Insegnare la chimica in inglese? (2a parte)

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Una risposta

  1. Paolo Di Remigio ha detto:

    In una formula proustiana: acquisire la lingua madre significa parlare male tutte le altre. Essere costretti a parlare in una lingua estranea significa dunque non solo essere costretti a parlare e a pensare male, ma anche creare un’inferiorità effettiva rispetto a chi parla quella lingua come lingua madre. In questo senso l’imposizione dell’inglese all’interno della didattica è un’operazione colonialistica del mondo anglosassone in un momento storico di crisi profonda della sua egemonia – un serrare i ranghi dell’impero sempre più disfatto.
    Nelle scuole superiori avviene qualcosa di simile con l’imposizione delle metodologie (?) CLIL. Nella completa mancanza di docenti bilingue, esse consistono nell’abbinare un docente che non sa la lingua veicolare con un docente che non sa la materia veicolata, si risolvono quindi nell’annullamento della materia veicolata.

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