Le teorie politiche radicali e la pubblicità

Potrebbero interessarti anche...

Nessuna risposta

  1. Massimo Ponchia ha detto:

    Finnalmente qualcuno che solleva il problema. Aldilà delle macchinose considerazioni fatte su questo articolo che possono essre condivisibili o meno, resta il fatto che un controllo non tanto sulla pubblicità ma in senso più radicale sui "media" è indispensabile per avere una società libera. Ci tengo a precisare che con la parola "controllo" io intendo totale eliminazione non tanto deii programmi pubblicitari quanto dei "media" stessi,  limitatamente a quelli con copertura nazionale, favorendo invece lo sviluppo di quelli a copertura locale. Questo perchè cosi si può avere un'informazione meno controllata dai potentati economici, più variegata e più legata alla realtà locale della persona che legge quel giornale o guarda quella televisione. Naturalmente nulla impedisce ai "media" locali di parlare/scrivere su tematiche nazionali e internazionali. Per quanto riguarda la pubblicità come elemento influenzante la pubblica opinione faccio notare che data la frammentarietà di questa media locali esso divverrebbe un problema automaticamente risolto,  visto il poco interesse che i potentati economici potranno avere a publiccizzare un loro prodotto/servizio su un giornale/video a copertura locale, e che nel caso decidessero di avere una copertura nazionale dovrebbero trattare con una miriade di interlocutori, ognuno con una testa e soprattutto ognuno "padrone a casa sua" inquanto questi media  sono per loro struttura fatti da piccoli imprenditori locali finanziariamente indipendenti,  per cui diventa di fatto impossibile tenatre di "gestire" l'opinione pubblica attraverso questa pluralità di interlocutori. Concludendo desidero far notare a chi ha scritto l'articolo che il problema non si risolve gestendo la pubblicità, ma gestendo i "media".

  2. stefano.dandrea ha detto:

    Tassare e non detassare la pubblicita' trasforma il mondo sotto molteplici punti di vista: la lotta al capitale marchio non deve essere inferiore a quella contro il capitale finanziario: sono due capitali parassiti (come quello fondiario). E colpisce i media nazionali e internazionali esattamente come il tuo divieto. Di fatto li vieteresti senza vietarli. Appariresti molto piu' liberale. E in realta' lo saresti. Perche' privare i cittadini italiani del diritto di vedere un telegiornale di berlusconi al modico prezzo di un euro e mezzo e una partita di calcio al modico prezzo di 15 euro e un film al modico prezzo di 10-20 euro?

  1. 10 Ottobre 2010

    […] campo della informazione e dell’intrattenimento non superino il 20% dei costi di produzione (Le teorie politiche radicali e la pubblicità https://www.appelloalpopolo.it/?p=472). Non soltanto dobbiamo rifiutare l’informazione e […]

  2. 11 Ottobre 2010

    […] Perciò non possiamo che ripetere ciò che già abbiamo scritto: E’ necessario sottrarre al grande capitale il potere di formare l’opinione pubblica (https://www.appelloalpopolo.it/?p=163). E per far ciò è necessario che le entrate pubblicitarie delle società capitalistiche che operano nel campo della informazione e dell’intrattenimento non superino il 20% dei costi di produzione (Le teorie politiche radicali e la pubblicità https://www.appelloalpopolo.it/?p=472). […]

Rispondi a stefano.dandrea Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *