Con la politica della pietà è la politica che fa pietà

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  1. Andrea.Mensa ha detto:

    un bell'articolo per esprimere un concetto ancora più semplice.

    la compassione non è altro che il prezzo con cui le persone si mettono a posto la coscienza per le porcate che fanno.

    questo concetto della compensazione, "ho fatto male a tizio" bene "tre pater-ave-gloria" e vai, libero , mondato da ogni rimorso.

    nemmeno più il dovere di rimediare, sei perdonato e hai di nuovo una coscienza candida, immacolata, e ti fa comodo credere che sia così, perchè il male che hai fatto lo hai pagato troppo poco, e allora ti dimentichi persino che lo hai fatto.

    quanti bambini muoiono nel mondo ogni ora ? bene una volta al mese do 10€ alla tal ONG, e non ci penso più, ma mi fa comodo vivere in questo sistema la cui ricchezza è pagata dalla povertà e dal malessere di milioni di altri esseri.

    ma io ho fatto la mia beneficenza, e la coscienza è a posto, e posso non pensarci più.

    questa ipocrisia installata nell'uomo moderno, che fa chiamare progresso lo sfruttamento di milioni di altri suoi simili, che li riduce alla fame per poterli sfruttare meglio, anche come cavie per le sue medicine sempre più sofisticate, che poi non gli dà, perchè devono costare tanto, perchè deve esserci un ritorno economico anche sulla sofferenza e sulla morte.

    bisogna speculare sul grano, sugli alimenti per arricchire quei banchieri che prima causano i disastri poi occorre finanziare perchè "too big to fail" e questi, anzicchè metter la testa a posto , usano le risorse fornite per ulteriormente arricchirsi, e se interi popoli rischiano di morir di fame …. beh  con un obolo la coscienza verrà tacitata.

    watzlawick sosteneva che "il miglior perdono è la vendetta" e mi auguro di aver già lasciato questo mondo infausto, quando questi diseredati si ribelleranno…. perchè anche se saranno contro di me, non potrò che pensare che hanno tutte le ragioni per farcela pagare cara.

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