Bestie feroci o Angeli adorati da Dio?
di Stefano D'Andrea
A mo’ di lettera all’ammiraglio italiano Giampaolo Di Paola, in servizio Nato
Giorni addietro mi capitò di leggere un trafiletto del quotidiano Il Manifesto, che copio e incollo nella parte che turbò il mio animo: riferendosi all'assedio di Sirte, “L'ammiraglio italiano Di Paola, in servizio Nato, ha detto che i gheddafiani pur circondati e senza speranza si battono come «bestie feroci» e ha espresso la sua «sorpresa» per la loro capacità di resistenza”(1).
“Bestie feroci” non è una bella espressione. I gladiatori venivano gettati nell’arena a combattere contro le bestie feroci. E quando si odia e disprezza profondamente qualcuno si esclama “lo getterei in pasto a bestie feroci”! Le bestie feroci sono forti ma in ragione del fatto che sono bestie feroci, appunto, non perché sono coraggiose, intelligenti, disciplinate e pronte al martirio.
Cittadini e soldati rimasti fedeli al governo legittimo, ancora riconosciuto come tale da molti Stati della comunità internazionale, sarebbero bestie feroci.
Gli eroi che, attaccati da molti mesi, da decine e decine di nazioni, dotate di potenti aviazioni militari, resistono a bombardamenti brutali, sarebbero bestie feroci.
Cittadini e soldati libici, che hanno visto morire a centinaia parenti, amici e fratelli cittadini, e che combattono con il coraggio dei leoni, sarebbero bestie feroci.
Non eroi, non uomini dal coraggio da leoni, non soldati meravigliosi. Bensì “Bestie feroci”.
Che fine hanno fatto i valori militari ammiraglio Di Paola? Che valore hanno per lei il coraggio, la fedeltà al giuramento prestato, la capacità di sacrificare la vita per un ideale, la gloria e l’onore del guerriero, la disponibilità al martirio del patriota?
Sappia che quando, seduto da solo in un bar a bere un bicchiere di birra, ho letto il trafiletto del quotidiano Il Manifesto, ho versato alcune lacrime – cosa che mi capita assai raramente. Perché ho compreso che la nostra classe dirigente, a tutti i livelli, in tutti i settori dell’amministrazione, è profondamente marcia.
Mi auguro che lei smentisca le parole che le sono state attribuite. Ho atteso alcuni giorni prima di scrivere queste righe, in attesa di una smentita. Ma fino ad ora la smentita non è arrivata. Almeno sulla rete non ne ho trovato traccia.
Nell’incertezza se lei abbia veramente pronunciato quelle miserabili parole, voglio però dirle che, se lei davvero le ha pronunciate, serbo la speranza che i suoi soldati – i soldati italiani, la disprezzino nel profondo del loro cuore. Se lei davvero avesse pronunciato quelle orribili parole, meriterebbe di essere sbranato da quelle “bestie feroci”, che a mio avviso, se Dio esiste, sono certamente “Angeli adorati da Dio”.
Ammiraglio, lei avrebbe dovuto dichiarare – e mi auguro che in realtà abbia dichiarato e che le sue parole siano state mal riferite – che a Sirte vi state scontrando con “grandi guerrieri che si battono con immensa intelligenza militare e coraggio da leoni – gloriosi patrioti disposti al martirio”; e piuttosto che “sorpresa”, lei avrebbe dovuto esternare la sua “ammirazione”. Questo modo di parlare, che è anche un modo di sentire e di essere io, come cittadino italiano, pretendo da chi si trova al vertice delle forze armate del mio paese.
Addio Muammar, cade un Uomo ma non il suo vessillo
La guerra fatta con i droni, controllando joystick da migliaia di km di distanza non induce al rispetto. Un lavoro da macellai non porta il rispetto per le bestie che ammazzi. Tuttalpiù se esse si ribellano, puoi definirle feroci, appunto.
Ammiraglio si vergogni! Una volta almeno si riconosceva ai nemici caduti eroicamente "l'onore delle armi". Cosi' e' stato per i soldati italiani in Etiopia, sconfitti dal ben piu' potente esercito inglese. Lei invece non riconosce a quei soldati che coraggiosamente subiscono attacchi da aria, mare e terra nemmeno la dignita' di uomini. Si "sorprende" della loro resistenza e del loro coraggio, ma poi lo attribuisce ad un loro istinto bestiale. Gli eroi sono quelli che difendono la loro terra e resistono per mesi ad aggressori esterni, che molto meno eroicamente di loro, li attaccano da lontano con i missili e droni, prendono di mira gli ospedali, gli acquedotti, i depositi alimentari, le colonne di profughi. Le bestie sono quelli che attaccano gli immigrati neri disarmati, che squartano i coscritti libici ed appendono i loro corpi dai cavalcavia. Che entrano nei villaggi solo dopo che sono stati rasi al suolo dall'aviazione di potenze straniere piu' potenti al mondo di cui invocano l'intervento, che bruciano le case rimaste in piedi.Soprattutto spero che i suoi soldati si accorgano che le bestie sono chi disprezza il valore e la dignita' di altri uomini, fosse anche che si trovino a combattere per necessita' dall'altra parte della barricata, per difendere la loro storia ed i propri ideali. E che disprezzino invece le vere "bestie feroci"
E guarda caso questo Di Paola, ammiraglio della Nato, e' diventato ieri ministro della difesa nel governo…sara' un caso? Servira' per trovare altre "bestie feroci" da bombardare?