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di Simone Garilli (RI Mantova) Per un partito popolare che stia tentando di emergere e di incidere nella vita della nazione le elezioni politiche sono l’appuntamento in assoluto più importante. È quasi banale ricordare il perché: prima di riuscire a candidare su base nazionale il proprio simbolo, il proprio programma, i propri candidati e il proprio stile, ma direi persino il proprio metodo, la propria organizzazione e il carattere dei propri militanti, il partito, semplicemente,...
“In ogni epoca bisogna tentare di strappare nuovamente la trasmissione del passato al conformismo che è sul punto di soggiogarla” (Tesi XVIIa – A). […] Lo storicismo si accontenta di stabilire un nesso causale fra momenti diversi della storia. Ma nessuno stato di fatto è, in qualità di causa, già perciò storico. Lo diventa solo successivamente attraverso circostanze che possono essere distanti migliaia di anni da esso. Lo storico che muove da qui cessa di lasciarsi...
[Rapporto di intelligence della CIA del 18 aprile 1972, n. 0855/72 – traduzione di EMILIO MARTINES (FSI Padova)] Sommario Durante buona parte del dopoguerra, i partiti comunisti dell’Europa occidentale si sono fortemente opposti al movimento di integrazione europea, e in particolare alle Comunità Europee (CE). Solo il Partito Comunista Italiano ha accettato l’integrazione come un fatto a cui adattarsi. Ha cercato e ottenuto una rappresentanza significativa nelle istituzioni comunitarie, con la speranza di aumentare la propria...
di CARLO GIUSEPPE CIRULLI (politologo) La prima fase [risalente agli anni Cinquanta, ndr] del rapporto tra il Pci e l’Europa si caratterizza per un rifiuto totale del processo d’integrazione europea. L’opposizione all’Europa trova le sue radici nei tratti identitari del Pci, nella sua collocazione internazionale, facendo sì che il processo d’integrazione europea venga a contatto con la “carne viva” del partito. L’Europa avrebbe giocato un ruolo fondamentale nella storia dei partiti comunisti dell’Europa occidentale nella...
di DAVIDE PARASCANDOLO (ARS Abruzzo) Prendendo spunto dalla prima parte dell’articolo, riproponiamo ora alcune posizioni assunte dal Partito comunista sui medesimi temi, non senza puntualizzare che su alcuni di essi, rispetto alla coerenza del Psi, i comunisti avrebbero tuttavia dovuto fare i conti con alcune ambiguità di fondo1. Uno dei perni sui quali si rinsaldava la linea del Pci in quegli anni così delicati, e che rileva ai fini del nostro discorso, era il...
di STEFANO D’ANDREA (ARS Abruzzo; Università della Tuscia) L’ARS non sta cercando il consenso. Non stiamo facendo marketing politico. Non stiamo rivolgendoci al pubblico stupidito dai media. Stiamo costruendo una proposta politica, cercando e formando classe dirigente, del futuro partito e poi della nazione. Se crediamo di dover lodare un contegno una dichiarazione o una presa di posizione di Togliatti in Assemblea Costituente lo facciamo. E pretendiamo che anche chi proviene dal centro o dal...
Anche Palmiro Togliatti fu incaricato di svolgere una relazione in materia di rapporti economici. Teoricamente doveva svolgerla assieme al liberale monarchico Roberto Lucifero d'Aprigliano ma la eccessiva diversità di vedute tra l'uno e l'altro suggerì ad entrambi di svolgere due relazioni, non una soltanto. La relazione di Togliatti si intitolava "Principi dei rapporti sociali" e si concludeva, come tutte le altre relazioni, con la proposta di articoli da inserire nella Costituzione per la disciplina dei...
"Lo sforzo che vorrei fare all'inizio, in questo dibattito che giustamente fu definito preliminare, è quello di individuare quali sono i beni sostanziali che la Costituzione deve assicurare al popolo italiano, beni dei quali non si può prescindere, se si vuole raggiungere quell'obiettivo fondamentale che ho cercato di fissare e che devono essere o instaurati, o restaurati. Credo che questi beni siano tre: il primo è la libertà e il rispetto della sovranità popolare; il...
Cosa trovate di sorprendente nel testo che segue, datato 23 settembre 1943? Il proclama del maresciallo Badoglio, nel quale si chiama tutto il popolo alla resistenza e alla lotta per cacciare i tedeschi dal sacro suolo dei nostro paese, ha fortemente contribuito a chiarire dappertutto l'atmosfera politica. Noi non siamo mai stati teneri verso il maresciallo Badoglio e abbiamo vivamente criticato la sua politica nel periodo immediatamente successivo alla caduta di Mussolini. Lo abbiamo fatto...
di Stefano D'Andrea Durante gli anni del fascismo, lo Stato italiano, unificato da pochi decenni con la violenza bellica, forgiò con le leggi la nazione e sviluppò un potente e violento nazionalismo. Il nazionalismo e l'alleanza scellerata con la Germania, non certo il semplice tradimento dell'8 settembre 1943, condussero alla (prima) morte della patria. I comunisti, e in generale i membri del CLN, si trovarono a combattere per ricostruire la patria. L'appello alla resistenza contro lo straniero, scritto dall'allora rettore comunista...
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