Restaurazione o rivoluzione: il bivio è adesso
di RAFFAELE VARVARA (FSI Milano)
In questi giorni balordi viviamo come sospesi tra il pericolo di una restaurazione e l’opportunità di una rivoluzione.
Restaurazione: di cosa? Di quella che l’avvocato Francesco Carraro chiama “prove tecniche di dittatura”. Si perché la sospensione della democrazia e delle libertà individuali, se accettate senza ragionamento critico, ovvero senza consapevolezza che si tratta di misure straordinarie necessarie in un frangente emergenziale, finiranno per essere accettate supinamente anche quando il contagio sarà regredito. Un emergenza è un temporaneo stato di criticità vitale che si risolve con l’applicazione di misure salvavita straordinarie; passata l’emergenza si ha quella che in medicina viene chiamata restitutio ad integrum, cioè un ritorno alla normalità. A fronte dell’emergenza causata dalla crisi economica del 2008, furono adottate “misure salvavita straordinarie” sui conti pubblici che però sono state sistematicamente applicate in ogni manovra finanziaria fino ad oggi, che l’emergenza è ormai alle spalle.
Dunque attenzione! Perché con la percezione di emergenza questa volta non confinata alla sfera economica ma al contempo economica e sanitaria, condita con una dose massiccia di procurato panico, consentirà alle masse di accettare qualsiasi restrizione, anche la restaurazione di uno stato di non-diritto.
“Non sottovalutate l’insidiosità dello slogan da cui siamo tutti letteralmente bombardati in questi giorni bastardi: ‘Bisogna rispettare le regole’. E neanche la pericolosità di quell’altro: ‘Dobbiamo cambiare le nostre abitudini’. Se anche paiono temporaneamente, ed eccezionalmente, validi, queste nenie ipnotiche sono normalmente, e ordinariamente, l’anticamera di ogni dittatura. Se ce lo dimentichiamo, finiremo per accettare (se non a invocare) le nuove ‘regole’ e le nuove ‘abitudini’ anti Covid, anche in assenza di Covid.” (F.Carraro)
Rivoluzione: Il pilota automatico che prescrive la coesione sociale a partire dal rispetto delle leggi del mercato, sta sbandando per colpa di un microbo invisibile. Figurarsi cosa può fare un popolo consapevole, informato, unito nel rovesciamento di quella sovrastruttura culturale utilizzata dalla dittatura finanziaria per anestetizzare, spegnere, omologare, ridurre e frammentare. La Bastiglia contemporanea da conquistare è la cultura, la comunicazione e il linguaggio dominanti. Questo virus ha cominciato a sfondare il muro di menzogne messe in piedi in trent’anni di neoliberismo: le basi della rivoluzione sono ormai gettate.
Insomma siamo al bivio: da una parte il ritorno agli spettri del passato, dall’altra una rivoluzione inevitabile per la sopravvivenza della specie umana.
Noi abbiamo già scelto.
Ci libereremo!
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