L'antimeridionalismo eterno della Lega
di GIAMPIERO MARANO (ARS Varese)
Non ho mai creduto alle fole sulla “svolta nazionale” di Salvini (se ne parla ormai da un paio d’anni) e sulle aperture al Sud accompagnate dagli ipocriti mea culpa d’occasione. In questa trappola può cadere soltanto chi non conosce il popolo leghista, animato da un sentimento inestinguibile di odio per Roma e da un furioso razzismo antimeridionale. Non potrà mai esistere una Lega che non sia secessionista e ostile allo “statalismo” romano, perché questo significherebbe lo stravolgimento completo della sua storia e del suo patrimonio genetico: e infatti, nonostante qualche apparente perplessità espressa dal segretario, l’art. 1 dello Statuto, che si propone il “conseguimento dell’indipendenza della Padania” e il “riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana”, rimane ancora lì, intatto.
Gli ingenui che hanno abboccato all’amo dovrebbero meditare su questo aneddoto raccontato da Roberto Maroni nel libro Il mio Nord (ed. Sperling & Kupfer, 2012, p. 61):
“Bossi intensificò gli slogan contro i terroni, per scelta e calcolo precisi. Se la prendeva con loro perché era evidente che non parlavano la nostra lingua. Poi c’era anche l’aspetto dell’occupazione degli uffici pubblici, ma ‘Roma ladrona’ venne dopo. Noi volevamo costruire un movimento basato sull’identità affermando l’autonomia del Nord contro il Sud. Mi resi pienamente conto di quanto quella linea fosse penetrata stabilmente nel cuore di milioni di persone solo molto tempo dopo.
Quando a un comizio a Somma Lombardo mi presentai avendo preparato un bel discorsetto incentrato sul nuovo modello di sviluppo, con tanto di proposta di una nuova organizzazione sociale, partendo dalla considerazione che il debito pubblico italiano era in una fase di crescita esponenziale. L’incontro era stato organizzato dal segretario cittadino della Lega. In una saletta, una ventina di persone mi ascoltavano allibite.
Capii che di quello che stavo dicendo non importava nulla a nessuno e che la noia accompagnata da una malcelata delusione si stava inevitabilmente diffondendo. Fiutata l’atmosfera, il segretario con una scusa mi interruppe toccandomi un braccio: ‘Maroni, aspetta un momento’. Si alzò e cominciò a scandire: ‘Basta con questi terroni di merda!’. E fu un tripudio di applausi. I pochi invitati sembravano diventati cento. Non la finivano più: ‘Terroni, terroni, fuori dai coglioni!'”.
Eppure quando bisognava fermare gli Austriaci sul Piave qualche terrone nella truppa faceva anche comodo.
La Lega si è sempre basata sul sentimento antistatalista e autonomista.
Il Sud Italia visto sempre come un peso e non una risorsa,una landa di incivili sanguisughe che aprofittavano del Nord industriale e con “standard”europei.
Quando i leghisti grazie all’euro e all’Unione europea,si sono accorti di essere diventati SUD Europa,e aver raggiunto i minimi termini in consensi elettorali,sono stati costretti a cavalcare altre ideologie,accantonando quella di Roma ladrona,anche perchè i ladroni in Padana erano i molti,e a cercare consensi in tutto il territorio italiano.
Essere il “SUD” di qualunque società non fa piacere a nessuno,sopratutto a chi non ha mai voluto capire che lo Stato dovrebbe azzerare le differenze geografiche e sociali invece di enfatizzarle !!
No a noi con Salvini,si a noi sovrani.