10 100 1000 Panebianco
di LORENZO D’ONOFRIO (FSI Pescara)
Sul Corriere della Sera del 20 luglio 2017 è uscito questo editoriale di Angelo Panebianco.
Quella di Panebianco è una chiamata alle armi, è la verità nuda e cruda sbattuta in faccia sul conflitto sociale al quale siamo obbligati a prender parte, è l’avveramento dei nostri presagi, ma anche il suicidio dei liberali, che svelano finalmente senza pudore tutta l’essenza della loro natura profondamente liberticida e classista.
Dopo aver assistito all’annullamento, con i Trattati europei, della Costituzione economica, dopo aver visto snaturare e tentare di mortificare definitivamente l’assetto istituzionale della Repubblica, leggiamo da Panebianco una vera e propria dichiarazione di guerra a quei principi fondamentali che i sostenitori del Sì al referendum del 4 dicembre giurarono di non voler toccare, principi peraltro già di fatto vanificati dalla distruzione dello Stato e dall’esaltazione del Mercato, in ossequio ai cardini dei Trattati europei:
Forse è arrivato il momento di chiedersi se non sia il caso di intervenire col bisturi sulla prima parte della Costituzione, sui famosi principi… I risultati del referendum costituzionale hanno messo fuori gioco per chi sa quante generazioni la possibilità di riformare la seconda parte della Costituzione. Perché allora non cominciamo a discutere della prima? È sicuro, tanto per fare un esempio, che la convivenza civile ci rimetterebbe se la nostra Repubblica anziché essere fondata sul lavoro fosse fondata sulla libertà?
L’accusa di Panebianco è alle “idee socialisteggianti” consacrate nella Costituzione.
Panebianco prova a far leva sulla sciocchezza, purtroppo ripetuta da molti, secondo cui la Costituzione sarebbe stata una soluzione di compromesso: BALLE!
Sulla Costituzione ci fu una incredibile convergenza* di comunisti, socialisti e democristiani, rappresentanti della stragrande maggioranza del Popolo italiano in Costituente, che misero in un angolo i pochi liberali, “quattro noci in un sacco”, ma molto influenti fuori dal Parlamento, laddove il Popolo non era rappresentato.
È vero quindi, la nostra Costituzione è socialisteggiante e per questo va difesa.
Da anni noi del FSI – Fronte Sovranista Italiano ripetiamo che la linea del fronte è la Costituzione del ’48: questa linea è sempre più evidente, come è evidente che proposte come la FLAT TAX non hanno nulla a che vedere col modello costituzionale e identificano chiaramente chiunque le proponga come NEMICI.
Nell’ultimo trentennio, sparlando di libertà, ci hanno tolto ogni diritto e hanno distrutto lo Stato.
Disse qualcuno:
Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. […] Ma la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Mi dica, in coscienza, lei può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è la libertà che intendo io.
Diffidate, allora, di chi continua a promettervi libertà minando i capisaldi su cui abbiamo costruito la nostra convivenza, diffidate di chi mette in discussione la REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO, qualunque sia la sua bandiera.
Tenete sempre a mente, inoltre, che quelli come Panebianco sono tutti altreuropeisti (leggere qui), sono quelli per cui sovranità nazionale equivale a guerra… fate un po’ voi, ma in vista del referendum del 4 dicembre NOI vi avevamo avertiti.
Se siete arrivati fin qui e, soprattutto, SE AVETE CAPITO… non vi resta che UNIRVI A NOI.
* NOTA FINALE: La Costituzione fu davvero un compromesso? Dipende!
Alcuni sostengono che la Costituzione sarebbe stata una soluzione di compromesso.
Ma fu davvero così?
A me pare che sulla Costituzione economica, ad esempio, si ebbe grande convergenza, con esclusione dei liberali (già da sempre liberisti, minoranza sin troppo influente fuori dalla Costituente), educatamente messi all’angolo da una classe politica che ben conosceva i rischi insiti in certe parole ed espressioni truffaldine.
