La Storia del numero dei parlamentari in Italia
“L’Italia ha troppi parlamentari” è uno dei mantra più ricorrenti, ma pochi si interessano di conoscere il motivo per cui si è arrivati all’attuale numero di deputati e senatori.
Cosa prevedeva la Costituzione del 1948?
Leggiamo due articoli.
ARTICOLO 56
«La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto, in ragione di un deputato per ottantamila abitanti o per frazione superiore a quarantamila.
Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di età.»
ARTICOLO 57
«Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale.
A ciascuna Regione è attribuito un senatore per duecentomila abitanti o per frazione superiore a centomila.
Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sei. La Valle d’Aosta ha un solo senatore.»
I Padri Costituenti ritennero necessario un numero di deputati e senatori, direttamente proporzionale al numero di abitanti, che fosse in grado di garantire la rappresentanza in Parlamento di tutti gli interessi del Popolo italiano.
Nel 1948 avevamo circa 46 milioni di abitanti contro gli attuali 60 milioni.
FONTE: Istat – Documento del 1968 (pag 45 del PDF)
Al contrario di quanto si possa pensare, quindi, oggi il numero di parlamentari andrebbe aumentato e non diminuito, se fosse ancora in vigore la Costituzione originale.
Come si è arrivati al numero attuale?
Con la legge costituzionale 9 febbraio 1963, n. 2, che ha sostituito la proporzione fra parlamentari eletti e popolazione con l’attuale numero fisso.
Ma perché i Costituenti avevano deciso per 1 deputato ogni 80.000 abitanti e 1 senatore ogni 200.000?
La risposta è nei verbali dell’Assemblea Costituente: la scelta fu il risultato del confronto fra diverse posizioni.
18 settembre 1946
(pag 1-8)
Aggiunge un’altra considerazione di carattere localistico. Le popolazioni considerano sempre il Deputato che hanno eletto anche da un particolare punto di vista, per cui quel Deputato riceve di continuo dai suoi elettori sollecitazioni che non sempre sono per bassi servigi, come per lo più si dice, ma spesso sono dettate dalle improrogabili necessità di una data circoscrizione e costituiscono un comodo mezzo per intrecciare rapporti di maggior fiducia fra eletto ed elettori.
Ma un Deputato non riuscirà mai a soddisfare le necessità di una massa di 150.000 abitanti. Sarebbe quindi più opportuno fissare un Deputato per non più di 80.000 abitanti, come è stato finora tradizionale nel nostro Paese, oppure rinviare la soluzione del problema (e ciò sarebbe il migliore avviso) a quando dovrà essere discussa la futura legge elettorale.
In ogni modo, non crede che sia opportuno fissare la proporzione fra numero di abitanti e numero di Deputati: sarebbe meglio stabilire soltanto che la Camera bassa debba essere costituita da un numero di membri non minore di 500.
Il popolo italiano disgraziatamente ha una sola abitudine circa il Parlamento: parlarne male; e con la nuova Costituzione occorrerà elevare il prestigio del Parlamento, al che si giunge per una via soltanto: diminuire il numero dei componenti alla futura Camera.
D’altra parte pensa che non possa fissarsi il numero dei componenti la prima Camera, quando non ancora è stato stabilito quello dei membri del Senato e dei Parlamenti regionali. L’una e l’altra questione dovrebbero essere decise contemporaneamente. Sarebbe opportuno, quindi, aggiornare la discussione sul problema in esame.
Aggiunge che da un primo calcolo di quello che sarebbe il numero dei parlamentari italiani, secondo le proposte fatte, è venuto alla conclusione che si avrebbero 400-420 Deputati circa, 300 Senatori e, in ciascuna delle forse 15 Assemblee regionali, un minimo di cento: cioè, più di 2000 parlamentari.
CONTI (Relatore): avverte che, secondo calcoli approssimativi, si arriverebbe invece a circa seimila parlamentari.
NOBILE: dichiara che l’interruzione dell’onorevole Conti, dalla quale risulta che se sue previsioni sono state superate, lo convince ancora di più nella sua opinione. Per le indennità a un così gran numero di parlamentari e per le spese di funzionamento dei relativi organi dovrebbero essere impiegate somme ingenti: forse più di due miliardi, che costituirebbero un peso eccessivo per lo Stato, specie nelle attuali condizioni.
