BISOGNA SMETTERLA DI DENIGRARE LE NOSTRE GLORIE.
NON SI POSSONO ACCETTARE LE TESI CHE VEDONO IN GARIBALDI E MAZZINI DUE PEDINE DEGLI INGLESI.
E' come dire che gli islamisti afghani che si sono fatti aiutare dagli stati uniti in afghanistan nella guerra contro l'URSS erano pedine degli stati uniti. Che senso ha? Combattevano per una loro causa.
E' come dire che Mussolini, che sembra si fece finanziare Il Popolo d'Italia dai francesi, sia stato una pedina dei francesi.
E' come dire che Lenin, che i tedeschi fecero passare con il famoso treno, è stato una pedina dei tedeschi. Siamo seri. Garibaldi e Mazzini combattevano per una loro idea e furono finanziati, ovviamente, da chi aveva interesse a finanziarli
Se mai si accertasse che gli ottanta che partirono con Castro e con il Che furono finanziati dall'URSS avrebbe senso dire che furono pedine dell'URSS?
E la Brigata Maiella, che fu armata dagli inglesi, fu una pedina degli Alleati?
Non ha alcun senso. Sono discorsi ridicoli. Pensateci.
Denigrare chi dovremmo onorare preclude la vittoria e anzi assicura la sconfitta.
Anche un filoborbonico dotato di un minimo di onestà intellettuale deve convenire che si tratta di critiche ridicole. Magari utilizzabili nella lotta ideologica. Ma ridicole.
Ascoltiamo camicia rossa. Anzi, facciamone una perla del nostro rosario. Mentre la mattina si fa colazione con i figli piccoli, credo vada cantata.
Le tesi che vedono Mazzini e Garibaldi come pedine degli inglesi si chiamano revisionismo storico, vale a dire la valutazione dei fatti e dei personaggi non su basi di propaganda ma di seria analisi delle loro azioni e dei loro atti. Mazzini ERA una pedina degli inglesi che seppero sfruttare molto bene, seppur con non poco astio, le manie psicotiche di questo fra Dolcino nato troppo tardi per creare un'organizzazione paramilitare di appoggio alla pedina Piemonte. Garibaldi era ne più ne meno che un capobanda di quelli che oggi si chiamano squadroni della morte, utilizzato dagli Inglesi per distruggere un regno, quello delle 2 sicilie, che rappresentava una sfida dal punto di vista ideologico al feroce egoismo liberale anglosassone. In parole povere uno stato dove i ricchi non potevano fare tutto quello che volevano in nome della libera impresa ma dovevano seguire direttive di bene comune. Il successo di questi 2 biechi individui fu assicurato dalla loro appartenenza alla massoneria, da sempre strumento della corono inglese e dei finanzieri-narcotrafficanti a lei legati. Le glorie nazionali d'Italia non sono questa feccia, ma piuttosto i briganti, cioè i patrioti che combatterono contro i fantocci piemontesi al soldo degli inglesi o i sanfedisti, che difesero lo stato pontificio dall'aggressione protestante motivata dallo shock del 1832. In quell'anno infatti il parlamento inglese permise nuovamente il culto ai cattolici, i quali non solo non si erano estinti, ma cominciarono subito un efficace proselitismo in Anglia, tale da terrorizzare i protestanti. Paragonare questi 2 scagnozzi a leader di ben altra pasta come Mussolini e Lenin infine mi sembra davvero offensivo per gli ultimi 2.
come sai in Sicilia i generali Landa e Lanzi tradirono e forse per denaro. Lo sai immaginare uno stato non squallido e miserabile che affida la difesa da aggessori esterni a due generali che si vendono per quattro denari? Mi sai indicare un solo altro esempio storico tratto dalla storia d'Europa (in Afghanistan magari è accaduto ma solo se ad attaccare erano altri afghani)
A Napoli Garibaldi arrivò dalla Calabria con pochissimi morti. Come lo qualifichi uno stato che fa risalire un capobanda senza nemmeno affrontarlo e consentendogli di formare, strada facendo, un esercito di 20.000 volontari? Ti sembra che esistano altri aggettivi oltre a inesistente, insignificante, ridicolo, marcio fino al midollo, corrotto nel sangue, destinato al crollo? Prova a dirlo come qualificheresti un simile stato.