Un esempio: il 3 ottobre 1946, in prima Sottocommissione, per il povero Lucifero fu una giornata nera…
“Togliatti, Relatore,
premette che, all’inizio, non escludeva la possibilità di una relazione comune con l’onorevole Lucifero; non la escludeva soprattutto perché dal dibattito sui principî generali che aveva avuto luogo precedentemente gli era parso che tra la concezione sviluppata dall’onorevole Lucifero e la sua il divario fosse soltanto in un punto: sulla possibilità o meno di parlare nella Costituzione delle garanzie di determinati diritti affermati. Poiché tutti si erano trovati d’accordo nell’affermare la necessità di includere nella Costituzione alcuni diritti nuovi di contenuto economico-sociale, cioè il diritto al lavoro, il diritto al riposo, il diritto all’assicurazione sociale, ecc., riteneva che, fatta l’affermazione di questi diritto, fosse però necessario indicare precisamente in qual modo essi verranno garantiti dallo Stato. Su questo punto era apparso un contrasto, nel corso della discussione generale, con l’onorevole Lucifero. La portata di questo contrasto sarebbe apparsa all’esame concreto della questione.
In realtà, dopo aver letto la relazione dell’onorevole Lucifero, ha visto che il divario era assai profondo perché, escludendo la garanzia di questi diritti, si vengono ad escludere i diritti stessi. Quando infatti si dice nel primo articolo proposto dall’onorevole Lucifero che ogni cittadino ha diritto al minimo indispensabile di mezzi di sussistenza, ecc., e poi si aggiunge che a tal fine il cittadino è libero di svolgere un’attività economica nel modo che più gli aggrada, è evidente che la seconda affermazione contraddice pienamente con la prima, e la contraddice in modo tale da renderla una irrisione. Quando si lasciano le persone libere di svolgere quella attività che loro aggrada, cioè si asserisce e sancisce il principio della piena libertà economica, è evidente che non si garantisce ad ogni cittadino, come è detto nel primo comma, il diritto al minimo indispensabile di mezzi di sussistenza. Si garantisce invece la disoccupazione periodica in un paese industrialmente evoluto, la disoccupazione permanente nelle condizioni attuali dell’Italia.
È evidente che soltanto negando la seconda proposizione, che è la formulazione dell’astratto principio liberale delle Costituzioni del secolo scorso, soltanto affermando il principio dell’intervento dello Stato per regolare l’attività economica, secondo un metodo, un corso differente da quello dell’economia capitalistica liberale pura; soltanto facendo questo passo, si può dare un minimo di garanzia al diritto ai mezzi di sussistenza, al lavoro, al riposo, alla assicurazione sociale.”
“Dossetti
ha ascoltato con molta attenzione l’esposizione degli onorevoli Lucifero e Togliatti e deve dichiarare che mentre crede di avere capito che cosa ha voluto dire l’onorevole Togliatti, invece gli risulta oscuro, anche dopo i chiarimenti che l’onorevole Lucifero ha aggiunto alla sua relazione, il pensiero di quest’ultimo.
Dichiara di poter condividere in gran parte l’impostazione che l’onorevole Togliatti ha voluto fissare. Ritiene infatti che un controllo sociale della vita economica, da realizzarsi attraverso certe strutture che dovranno essere più analiticamente esaminate, sia una necessità assoluta alla quale non ci si possa in alcuna maniera sottrarre, una necessità imposta dalla vita…”
“La Pira
rileva che, data l’attuale situazione di fatto, nella quale esistono larghe crisi periodiche di disoccupazione mentre non è attuata una effettiva e consapevole partecipazione della massa lavoratrice al meccanismo produttivo, sorge il problema: l’ordinamento economico liberale, che ha creato questi due fatti, ha una virtù interna tale da poterli superare? La risposta non può essere che negativa. Di qui la domanda: qual è lo strumento economico nuovo e quindi la nuova struttura economica capace di superare questi due fatti? Respinto l’ordinamento liberale, occorre creare una struttura economica nuova, la quale realizzi quella dignità della persona umana sulla quale tutti sono d’accordo.
Non può quindi accedere alla tesi Lucifero, ma si muove nella direzione indicata dall’onorevole Togliatti, nel senso cioè di creare questo strumento nuovo che permetta di realizzare una dignità effettiva e non astratta della persona umana.”
Panebianco è un propagandista manovrato dai poteri transnazionali e atlantici che da sempre controllano il giornale per il quale scrive.
Tutte conquiste del “male assoluto” e della Repubblica Sociale Italiana. La prima Repubblica Sociale Italiana.