PRESIDENTE TERRACINI: la diminuzione del numero dei componenti (per) la prima Camera repubblicana sarebbe in Italia interpretata come un atteggiamento antidemocratico, visto che, in effetti, quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni. Quindi, se nella Costituzione si stabilisse la elezione di un Deputato per ogni 150 mila abitanti, ogni cittadino considererebbe questo atto di chirurgia come una manifestazione di sfiducia nell’ordinamento parlamentare.
Quanto all’osservazione fatta dall’onorevole Nobile circa l’alto costo di un’assemblea parlamentare numerosa, rileva che, se una Nazione spende un miliardo in più per avere buone leggi, non si può dire che la spesa sia eccessiva, specie se le leggi saranno veramente buone ed anche se si consideri l’ammontare complessivo del bilancio in corso.
LA ROCCA: voterà a favore della cifra di 80 mila, perché ritiene che occorra rafforzare l’istituto parlamentare e dargli quella autorità che gli è necessaria per essere l’organo sovrano della Nazione.
27 gennaio 1947
(pag 1-3)
«La Camera dei Deputati è eletta a suffragio diretto ed universale in ragione di un Deputato per centomila o frazione superiore a cinquantamila abitanti .
L’onorevole Fuschini ha proposto invece una modificazione tendente all’ampliamento del numero dei deputati, portando la cifra degli abitanti da centomila a ottantamila.
Quanto alle spese, ancora oggi non v’è giornale conservatore o reazionario che non tratti questo argomento così debole e facilone. Anche se i rappresentanti eletti nelle varie Camere dovessero costare qualche centinaio di milioni di più, si tenga conto che di fronte ad un bilancio statale che è di centinaia di miliardi, l’inconveniente non sarebbe tale da rinunziare ai vantaggi della rappresentanza.
Vuol ricordare ai colleghi qualche dato statistico circa la consistenza numerica del Parlamento in altre nazioni europee. La Francia ha 617 Deputati con una popolazione inferiore alla nostra. Il Belgio, con una popolazione a stima (cioè superiore a quella dell’ultimo censimento) di circa 9 milioni di abitanti ha 202 Deputati. La Gran Bretagna ha 615 Deputati. Non comprende ora in base a quale nuova concezione si dovrebbe da parte nostra fare la riduzione proposta.
Il Presidente Ruini pone ai voti la proposta Fuschini di sostituire alla cifra di 100.000 l’altra di 80.000.
(La Commissione approva).
23 settembre 1947
A chi serve davvero il taglio dei parlamentari?
Dalle parole dei Costituenti emerge chiaramente come le argomentazioni (oggi abusate) sui costi della politica fossero già superate negli anni ’40. Tagliare quindi drasticamente il numero dei parlamentari significa tagliare la rappresentanza del Popolo italiano in Parlamento e rendere sempre più agevole per i potentati economici controllare le istituzioni e compromettere il processo democratico.
Ridurre i parlamentari, infatti, è sempre stato l’obiettivo di associazioni eversive come la Loggia P2.
Nel piano “Rinascita democratica” di Licio Gelli, infatti, troviamo alla sezione “Ordinamento del Parlamento”:
FONTE: Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2 – (PAG 622)
«Nuove leggi elettorali, per la Camera, di tipo misto (uninominale e proporzionale secondo il modello tedesco), riducendo il numero dei deputati a 450 e, per il Senato (…) diminuendo a 250 il numero dei senatori ed elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di nomina presidenziale (…)»
Ognuno faccia le sue considerazioni…
* Un ringraziamento a Paride Lupo per il prezioso lavoro di ricerca.
Buongiorno, articolo davvero utile ed interessante, visto il periodo. Mi permetto unicamente di segnalarVi che, cliccando sulla legge di riferimento (la n° 2 del 9 febbraio 1963) si viene reindirizzati ad un’altra legge (la n° 2 del 23 gennaio 1963, inerente amnistia ed indulto), che potrebbe creare confusione.
Cordiali saluti.
Marco Mazzoleni