Ideologia e funzione del fantasma in “Solaris”

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4 risposte

  1. Dario ha detto:

    Salve, vorrei lasciare alcune considerazioni.

    La moglie di Kelvin si chiama Hari e non Hara. Nel romanzo di Lem è scritto “Harey”, ma in russo è diventato “Хари” e dunque si traslittera come “Hari”. Dovrebbe essere il nome sanscrito del dio sole che poi è divenuto una denominazine per l’avatara di Dio.

    L’intero film è racchiuso nella cornice della parabola evangelica del figliuol prodigo. Lo rende chiaro l’immagine finale riferita a Rembrandt.

    Hari non è un fantasma ma una persona a tutti gli effetti. E’ il frutto di una risurrezione nei “limiti della sola ragione” che viene accanitamente rifiutata (il disprezzo di Sartorius verso il nome di Kant). Diviene autonoma e con il suo sacrificio salva Kris proprio dalla malattia che consegue al rifiuto.

    La madre di Kris nel romanzo è assente. Nel film scompare dopo aver lavato Kris e senza il ricorso all’annichilatore. Inoltre non sembra affatto la donna che Hari “ricorda” che l’abbia cacciata via, perché non viene riconosciuta e non viene detto perché l’abbia cacciata.

    Il film gioca proprio sul doppio senso (l’immagine in abiti tradizionali di madre e moglie) ovvero sulla voluta ambiguità tra l’offerta ideologica di un complesso edipico e la denuncia di una specifica determinazione sociale al rifiuto dello spirito, ovvero il divenire di Kelvin un burocrate della psiche asservito alle scienze esatte.

    E’ importante anche che nel film la bambina di Tarkovskij abbia sostituito la “negra” discinta e dipendente di Lem. Anche in questo caso il fantasma non è un fantasma. La bambina è sacralmente libera dopo il suicidio di Gibarian come Kelvin sarà (finalmente) libero dopo il sacrificio di Hari.

    Grazie e buon lavoro

    • Jacopo D'Alessio ha detto:

      Salve Dario,

      Grazie per il commento.

      Dunque, sul nome, io non conosco il russo. Perciò mi sono basato sulla trascrizione che ho trovato pubblicata in vari siti sul film.

      Sulla questione della madre io ho usato il termine “casa natale” e “casa in campagna della famiglia” , senza nominare la madre, ma appunto ponendo attenzione sulla relazione col padre.

      Sull’interpretazione religiosa non dico nulla. Non si tratta di avere in mano l’interpretazione assoluta ma un’interpretazione possibile , comunque legata al testo.

      Inoltre, la prima parte dell’interpretazione del mio articolo è solamente una sintesi dell’interpretazione di Zizek.

      L’idea del “fantasma” è sua, non mia, in quanto la sua tesi si basa, appunto, su un’impostazione psicanalitica lacaniana.

      È la seconda parte dove provo ad aggiungere un’interpretazione seconda che diventa possibile perché prende spunto dalla prima di Zizek e , non è detto, che vada necessariamente in contrasto con la tua. Sulla molteplicità delle interpretazioni (sempre che ne rispettino il testo) puoi vedere ad esempio Gadamer e Benjamin.

      Arrivederci

  2. Dario ha detto:

    Salve Jacopo,
    ti ringrazio della risposta. Mi sembra che il prosieguo del tuo articolo poni il problema di quanto la scienza possa essere intesa dogmaticamente e fondamentalmente i nostri pareri non sono dissimili.

    I miei accenni sul film vorrebbero provare a esemplificare come sia difficile trattare di un’opera come Solaris cercando di utilizzare categorie che gli sarebbero proprie. Non pretendo di conoscerle con esattezza e nemmeno di non mescolarle con le mie; ma il punto è che a me sembra che la lettura di Zizek, almeno per come viene presentata, non corrisponda al testo perché non ne recepisce l’out-out in senso redentivo.

    Sulle tue considerazioni sono d’accordo nel senso che, più che un fantasma, l’ideologia sia il pensiero del divenire concreto. Se Lenin avesse creduto nel fantasma del suo fratello maggiore lo storia sarebbe stata un’altra. Dopo che Aleksandr morì impiccato, Vladimir abbandonò il suo progetto di diventare un avvocato per i poveri e divenne Lenin.

    Poi, morto Lenin, il leninismo venne ipostatizzato ma resta interessante come sia stato recepito e vissuto, soprattutto le conseguenze attuali per i cinesi che abbisognavano a quanto pare di categorie storiche per orientarsi nella contemporaneità.

    Mi piace il progetto del FSI. Sinceramente non trovo altro di sensato. Apprezzo alcuni autori che lasciano qualcosa nella Rete di descrittivo circa i problemi esistenti. Però occorrono partiti e il concetto di selezione che è stato espresso dal FSI è essenziale. L’equilibrio fra disciplina e anti-settarismo direi che può funzionare bene dato che il recesso dall’UE permette aggregazione e autocontrollo.

    Non capisco però come ci si possa collocare rispetto a quello che c’è intorno all’Unione Europea. Magari leggero in futuro qualcosa che pubblicherete sull’argomento.

    Grazie ancora e arrivederci

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