E poi tu sarai sicuramente favorevole allo restaurazione dell stato pontificio, altrimenti diresti per coerenza: "poiché i borboni erano intervenuti in difesa del papa nel 1849 e lungo la fuga verso Venezia morì Anita, la moglie di Garibaldi, quest'ultimo aveva tutta la legittimazione morale a distruggere la dinastia, la corte e coloro che ricoprivano ruoli di comando nel regno dei borboni". O sei così disonesto da sostenere che i Borboni potevano intervenire in difesa del papa, sconfiggendo la Repubblica romana (che fu anche di Mazzini e Garibaldi) e Garibaldi e i mazziniani che seguirono quest'ultimo non potevano distruggere il regno borbonico? Che modo di ragionare è questo?
Quanto ai briganti (i borboni chiamavano briganti anche coloro che si sollevavano contro di loro, per avere lo statuto, come per esempio nel Cilento), si trovano tra essi figure interessanti e piene di doti: il coraggio, la determinazione e la dedizione vanno sempre onorati. Ma chiamare patriota chi ha combattuto sul Volturno al fianco di Garibaldi e contro la propria patria e poi, visto che l'esito momentaneamente non era stato quello voluto da Garibaldi e dai mazziniani, ha cominciato a combattere chi aveva preso il potere, è davvero esagerato. Né gli altri – coloro che non combatterono a fianco di Garibaldi – mossero un dito contro i mille, mentre risalivano l'italia meridionale: che razza di patrioti erano? Conviene sceglierli bene i miti, perché un mito ambiguo, ossia patrioti che sarebbero divenuti tali dopo aver tradito, è un pessimo strumento per formare i figli e le nuove generazioni: cosa vuoi che ne venga fuori? Si può amare il coraggio, la resistenza, la limpidezza di alcune figure ma farne dei patrioti è senza senso. Il Sud ne ha tanti di miti da rivendicare. Nel 1823, in Spagna, a Cadice, in difesa della Costituzione spagnola, combatterono (o meglio erano pronti a combattere e in parte combatterono, perché la guerra si risolse in poca cosa) più di mille esuli italiani. E quasi tutti provenivano dal regno delle due sicilie (erano esuli dopo il fammilemento dei moti del 1821). Questi idealisti, borghesi, senza problemi economici, che volevano la libertà di stampa (e indubbiamente la libertà dei commerci: il risorgimento, indubbiamente, fu la rivoluzione borghese) e che andarono a difenderla in Spagna, con una forma di volontarismo e intrernazionalismo anteriore a quella proposta dal comunismo, non potrebbero essere considerati eroi e miti del sud italia?
Di fatti storici nella tua nota nemmeno l'ombra. Questo non è revisionismo.
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Le tesi che vedono Mazzini e Garibaldi come pedine degli inglesi si chiamano revisionismo storico, vale a dire la valutazione dei fatti e dei personaggi non su basi di propaganda ma di seria analisi delle loro azioni e dei loro atti. Mazzini ERA una pedina degli inglesi che seppero sfruttare molto bene, seppur con non poco astio, le manie psicotiche di questo fra Dolcino nato troppo tardi per creare un'organizzazione paramilitare di appoggio alla pedina Piemonte. Garibaldi era ne più ne meno che un capobanda di quelli che oggi si chiamano squadroni della morte, utilizzato dagli Inglesi per distruggere un regno, quello delle 2 sicilie, che rappresentava una sfida dal punto di vista ideologico al feroce egoismo liberale anglosassone. In parole povere uno stato dove i ricchi non potevano fare tutto quello che volevano in nome della libera impresa ma dovevano seguire direttive di bene comune. Il successo di questi 2 biechi individui fu assicurato dalla loro appartenenza alla massoneria, da sempre strumento della corono inglese e dei finanzieri-narcotrafficanti a lei legati. Le glorie nazionali d'Italia non sono questa feccia, ma piuttosto i briganti, cioè i patrioti che combatterono contro i fantocci piemontesi al soldo degli inglesi o i sanfedisti, che difesero lo stato pontificio dall'aggressione protestante motivata dallo shock del 1832. In quell'anno infatti il parlamento inglese permise nuovamente il culto ai cattolici, i quali non solo non si erano estinti, ma cominciarono subito un efficace proselitismo in Anglia, tale da terrorizzare i protestanti. Paragonare questi 2 scagnozzi a leader di ben altra pasta come Mussolini e Lenin infine mi sembra davvero offensivo per gli ultimi 2.
