Cartello petrolchimico-parte9: conclusioni
Tentiamo di ripercorrere brevemente il percorso sin qui fatto. A
seguito del progressivo impoverimento della Germania del dopo-
Versailles, nasce e si sviluppa il partito nazionalsocialista (NSDAP).
L'ascesa del NSDAP diventa irresistibile grazie ai cospicui
finanziamenti garantiti da imprenditori nazionali ed USA. La presa del
potere da parte dei nazisti non è scindibile dai rapporti strettissimi
che essi avevano con il cartello petrolchimico IG Farben e dalla fitta
rete di interessi e comunanze ideologiche (leggi anticomunismo) che
legarono quest'ultima alle elites industriali e finanziarie
d'oltreoceano.
La Storia, così come viene comunemente letta, ci insegna che il
nazismo è stato sconfitto (seppure a costi altissimi) dall'alleanza
militare di potenze internazionali. Che il nazismo abbia causato la
più imponente carneficina per cause militari che la storia ricordi è
un fatto innegabile. Ma è altrettanto innegabile che il nazismo non fu
sconfitto. Un sistema sociale è da ritenersi sconfitto quando i
presupposti su cui si basa vengono ripudiati dalla collettività. Se
invece le stesse basi sono utilizzate per fondare altri tipi di
sistemi sociali, allora non si può veramente parlare di sconfitta, ma
di trasmigrazione o trasformazione.
Se i 2/3 del Parlamento tedesco postbellico era ancora composto da ex-
nazisti, ad esempio, ci si poteva aspettare 1/3 di novità. Tale
novità era rappresentata dalla volontà a non ricorrere più (almeno a
breve) all'uso delle armi. Per il resto tutta la produzione prebellica
rimase invariata. La IG Farben, ossatura del nazismo, continuò
indisturbata a produrre la chimica di sempre, agevolata da
bombardamenti accurati che permisero di salvare quasi in toto i suoi
impianti industriali.
I vertici IG Farben furono, dopo una condanna farsa, riassunti come
amministratori nelle varie sottocomponenti (BASF, Hoechst, Agfa,
Merck, etc..), diventarono consiglieri strategici nazionali ed esteri
oppure vennero assunti oltreoceano per evidenti "meriti" acquisiti sul
campo. I quadri intermedi (SS e militari) furono dirottati in
Sudamerica grazie all'intervento del Vaticano, per stabilire
sanguinarie dittature. Infine il personale qualificato (scienziati e
tecnici) grazie al'operazione Paperclip vennero reclutati tra le fila
degli apparati governativi USA.
Solo pochi gerarchi nazisti vennero condannati a Normiberga, per
tenere buona l'opinione pubblica. Un sacrificio minimo a fronte di un
dispiegamento enorme di risorse e mezzi per salvare e riciclare il
nazismo come forza propositiva e moderna.
L'ondata di feroce repressione contro certe istanze popolari, ovvero
contro i diritti dei lavoratori, trovò nella Germania nazista un
laboratorio dove potere sperimentare tutte le possibili varianti. Il
vero problema è che i 55 milioni di morti che causò direttamente non
sono mai stati un motivo sufficiente per chiuderlo definitivamente,
quel laboratorio. Anzi, una volta appurato che certe varianti non
andavano più bene, ne sono state introdotte delle altre o più
semplicemente sono state miscelate differentemente le preesistenti.
Per farla breve: siamo stati governati (finchè la Natura -e non
l'Uomo- non ha strappato loro l'ultimo respiro) da nazisti che hanno
imposto il loro particolare modello di sviluppo. Ma prima che fosse
terminato il loro mandato in terra, quei simpaticoni hanno ben pensato
a formare i dirigenti che avrebbero continuato il loro progetto.
