Fascismo a molla
di LORENZO D’ONOFRIO (FSI Pescara)
Fenomeno frequente fra coloro che amano ancora definirsi “di sinistra” è l’amnesia storico-costituzionale, che li porta automaticamente ad etichettare come fascista, quasi per effetto di uno strano algoritmo, chiunque abbia uno slancio patriottico oppure osi parlare di confini.
Paradossalmente sono gli stessi che rivendicano l’importanza della memoria storica, ma che inorridiscono di fronte a termini come Patria e Nazione, che oltre ad aver animato la Resistenza antifascista, sono scolpiti nella nostra Costituzione. Lo stesso orrore provano di fronte a quel tricolore che i Partigiani portavano con sé all’ingresso in ogni città liberata.
Un bravo psicologo potrebbe forse ricondurre questo fenomeno all’incapacità di elaborare il lutto del tradimento della “sinistra”, o al rifiuto di accettare la responsabilità di aver sostenuto, per una vita intera, partiti che hanno annichilito la Costituzione e distrutto lo Stato sociale.
Queste persone, spesso persone perbene, sono estremamente pericolose, perché continueranno sempre ad alimentare l’intolleranza e a sostenere politici spazzatura solo perché si autodefiniscono “di sinistra”: sono i veri responsabili di un disastro sociale che (quello sì) sta riportando alla luce rigurgiti di fascismo.
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