Marco,
come sai in Sicilia i generali Landa e Lanzi tradirono e forse per denaro. Lo sai immaginare uno stato non squallido e miserabile che affida la difesa da aggessori esterni a due generali che si vendono per quattro denari? Mi sai indicare un solo altro esempio storico tratto dalla storia d'Europa (in Afghanistan magari è accaduto ma solo se ad attaccare erano altri afghani)
A Napoli Garibaldi arrivò dalla Calabria con pochissimi morti. Come lo qualifichi uno stato che fa risalire un capobanda senza nemmeno affrontarlo e consentendogli di formare, strada facendo, un esercito di 20.000 volontari? Ti sembra che esistano altri aggettivi oltre a inesistente, insignificante, ridicolo, marcio fino al midollo, corrotto nel sangue, destinato al crollo? Prova a dirlo come qualificheresti un simile stato.
E poi tu sarai sicuramente favorevole allo restaurazione dell stato pontificio, altrimenti diresti per coerenza: "poiché i borboni erano intervenuti in difesa del papa nel 1849 e lungo la fuga verso Venezia morì Anita, la moglie di Garibaldi, quest'ultimo aveva tutta la legittimazione morale a distruggere la dinastia, la corte e coloro che ricoprivano ruoli di comando nel regno dei borboni". O sei così disonesto da sostenere che i Borboni potevano intervenire in difesa del papa, sconfiggendo la Repubblica romana (che fu anche di Mazzini e Garibaldi) e Garibaldi e i mazziniani che seguirono quest'ultimo non potevano distruggere il regno borbonico? Che modo di ragionare è questo?
Quanto ai briganti (i borboni chiamavano briganti anche coloro che si sollevavano contro di loro, per avere lo statuto, come per esempio nel Cilento), si trovano tra essi figure interessanti e piene di doti: il coraggio, la determinazione e la dedizione vanno sempre onorati. Ma chiamare patriota chi ha combattuto sul Volturno al fianco di Garibaldi e contro la propria patria e poi, visto che l'esito momentaneamente non era stato quello voluto da Garibaldi e dai mazziniani, ha cominciato a combattere chi aveva preso il potere, è davvero esagerato. Né gli altri – coloro che non combatterono a fianco di Garibaldi – mossero un dito contro i mille, mentre risalivano l'italia meridionale: che razza di patrioti erano? Conviene sceglierli bene i miti, perché un mito ambiguo, ossia patrioti che sarebbero divenuti tali dopo aver tradito, è un pessimo strumento per formare i figli e le nuove generazioni: cosa vuoi che ne venga fuori? Si può amare il coraggio, la resistenza, la limpidezza di alcune figure ma farne dei patrioti è senza senso. Il Sud ne ha tanti di miti da rivendicare. Nel 1823, in Spagna, a Cadice, in difesa della Costituzione spagnola, combatterono (o meglio erano pronti a combattere e in parte combatterono, perché la guerra si risolse in poca cosa) più di mille esuli italiani. E quasi tutti provenivano dal regno delle due sicilie (erano esuli dopo il fammilemento dei moti del 1821). Questi idealisti, borghesi, senza problemi economici, che volevano la libertà di stampa (e indubbiamente la libertà dei commerci: il risorgimento, indubbiamente, fu la rivoluzione borghese) e che andarono a difenderla in Spagna, con una forma di volontarismo e intrernazionalismo anteriore a quella proposta dal comunismo, non potrebbero essere considerati eroi e miti del sud italia?
Di fatti storici nella tua nota nemmeno l'ombra. Questo non è revisionismo.
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