Alzi la mano chi non vorrebbe un Paese normale
di LORENZO D’ONOFRIO (FSI Pescara)
In un Paese normale le persone sentono proprio il lutto per la morte di un servitore dello Stato nell’esercizio del proprio dovere, pretendono la giusta punizione del colpevole, pretendono che lo Stato si prenda cura della famiglia senza il ricorso alle pietose collette.
In un Paese normale le persone si incazzano se un servitore dello Stato si trasforma in un macellaio nell’esercizio del proprio dovere e pretendono la giusta punizione del colpevole.
In un Paese normale le persone si indignano se un servitore dello Stato viola i diritti di un indiziato di reato, ma si interrogano sulle ragioni che spingono quel servitore dello Stato ad immortalare e rendere pubblica quella violazione.
In un Paese normale le persone rifiutano le lezioni di civiltà da Paesi che hanno sulla coscienza milioni di morti innocenti e indifesi, spesso bambini, che non hanno ancora bandito la pena di morte e che elevano la tortura a metodo di governo.
Credo che tutto questo sia scritto nella nostra Costituzione, ma oggi l’Italia non è un Paese normale… e sinceramente credo che non ne esistano.
In Italia, come altrove, oggi ci sono perlopiù tifosi, alcuni solo stupidi, ma altri, i peggiori, sono quelli che inquinano la loro intelligenza con il fanatismo e il rifiuto di ragionare, lasciandosi ridurre a penosi, piccoli, pericolosi fans.
Sarà lunga e dura…
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