menzionato nelle canzoni patriottiche dagli irlandesi.
La Guerra andrà avanti dal 1919 al 1921, Collins farà la differenza e grazie all'organizzazione di soltanto 12 uomini ( I Dodici Apostoli, come amava chiamarli Collins ) nella città di Dublino farà uccidere gli agenti inglesi, organizzerà sabotaggi e manovrerà i piccoli gruppi di partigiani irlandesi che costringeranno il grande Impero Britannico a gettare la spugna e trovare,nell'agosto del 1921 in seguito ad una tregua, una possibile via d'uscita da questa guerra con un trattato di pace.
Informato delle intenzioni del Governo Britannico di trattare una resa, De Valera torna in pompa magna dagli USA in un tripudio di folla che accoglie il leader morale della rivolta.
Tornato in patria però De Valera si accorge da subito di come la sua figura sia in ombra rispetto al dinamico, intraprendente e coraggioso suo comandante dell'Esercito, Michael Collins. Lo stesso Collins troverà molte difficoltà al rientro di De Valera, abituato a gestire le cose con molta determinazione e audacia trova invece un De Valera cambiato rispetto al quello delle barricate del 1916, è più stratega e più furbo, non solo, ma lascia tutti a bocca aperta facendo una scelta strategica.
Nel 1921 De Valera fa cambiare il suo status nel Governo Provvisorio da Primo Ministro in Presidente della Repubblica d'Irlanda, proprio pochi giorni prima che il Governo Inglese convochi una delegazione degli insorti per scegliere le sorti dell'Irlanda. De Valera così si auto-esclude dalla delegazione giustificandosi con una breve frase “…il Re non partecipa alle trattative e allora non vi partecipa neanche il Presidente dell'Irlanda ” e obbliga Collins a capitanare la delegazione.
Sarà la prima volta che un giornale inglese pubblica la foto del volto dello sconosciuto ma temuto Michael Collins, tutto il periodo delle trattative riempie i giornali e gli Irlandesi contano che Collins torni a casa con la recessione dei Trattati di sudditanza e l'indipendenza del paese in mano.
Non sarà così, alle trattative Collins riesce a portare a casa i termini di un patto dove solo 26 contee Irlandesi diventano uno Stato Libero e Sovrano, ma sotto la protezione dell'Inghilterra,mentre il nord ( Ulster ) rimane Inglese.
Collins sapeva che non avrebbe ottenuto nessuna soluzione efficace da quell'incontro ma vedeva una possibilità di stabilizzazione delle 26 contee e un successivo riscatto delle 6 contee attraverso lo strumento della politica di un parlamento riconosciuto.
Quando firmo il Trattato disse:< “ sto firmando la mia reale condanna a morte ” > .
Non ebbe torto, tornato in Patria dovette scontrarsi con l'astuto De Valera che aveva previsto tutto e che non rischiò personalmente la faccia ma la fece perdere a Collins, la diatriba finì nelle aule del nuovo Parlamento dove il governo si divise in due, gli anti-trattato di De Valera e i fedeli di Collins.
De Valera accusò Collins di aver tradito la causa Irlandese e proclamò lo stato d'agitazione, costringendo l'IRA a spaccarsi in due, con un gruppo armato occupò il Parlamento e costrinse Collins a intervenire con la forza, così tra il 1922 e il 1923 in Irlanda si scatenò la guerra civile, da una parte Eamon De Valera e dall'altra l'amico Michael Collins.
Fu una guerra civile, vera e propria, di cui potete leggere libri a volontà o vedere film come “ Il vento che accarezza l'erba ” di Ken Loach per capire il dramma.
Collins fu determinato, a malincuore, a sopprimere la rivolta dei fedeli di De Valera e quando vi fu vicino, anche grazie ad una maggior dotazione di armi, non seppe rinunciare all'amicizia per De Valera e accettò di incontrarlo nella contea di Cork dove Collins era nato 32 anni prima.
Vi giunse con lo scopo di trovare una soluzione per il conflitto civile che insanguinava il suo paese e che aveva messo contro uomini che pochi anni prima combattevano insieme un nemico comune.
