La seconda morte della patria

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11 risposte

  1. Lorenzo Dorato ha detto:

     
    Ottimo articolo
     
    Il patriottismo correttamente inteso, cioé eminentemente politico, inclusivo, aperto (dunque non differenzialista o revanchista) è tutto ciò che oggi manca. Predominano forze cosmopolitiche, smaccatamente esterofile, sradicanti e autocommiserative, come frutto di contingenze strutturali e sovrastrutturali (in una parola: sistemiche).
     
    Una forza autenticamente anticapitalista non può che essere patriottica nel senso più nitido del termine, senza cadere in alcuna tentazione di carattere micro-identitario. L'identità è un concetto complesso e contaminato positivamente dalla storia, dai contatti e dalle esperienze. Essa è inoltre un conglomerato di sottoidentità che si sovrappongono costituendo l'unicità della persona. Tuttavia questa concezione inclusiva non può impedire di cadere in una concezione integralmente relativistica e impone di pensare l'identità in termini politici di partecipazione sovrana, rappresentazione, autopercezione di sé all'interno di una comunità via e capace di autodecisione.
    Il patriottismo è in questo senso totalmente compatibile con un universalismo di sostanza.
     
    Proporre ed estendere un sentimento di partecipazione politica (in quanto tale già patriottica) in opposizione allo stato depressivo del “dominio dei mercati finanziari contro cui nulla si può fare se non assecondarne i movimenti” è oggi il primo dovere morale di chi intende opporsi all'attuale sistema di relazioni sociali.
     
     
     
    Lorenzo Dorato

  2. Massimiliano ha detto:

    A me la prigione del web sta molto stretta. Sono stufo di stare dietro una tastiera a leggere cdc, paolo barnard,voi etc etc…e scrivere solo commenti che alla fine non cambiano di una virgola la realtà che mi circonda. Non sono un esperto di economia, mi occupo di meteorologia. Non sarei capace di una analisi come la tua ma mi sembra corretta, la sento mia. Vorrei fare qualcosa per uscire dalla prigione, per dare il mio contributo. Insomma sono qui,ma ho bisogno non tanto di una guida quanto di una speranza che qualcosa è ancora possibile fare

  3. Giuseppe ha detto:

    Oggi non ci sono bande armate di Patrioti perchè per decenni la propaganda del regime ha martellato la percezione delle persone comuni inculcando loro il senso proto-istintivo che amor di patria significhi fascismo, razzismo, xenofobia, ristrettezza mentale e quant'altro. Come al solito la dittatura moderna ha previsto con largo anticipo qualunque contromossa, e ha sviluppato guerre preventive (non parlo di quelle fatte con gli eserciti in senso stretto) in ogni direzione, per mettersi al riparo da qualunque pericolo.

  4. Maurizio Neri ha detto:

    Ottima Analisi, Lorenzo ha esposto, molto meglio di come avrei fatto io, il mio stesso pensiero, avendone anche discusso, ma faccio mio anche l'appello di Massimiliano, vediamoci per fare, usciamo da questa gabbia, utile, ma che gabbia resta!!!!

     
    http://www.comunismoecomunita.org

  5. Roberto Biancalani ha detto:

     
    E’ vero, siamo un popolo di schiavi consumatori, sempre più schiavi, ma forse un po' meno consumatori.
    Pensare che un partito, costituito o costituendo fa lo stesso , di comunisti, di patrioti o semplicemente di sinistra possa liberare il popolo dalla schiavitù mi pare l’utopia del secolo (21°!).  
    Senza entrare sull’effettivo grado di rappresentatività,  la nostra democrazia identifica comunque nei partiti “lo” strumento per l’espressione della volontà popolare.
    Per quanto ci riguarda un bipolarismo mediatico autoreferenziale e colluso col sistema finanziario che ha generato la crisi, strumento principe per un illusorio profitto senza fine, farà di tutto  per non lasciare lo spazio sufficiente a mettere in discussione questa dipendenza.  E ha gli strumenti per farlo.
    Più che cercare di modificare il quadro politico forse è più produttivo incrinare questa interdipendenza usando gli strumenti del referendum e delle leggi di iniziativa popolare.
    Gli ultimi referendum credo abbiano insegnato qualcosa.
    I quesiti e gli oggetti per le iniziative mi pare non manchino.
    E forse, in questo caso, potrebbero tornare utili anche i frequentatori delle catacombe.
    Con stima.
    Roberto.

     

  6. danko ha detto:

    concordo pienamente….un'articolo ben fatto….tutto ciò che ci circonda mi/ci angustia la vita….
    dai massimiliano,non ti preoccupare,non sei solo….   siamo isole nell'oceano della solitudine,vero,ma dopo questo bradisisma economico ci ritroveremo uniti in una grande "pangea"rivoluzionaria!!

  7. stefano.dandrea ha detto:

    @ danco e Massimiliano

    Tutto dipenderà dalla nostra intelligenza. Dalla nostra disciplina. Dal nostro coraggio. Dalla nostra pazienza. Dalla nostra capacità di sacrificio.

    Se non comprenderemo che dobbiamo porci un obiettivo da realizzare in almeno dieci anni, non otterremo alcun risultato.

    Invece, se muoveremo dal principio supremo che noi agiremo per i nostri figli e per i nostri nipoti, nonché, a Dio piacendo, per i nostri pronipoti, improvvisamente scopriremo di essere fortissimi. Invincibili.

    Se ci perderemo in oziose discussioni; se avremo fretta; se decederemo di chiacchierare anziché di marciare; non otterremo alcun risultato.