Se la plastica (con tutto ciò che ne consegue, solo per fare un
esempio) la fa da padrone in ogni aspetto della vita quotidiana del
nuovo millennio, lo dobbiamo proprio alla IG Farben e ai suoi vertici
che hanno continuamente spinto in quella direzione, trovando solo
solide alleanze imprenditoriali e politiche. Non più le splendide
verniciature a tampone (gommalacca) o finiture a cera od olio dantan,
ma plastiche poliuretaniche spruzzate industrialmente sui mobili, ed è
solo un'esempio.
Nel pensiero di Hitler, come abbiamo visto, questo
tipo di Progresso serve a gettare le basi per la rinascita del Quarto
Reich.
Dando come scontato che la Chimica aiuti a migliorare la vita, si
creano le basi per un rafforzamento degli investimenti a favore del
Quarto Reich, così come preconizzato nel Neuordnung hitleriano. Giusto
per dare un'idea: solo la BASF nel 2007 ha fatturato per un valore di
58 miliardi di euro [1], superiore al PIL della Croazia. [2]
Non deve quindi stupire il fatto che la Germania sia considerata la
"locomotiva d'Europa", data la concentrazione di industrie
petrolchimiche legate alla ex IG Farben. Il modello tedesco è
universalmente riconosciuto come efficiente ed affidabile. I criteri
di efficienza ed affidabilità che l'hanno resa famosa nel mondo un
poco mi spaventano, dopo le ricerche che ho effettuato e che ho
cercato di sintetizzare in questi articoli.
In una pubblicità la BASF si spinge ad affermare che "la Chimica in
definitiva crea buone relazioni tra le persone e tutto ciò di cui
hanno bisogno".[3]
Lo stabilimento BASF di Roma (quartiere Case Rosse) causa un 30% di
mortalità per tumori in più rispetto alla media nazionale (fonte ASL):
forse l'ex partner IG Farben pensa sia questo "tutto ciò di cui le
persone hanno bisogno".[4]
Gli esempi in tal senso si sprecano. L'idea di usare l'uomo come cavia
per esperimenti industriali è una "innovazione" che il nazismo ha
portato alla sua massima espressione. Sottoporre le popolazioni ad
incessanti bombardamenti chimici (vedi la tragedia delle
nanoparticelle [5]) è ormai diventato una necessità che si appella a
concetti come Sviluppo, Modernità, Progresso.
Non esiste alternativa a tutto ciò, se si esclude la Decrescita.
La vita di ognuno di noi èregolata al ritmo delle pirotecniche conquiste tecnologiche di cui la
macchina propagandistica immancabilmente magnifica le straordinarie
caratteristiche innovative.
Stiamo sempre meglio, siamo sempre tutti più liberi: questo è il
messaggio rassicurante che incessantemente viene veicolato dai media.
Se nel cancello di ingresso di Auschwitz l'insegna recitava "Arbeit
Macht Frei" (il lavoro rende liberi, grottesco aforisma che sanciva la
necessità di lavorare forzatamente per soddisfare la libertà di
ricerca della IG Farben), nel cartello di ingresso di ogni città
moderna, sotto al nome dell'agglomerato urbano, ci dovrebbe essere un
bel "Fortschritt Macht Frei" (il Progresso rende liberi), magari
affiancato al gemellaggio con Auschwitz, ridente cittadina polacca.
[1]http://www.edilio.it/basf-br-the-chemical-company/
prodotto_2195.html
[2]http://www.indexmundi.com/it/croazia/prodotto_interno_lordo_%28pil
%29.html
[3]http://www.youtube.com/watch?v=3ID21iNB_UM&feature=player_embedded
[4]http://www.youtube.com/watch?v=xuHatKQYZXU
[5]http://www.ecoblog.it/post/1263/nanoparticelle-e-nanopatologie
Articoli correlati:
Cartello petrolchimico-parte 1: la IG Farben
https://www.appelloalpopolo.it/?p=1978
Cartello petrolchimico-parte 2: aiuti USA ai nazisti
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Cartello petrolchimico-parte 4: Monsanto
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Cartello petrolchimico-parte7: il dopoguerra
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Cartello petrolchimico-parte8: Neuordnung
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