Il potere delle etichette
di RAFFAELE VARVARA (FSI-Riconquistare l’Italia Milano)
È un automatismo della nostra mente associare chi dichiara “l’emergenza covid al momento non esiste” all’etichetta di “complottista, negazionista”
I media mainstream ci vendono questi schemi predisposti di pensiero per semplificarci il ragionamento; ci propinano categorie precostituite per classificare il giudizio sulle cose e facilitarci così l’esercizio del pensiero. Queste etichette si fermano a cogliere l’essenza più superficiale ed estetica del presente impedendoci di cogliere il senso ed i collegamenti delle cose. Queste categorie finiscono per atrofizzare il pensiero autonomo, la creatività, l’ intuizione e il pensiero critico (precursore della rivoluzione). I venditori di pacchetti di pensiero disattivano l’impegno di ciascun essere umano per la ricerca della verità. Il risultato è un pensiero unico, totalitario e omologato, difficile da scardinare per la non consapevolezza di questi effetti.
Nella pratica clinica degli infermieri, è molto più comodo e meno dispendioso di tempo mettere delle X (crocette) su schemi precompilati (che dovrebbero rappresentare il metodo della nostra disciplina: la pianificazione assistenziale), piuttosto che esprimere un giudizio assistenziale autonomo. Questo modo di fare semplifica così tanto lo “sforzo” intellettuale che alla fine il nostro pensiero clinico critico e autonomo finisce per alienarsi o atrofizzarsi, esattamente come fa un muscolo non allenato. La rivoluzione contemporanea può iniziare se dentro di noi matura la consapevolezza per cui bisogna vincere la tendenza della nostra mente ad andare in risparmio energetico.
Per comprendere la complessità delle dinamiche del presente dobbiamo dotarci di chiavi di lettura che non rimangano in superficie ma scavino alla ricerca di senso. Chiavi di lettura profonde e connettive, in grado cioè di connettere e integrare i vari saperi e le varie esperienze, per fare sintesi di un vecchio e per consentire lo schiudersi del nuovo.
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