L'appuntamento era presso un vecchio fienile in campagna e Collins vi andò con pochi uomini nonostante quella zona fosse un baluardo della resistenza di De Valera.
Il lettore forse vi avrà trovato diverse coincidenze nel mio testo, quando è chiaro a tutti che la storia della sovranità irlandese deve passare per forza dalla passione di un popolo e dalla sua sofferenza e non può che chiudersi così, come il bagno di sangue sul campo di cavoli della vedova di MacCormack.
Il 22 Agosto Michael Collins cade in un imboscata organizzata da uomini che lui stesso aveva reclutato e addestrato anni prima, lo uccidono con un colpo di fucile mentre passa con la sua macchina blindata in quelle strade che anni prima aveva percorso per andare in Inghilterra e iniziare la sua nuova vita.
Al funerale di Collins partecipano centinaia di migliaia di persone, in seguito alla sua morte le due fazioni troveranno un accordo e cesserà la guerra civile che tanto aveva fatto soffrire il popolo ora unito, Collins diventerà il “Padre della Patria” Irlandese e tanto si dibatte ancora oggi su quanto avrebbe potuto fare da vivo per il suo paese, con la sua indole socialista e con quella determinazione che li permise di vincere da solo e con pochi uomini il più grande impero dei suoi tempi.
A distanza di anni Eamon de Valera rivendicherà la colpa della morte di Collins, lui stesso si riterrà colpevole di aver fomentato l'odio verso di lui e di aver voluto fare l'incontro in quei territori dove il culto della personalità di Collins era stato sostituito con l'odio per quella firma sul Trattato che Collins aveva messo con difficoltà, prevedendo la sua morte.
Termino così il mio racconto, lasciando aperte numerosissime parentesi sulla storia dell'Irlanda e sopratutto su quello che successe dopo, per tutto il 1900, in quel paese martoriato da una guerra civile che si è conclusa, in parte, con i trattati di pace del 1998.
Nel farlo voglio cucire attorno a queste righe una morale, che nel giorno del 25 aprile deve si contenere una prospettiva ma non può non essere legata alla nostra storia di sovranisti e a quella che faremo di storia.
Gli irlandesi trovarono importante unire anime diverse contro un nemico che era, agli occhi di tutti, fortissimo e imbattibile.
Si unirono Socialisti e Nazionalisti, Borghesi e Marxisti, Repubblicani e ragazzi delle campagne senza Patria e senza Dio, animati solo dalla voglia di riscatto che i membri dell'insurrezione del 1916 seppero cavalcare, convogliare e trasformare in quella cosa che il Poeta irlandese William B. Yeats seppe riassumere in una poesia dedicata a quei giorni e con la quale chiudo il mio articolo per questo mese, augurando a tutti un buon 25 aprile e facendo nostro un motto rivoluzionario irlandese molto famoso: Tiocfaidh ár lá, “il nostro giorno verrà”.
PASQUA 1916
La troppo lunga rinuncia
rende di pietra il cuore. Oh, quando sarà abbastanza?
Sarà il cielo a decidere,
a noi compete solo mormorarne i nomi come una madre che nomina il suo bimbo
quando alla fine il sonno si è posato
su quelle membra or ora senza freno.
Cos'è se non la notte che precipita? No, non la notte è questa, ma la morte;
e fu una morte inutile, alla fine? L'Inghilterra può forse tener fede
alla parola data, in ogni caso;
noi conosciamo i loro sogni;
basta sapere se sognarono e son morti;
che importa se fu un eccesso d'amore a sconvolgerli fino alla morte? Ecco, lo scrivo in versi –
Mac Donagh e Mac Bride
con Connolly e Pearse
ora e nei tempi che verranno, in ogni luogo in cui si indossi il verde,
sono mutati, mutati interamente:
una terribile bellezza è nata.
You know very little about the history of Ireland. You have mistaken all the dates and facts. More, Mick Collins wasn’t a socialist like Connelly. Your errors of hortography are unforgivable. Do yourself a favor: don’t try to exolin to others something you know nothing about.