Quaranta giorni che hanno già cambiato la Storia, l’Italia e gli Italiani
di STEFANO D’ANDREA (Presidente FSI Riconquistare l’Italia)
Per fortuna, almeno al livello di post Facebook, Covid 19 è “passato”.
Dal 100% dei post siamo già a una percentuale relativamente modesta, almeno tra i miei contatti, anche se molti post hanno ad oggetto le conseguenze economiche e in generale il futuro determinato da Covid 19.
In questi quaranta giorni, tutti hanno indagato, tutti hanno approfondito, tutti hanno letto notizie italiane e straniere e tutti si sono fatti una idea su uno o più profili di questo complesso evento storico.
La ricerca non è stata facile, perché l’evento ha caratteristiche eccezionali.
L’applicazione della Costituzione, per esempio, è andata in tilt ma l’urgenza sanitaria non ha consentito che pochi approfondimenti. L’analisi rigorosa è soltanto rinviata e solleva il dubbio se debba inserirsi una norma sullo stato di necessità, visto che, a parte la dichiarazione di guerra, la storia ha mostrato che si danno altri casi di lunga regolarità della necessità e urgenza e di possibili limitazioni dei diritti costituzionali.
La vecchia tesi della “necessità” come fonte del diritto, fonte extra ordinem, sostenuta da Santi Romano e Mortati, e snobbata da cinquanta anni nei Manuali di diritto costituzionale, si è presa la rivincita. Oggi ci chiediamo: come può la necessità non essere di fatto fonte del diritto? Ieri non credo che la tesi avesse sostenitori.
Moltissime ordinanze e sanzioni saranno annullate ma nessuno oggi ha interesse ad approfondire il tema. Ci sarà tempo per svolgere i giudizi e personalmente credo che moltissime sanzioni, se non tutte, saranno annullate in via di autotutela o con provvedimento generale.
C’era da indagare il fine da perseguire, quello spontaneo dello sradicamento o quello da più parti paventato del perseguimento dell’immunità di gregge, sia pure lentissimo, a causa della contagiosità.
C’era da capire se vi fossero molti asintomatici e paucisintomatici e, quindi, se la letalità fosse o meno bassa e la morbosità più o meno scarsa, nonché le ragioni dell’alta contagiosità. Non si possono giudicare le strategie, senza conoscere queste informazioni.
Gli austeritari dovevano anche scoprire l’assurdità dell’austerità. Ed è accaduto.
C’era da scoprire cosa avessero fatto i cinesi e cosa avessero fatto i coreani.
Gli Europeisti hanno dovuto chiedersi come mai hanno creduto per anni o decenni in qualcosa che non esiste e certamente, pur non essendo magari approdati alle nostre conclusioni, non avranno più le posizioni che avevano prima.
È ormai pacifico che per lungo tempo le persone usciranno ed entreranno dall’Italia, come da altre nazioni, solo in casi eccezionali e con lunghe quarantene all’entrata o al rientro se sono italiani. Il turismo straniero ce lo dobbiamo dimenticare per un po’ e anche le vacanze all’estero. Fare vacanze in Italia nei prossimi due anni sarà un dovere patriottico.
Il problema finanziario dello Stato italiano ha colpito tutti. Anche i più incalliti europeisti si sono resi conto che noi, avendo momentaneamente rinunciato alla sovranità e avendo perso la gara indetta con Maastricht, siamo un semi-Stato. L’idea che questa situazione deve finire non è più di una sparuta avanguardia.
Le notizie delle requisizioni di mascherine acquistate dall’Italia da parte di Stati europei che le avevano in transito ha fatto scoprire anche agli sprovveduti l’ovvio: uno Stato protegge i propri cittadini, anche se le sue azioni di protezione dovessero causare la morte di cittadini stranieri, come un padre protegge i propri figli: non uccide gli altri ma non guarda ai costi e ai danni che comporta la protezione dei propri figli.
Se escludiamo il dramma sanitario e le vittime, i passi avanti di consapevolezza sono stati tanti e la rete, pur con tutti i suoi limiti, ha di gran lunga vinto anche questa volta la battaglia contro la TV e il mainstream della carta stampata, visto che molte volte, talvolta dopo affannose ricerche e letture svariate, anche di opinioni totalmente infondate, qui sulla rete sono state diffuse tesi e informazioni che soltanto uno o due giorni dopo erano riprese dal mainstream.
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