Il M5S visto (e criticato) dall'interno
UN'ULTERIORE E APPROFONDITA ANALISI DELL'INSUCCESSO DEL M5S, postata da Nicola Di Cesare come commento sulla pagina facebook dell'ARS
Per indagare le ragioni del pesante flop del M5S alle ultime consultazioni è necessario aver trascorso gli ultimi due anni all’interno di quel movimento sia a livello locale che nazionale. Le cose da raccontare sarebbero davvero tante e non tutte note o comprensibili all’esterno, tuttavia i punti su cui focalizzare l’attenzione sono sostanzialmente i seguenti.
A. Il Movimento, dalla calata a Montecitorio in poi si è trasformato un partito. Mentre prima di quell’evento, la balla clamorosa dell’uno vale uno, è stata propinata senza possibilità di riscontri controfattuali, all’indomani dell’insediamento dei parlamentari gli attivisti territoriali hanno scoperto di avere davanti una classe dirigente occulta, selezionata dalla Casaleggio attraverso seri percorsi di formazione, alla quale tutto era concesso senza consultare la base; quella stessa base che non poteva nemmeno fiatare a giornale e TV senza il rischio di essere diffidata dallo staff di Milano. Questo particolare ha generato forti tensioni anche all’interno degli stessi gruppi di Camera e Senato ( alle quali ho assitito personalmente) che ha pesantemente segnato il cammino dei rapporti tra gli stessi compagni di partito, sfociati poi nell’espulsione di coloro che, scoperto il gioco, hanno deciso di non farsi prendere per il culo.
B. La mancanza di un manifesto politico coerente con i principi e gli enunciati del Movimento. Tale carenza ha generato la necessità e la possibilità dei controllori occulti del partito di controllare ogni singola iniziativa certificandola o discriminandola con il pretesto della condivisione. Ogni più piccola idea proveniente da qualsiasi è stata filtrata e impedita se sgradita, dalla delazione effettuata da una fitta rete di fiduciari e confidenti territoriali (definiti tali in mia presenza da BG), sempre pronti a chiedere l’espulsione dal movimento di questo o quell’attivista troppo intraprendente e troppo capace di attrarre consenso tra i suoi compagni attivisti. Questo ha generato una sorta di selezione inversa di una moltitudine di personaggi dalle facoltà mediocri, funzionali a facilitare la struttura occulta di controllo.
C. La assoluta mancanza di risorse, determinata dal propagandistico e inutile rifiuto del legittimo contributo statale all’attività politica, passato sotto il famigerato nome di “rimborsi elettorali”, ha costretto i gruppi di camera e senato a stressare i finanziamenti dedicati all’attività degli stessi e a molte rinunce in termini di personale legislativo valido con la conseguenza che molte attività sono rimaste sulla carta.
D. Le scelte centralistiche e familistiche dei proprietari del partito per quanto attiene al personale destinato alla comunicazione del partito, oggetto addirittura di scherno e fortissime critiche da parte degli stessi parlamentari.
E. Il carattere padronale del partito, assolutamente in antitesi con il finto egalitarismo sbandierato nella formazione delle decisioni, ha finito per allontanare i più attenti alle manifestazioni di coerenza egli elementi di maggior spessore culturale e politico
F. Il mancato assolvimento delle promesse di approntamento di un portale, gestito e certificato da un ente terzo indipendente, attraverso il quale si sarebbero potute convogliare, discutere e coagulare le decisioni della base da far concretizzare ai cosiddetti portavoce. Tale portale è stato sempre negato da Grillo e Casaleggio generando violente critiche anche da parte degli stessi parlamentari;
G. Le candidature totalmente prive di trasparenza, generate attraverso metodi di votazione ridicoli e non certificati, imposte in definitiva dall’alto sia durante le scorse elezioni politiche ma ancora di più nel corso di queste consultazioni Europee.
H. Il rifiuto frequente della certificazione delle liste elettorali sfociate, nel caso più eclatante, in Sardegna nella mancata presentazione alle elezioni per il rinnovo del consiglio e del governatore regionale in totale disaccordo con la maggioranza degli attivisti locali.
I. Il sostanziale sdoganamento nell’accettazione di comportamenti e atteggiamenti di alcuni importanti esponenti locali del partito di chiara matrice di destra.
J. La chiara percezione da parte della base di atteggiamenti politici ondivaghi in questioni rilevanti e ritenute molto importanti dalla base quali : L’immigrazione clandestina, La politica monetaria Italiana, I rapporti dell’Italia nei confronti delle istituzioni e delle politiche Europee, la difesa delle prerogative costituzionali delle regioni Italiane (specie del Sud), la politica fiscale totalmente asservita alle richieste continue della piccola e media impresa e mai attenta alle esigenze dei singoli cittadini; La condanna alla diffusione degli OGM; la politica industriale e le difesa del lavoro dipendente in regime di transizione del modello produttivo; l’assetto costituzionale dello stato e la difesa del parlamentarismo; il ruolo della macchina dello stato e la ristrutturazione del funzionamento complessivo dell’apparato pubblico; l’assetto proprietario e di governance del sistema degli intermediari finanziari e creditizi del paese; solo per citarne alcuni;
K. L’indifferenza nella gestione dell’inadeguatezza mostrata in questi mesi da parte di decine di portavoce assolutamente incapaci di dialogare con la base.