    Se agiremo con passione e con ragionevolezza, e tenteremo il coraggio soltanto nella battagllia finale, la Storia ci darà la nostra possibilità. Forse la mia è una Fede. Ma è certamente la saggezza, che ci suggerisce questa strada.

    A presto e cominciamo ad essere calmi e a convincerci che abbiamo tempo. Ne abbiamo necessità ma dobbiamo avere anche la capacità di costruire pazientemente e di aspettare.

  8. stefano.dandrea ha detto:

    Caro Lorenzo,

    condivido il tuo commento, salvo il brano che riporto, che non capisco e non voglio capire!

    Non poniamoci problimi inesistenti – o almeno non poniamo quelli che per noi sono problemi inesistenti! Se qualcuno ci farà domande e ci andrà di rispondere, allora afffronteremo quei problemi -. Concentriamoci sui problemi nostri. Ne abbiamo di immani da risolvere soltanto per poter partire.

    Il brano che non capisco e non voglio capire è il seguente:

    senza cadere in alcuna tentazione di carattere micro-identitario. L'identità è un concetto complesso e contaminato positivamente dalla storia, dai contatti e dalle esperienze. Essa è inoltre un conglomerato di sottoidentità che si sovrappongono costituendo l'unicità della persona. Tuttavia questa concezione inclusiva non può impedire di cadere in una concezione integralmente relativistica e impone di pensare l'identità in termini politici di partecipazione sovrana, rappresentazione, autopercezione di sé all'interno di una comunità via e capace di autodecisione.
    Il patriottismo è in questo senso totalmente compatibile con un universalismo di sostanza.

    Pensa quanto sarebbe stato bello il tuo commento se fosse stato più breve:

    Il patriottismo correttamente inteso, cioé eminentemente politico, inclusivo, aperto (dunque non differenzialista o revanchista) è tutto ciò che oggi manca. Predominano forze cosmopolitiche, smaccatamente esterofile, sradicanti e autocommiserative, come frutto di contingenze strutturali e sovrastrutturali (in una parola: sistemiche).
     
    Una forza autenticamente anticapitalista non può che essere patriottica nel senso più nitido del termineProporre ed estendere un sentimento di partecipazione politica (in quanto tale già patriottica) in opposizione allo stato depressivo del “dominio dei mercati finanziari contro cui nulla si può fare se non assecondarne i movimenti” è oggi il primo dovere morale di chi intende opporsi all'attuale sistema di relazioni sociali.

  9. matteo ha detto:

    Caro Stefano,condivido tutto sulla vacuità astratta del cosmopolitismo imperante,su cui la sinistra,sempre ammesso che esista,reca la grave responsabilità di aver lasciato la parola e il concetto di Patria a Gianfranco Fini e i pari suoi,in nome di un malcompreso "internazionalismo".Nei pochi paesi socialisti realmente esistenti(popolari,statalisti e all'occorrenza protezionisti),la Patria è concetto imprescindibile: un venezuelano,un cubano,un argentino sono prima di tutto un venezuelano,un cubano e un argentino, e solo molto improbabilmente "cittadini del mondo".Splendido poi il tuo discorso sulla povertà spirituale dei "cervelli in fuga" , nemmeno paragonabili ai cervelli,credo ben più capaci, degli intellettuali,scienziati,giuristi ,che non solo non scapparono,ma presero le armi e rischiarono la vita per combattere gli invasori; mi piacerebbe vedere qualcuno di quesi "cervelli" oggi , davanti a Concetto Marchesi.
    Credo (ma soprattutto spero ) che ti sbagli nella considerazione finale: le potenzialità di un risveglio ci sono, sopite ma vive,e noi lavoriamo per destarle e renderle consapevoli, impresa non sempre agevole e talvolta penosa, ma inevitabile.
    Per questo ci diamo da fare a convocare assemblee (quella di Empoli è in dirittura d'arrivo,se Dio vuole) a parlare con la gente e diffondere argomenti alternativi alla grancassa disinformativa.
    Non so se basterà, ma provarci è qualcosa di più di dovre civico e politico: è il doveredi un uomo.
    Ti saluto e a presto

  10. Massimiliano ha detto:

    Caro Stefano,
    hai ragione, ci vuole pazienza e intelligenza. A volte internet nelle sue varie declinazioni dà l'idea che tutto scorra a velocità impossibili e nel tentativo di stare dietro all'ultimo commento o all'ultimo aggiornamento da una parte si possono commettere veri e propri errori di valutazione, dall'altra si sottrae tempo allo studio e alla riflessione.
    Mi sto convincendo sempre più che qualcosa si può costruire. Intorno a me vedo molta inquietudine ma anche un fermento positivo. Nella mia città ad esempio si sta portando avanti da anni una lotta per tornare ad avere l'acqua pubblica e nell'ultimo periodo anche su alcuni giornali locali (molto agguerriti e molto poco "allineati") si sta avviando una riflessione sul senso di questa Europa che ci chiede di privatizzare tutti i servizi essenziali. E già ne stiamo pagando le conseguenze: bollette esplose, problema arsenico che non viene risolto, nessun investimento, problemi con l'allaccio alla rete fognaria di nuove abitazioni etc…
    Insomma penso che queste nostre idee con la passione,  l'intelligenza e l'impegno possano trovare terreno fertile in questo nostro amato e martoriato paese.

  1. 7 Dicembre 2011

    […] Fonte: https://www.appelloalpopolo.it/?p=5141. […]

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