Dagli anarco-logici agli idolo-cratici
di Tino Di Cicco
Si passava da uno schieramento ad un altro della politica non solo perché il Potere dava sempre più senso all’esistenza ( in mancanza di un altro sentire ), ma anche perché i due blocchi contrapposti sulla scena politica erano come “laicizzati”. Non erano più “compromessi” con i vecchi ideali di un tempo, quando qualcuno pensava ancora che gli uomini fossero tutti uguali, e le differenze economiche o di potere troppo ampie non fossero tollerabili dentro la communitas.
Votare per l’uno o per l’altro stava diventando sempre più simile alla scelta della lavanderia, o del negozio di ferramenta. Per questo i cittadini diventavano sempre più “liberi”; perché non erano più legati ad una idea del mondo per agire.
Accettavano l’esistente come se fosse l’Assoluto e l’Eterno. E dentro questo contenitore cercavano di arraffare quanta più merce possibile. E chiamavano felicità questa “libertà” di rassegnarsi all’esistente, solo perché veniva sponsorizzata dalle televisioni.
Se qualcuno conservava traccia di una speranza estranea ai “valori” esistenti, veniva privato della parola e confinato ai margini della società. Perché così non potesse nuocere alla fede condivisa.
Se anche talvolta l’escluso riusciva a parlare, non era credibile; perché la Parola e la Ragione non sostenute dal Potere non trovavano la fiducia degli uomini. Come è stato ampiamente dimostrato da quella fase storica in cui il Dio dovette farsi Onnipotente perché il Suo Verbo fosse creduto dagli uomini. Non bastava che fosse giusto e amorevole; no, il Dio dovette farsi Onnipotente perché l’animo servile potesse riconoscere la “Verità”.
Così quando parlava il Capo Infallibile della ecclesia, i microfoni del mondo erano pronti a raccogliere i “Valori”; se la sofferenza missionaria parlava dalle discariche della terra, poteva essere invece facilmente glissata dai telegiornali della sera.
In un mondo così “laicizzato” gli uomini non erano più adunati dalle vecchie bandiere teologiche, filosofiche o ideologiche. Ci si combatteva “ a viso aperto” : da una parte si raccolsero gli anarco-logici; dall’altro gli idolo-cratici.
La politica non suscitava più discussioni sulle fondamenta della morale , né quelle sul vero e sul falso.
La politica come tensione verso la giustizia era stata una passione del passato; oggi aveva solo il compito di decidere gli orari dei negozi e la cura dei giardinetti.
I cittadini non erano più divisi tra progressisti e conservatori, o altre facezie del genere.
Quando c’era, la differenza passava tra uomini decisi a contrastare la concentrazione del potere con le armi della ragione : gli anarco-logici, appunto; e quelli bisognosi di identificarsi con un idolo al quale assegnare tutto il potere sociale : gli idolo-cratici.
Gli anarco-logici, che un tempo potevano essere chiamati anche “la Sinistra”, diventavano sempre meno. Erano “nichilisti” e contrari alla subordinazione gerarchica. Credevano alla ragione, come se l’uomo fosse veramente un “animale razionale”. Come se la natura dell’uomo fosse un dettaglio della mente, e non quella babele di bisogni che lo spinge da millenni verso un fine ignoto ( e anche ignorabile).
Gli idolo-cratici, che un tempo si potevano chiamare anche “la Destra”, diventavano invece sempre più numerosi. La società era, è vero, laica; ma gli uomini erano sempre prigionieri del vecchio bisogno di identificarsi con qualcuno più potente per vivere sicuri.
Un tempo questa rassicurazione venne da Dio ( il più Potente amico degli uomini ), poi vennero i Leader. E per essere un Leader non era necessario avere capacità divine; era utile avere molti soldi , avere gli stessi vizi del popolo ( rendeva più facile l’identificazione) ed essere abilissimi nel gioco delle tre carte.
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