L. La difesa a oltranza di atteggiamenti estremisti di chiusura al dialogo con le forze politiche sane del paese, partendo dall’assunto che chiunque non ricada sotto l’egida del controllo del partito non possa essere una persona onesta o capace.
M. L’alimentazione continua dello spirito settario che ha allontanato il 90% delle persone serie e capaci;
N. Il continuo clima di caccia alle streghe all’interno dello stesso partito;
O. La assoluta mancanza di risultati tangibili e concreti nel miglioramento delle condizioni di vita di coloro che hanno creduto nelle istanze del partito.
P. La fanatica e aleatoria convinzione che si possa fare attivismo politico e cambiare solo seduti alla tastiera di un computer (il cosiddetto popolo del web), passando per l’esclusione di tutto il resto della società civile;
Q. La tendenza del partito a propagandarsi per slogan che alla lunga danno veramente fastidio;
Segnalo anche queste riflessioni molto interessanti: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=624328817653133&id=405491789536838
Come ho scritto altrove ogni commentatore attribuisce la sconfitta del M5S al fatto che non ha fatto una scelta chiara in favore i temi che a lui piacciono. Chi dice che non era abbastanza sovranista, o abbastanza radicale, o abbastanza moderato, o abbastanza negrofobo.
Scelte chiare in questa pappina di società mediatizzata e anestetizzata, dove il gregge ha dimesso ogn'istinto combattivo, ha una televisione o un telefonino al posto del cervello, e reagisce quasi solo a stimoli pubblicitari, non ne fa nessuno. Chi le facesse perderebbe due terzi dei voti da oggi a domani. Sono convinto che uno dei principali motivi del ridimensionamento 5stelle è che sotto la pressione delle circostanze Grillo è stato costretto a operare alcune scelte concrete (quelle coi referendum online) allontanando buona parte dell'elettorato di destra.
Ma anche lasciando da parte questo argomento, vi invito a chiedervi quanti degli argomenti elencati nell'articolo (giusti o sbagliati che siano) siano anche solo vagamente risaputi da parte del 95% dell'elettorato. Nel mondo di capre ignoranti formato dalla tv spazzatura e dal degrado scolastico, già pronunciare una parola come 'globabilizzazione' significa perdere tre quarti dell'auditorio. Quelle elencate sono lamentele che lo scrivente, avendo avuto parte alla vita interna del M5S, enunzia per conto proprio reinventandosi di sana pianta che abbiano giocato qualche effetto nel voto delle decine di milioni di proletari intellettuali che hanno deciso la consultazione.
In realtà il risultato esprime quasi soltanto l'efficacia delle rispettive strategie mediatiche. Da una parte il M5S, entrando nell'agone della politica politicata, ha inevitabilmente dimesso parte della carica mediatica di freschezza e novità che si portava appresso alle precedenti elezioni. Ma soprattutto i poteri forti gli hanno contrapposto un altro professionista della comunicazione plebea, che poteva valersi del sostegno incondizionato dei media e che ha concentrato l'intera sua strategia nella battaglia contro il nuovo arrivato.
Tutte queste disquisizioni sui motivi profondi del voto, in cui ciascuno improvvisamente si riscopre profondo conoscitore, sono completamente inani.
Lorenzo, sono quasi completamene d'acordo con te.
L'articolo è molto interessante perché ci fa conoscere la struttura e le dinamiche interne al m5s. Non credo nemmeno io che quelle elencate siano cause del flop. Sono in realtà le cause del complessivo successo, ossia descrivono il partito m5s per come veramente è.
Renzi è indubbiamente la ragione del mancato sfondamento nell'elettorato più affezionato o comunque piu' disponibile verso il vecchio due pd-ex pdl. Tuttavia, le cause della perdita di due milioni e mezzo di voti e forse più, in parte astensionisti, in parte andati alla lega, in parte a Tsipras, in parte a Fd'I sono tante. Nel mio articolo ne ho elencate alcune. Ma sono tante. Forse si possono riassumere così: le persone, dopo aver votato m5s nel 2013 lo hanno visto all'opera in questo anno e, chi per una ragione chi per un'altra, non hanno rinnovato la cambiale in bianco che avevano firmato. Molti di quei voti il m5s li aveva ricevuti ma erano solo un tentativo. In parte era anche naturale che dovesse accadere così, perché man mano che il M5S è costretto a fare le scelte (bisogna dire che Grillo è bravissimo a ritardare o ad essere ondivago) , perde i voti di chi lo ha votato nella speranza che il m5s facesse scelte diverse.
Insomma Renzi ha fatto la sua parte ma il M5S non è riuscito a dimostrare che la fiducia era meritata o coerente con le priorità e i punti di vista di una parte di coloro che gliela avevano data.
E' ovvio che per far fuori il marciume, servono 3 o 4 nuovi partiti, non uno solo.
oh va bene tutto, il movimento 5 stelle è il partito più antidemocratico che ci sia e ha probabilmente tutti i difetti di cui sopra.
ma voglio proprio sperare, dato che leggo di "forze sane del Paese", che l'autore di questo pezzo non sia uno di quelli che volevano allearsi col PD o con la finta sinistra parlamentare che abbiamo in Italia.
se no c'è da fare una discreta tara a tutte queste osservazioni.
Lo spero e lo credo, sebbene l'autore lo conosca poco: non è iscrito all'ARS. Semplicemente ha lasciato questo commento che mi sembrava interessante sotto un articolo pubblicato sulla pagina dell'ARS.