Categoria: Sulla pubblicità
di Valerio Pignatta Fonte: Terranauta I piccoli sono esposti per molte ore al giorno allo schermo televisivo. Quali i rischi? Gli studiosi dei mass media hanno confermato ormai da alcuni decenni che la televisione è un elemento di socializzazione in competizione con i fattori tradizionali della stessa quali la famiglia, la scuola, la chiesa e il gruppo di pari. Addirittura alcuni sociologi propendono per la predominanza di essa su tutti gli altri....
di Tonino Fabbri Stefano D’Andrea ci ha ricordato che secondo Baudrillard gli uomini privati della pubblicità si sentirebbero frustrati come se fossero posti di fronte a “muri vuoti” come se fossero privati di una possibilità (Le teorie politiche radicali e la pubblicità). Baudrillard è stato un abile manipolatore di concetti, al pari di un bravo pubblicitario; ma le sue manipolazioni sono ingenue, almeno quanto egli ritenga ingenui i poveri consumatori che sarebbero posti di...
di Stefano D’Andrea Se ai miei figli fosse concesso di bagnarsi nel fiume limpido della nostra valle! Ma il fiume non è limpido; e anzi è maleodorante. Se ai miei figli fosse concesso, almeno, di giocare nei campetti! Ma i campetti non ci sono più e i bambini sono iscritti alla scuola calcio. Se almeno ai miei figli fosse concesso di frequentare una scuola pubblica, fondata sulla scrittura e la lettura e non sui video;...
La pubblicità è uno strumento di dominio e conforma i cittadini, concorrendo, forse più di ogni altra forza, a renderli consumatori. Abbiamo già avuto modo di illustrare che nessuna teoria e azione politica radicale è possibile e anzi pensabile, se essa non prevede una "guerra alla pubblicità" (si legga qui ). E mostreremo che la liberazione dalla condizione di consumatori (sulla quale si legga qui) consiste in primo luogo nella liberazione dalla nostra condizione di soggezione nei confronti...
di Stefano D'Andrea La contestazione del sistema di vita occidentale e dell’assetto politico-economico italiano è condotta da molteplici punti di vista. Si tratta di critiche svolte piuttosto o esclusivamente con il pensiero e le parole, che con le azioni, perché l’azione sembra divenuta impossibile. Eppure le contestazioni – le idee e le proposte – esistono e lentamente di diffondono. C’è chi concentra la critica sull’unipolarismo statunitense e desidera il multipolarismo, constatando una tendenza all’affermazione di quest’ultimo....
di Stefano D’Andrea C’è qualcosa di ingenuo in alcune delle critiche che vengono rivolte quotidianamente ai mezzi di comunicazione di massa: che essi non sollevino alcuni problemi; che essi non trattino alcuni temi; che essi utilizzino un determinato linguaggio; che essi sostengano sistematicamente e all’unisono determinati interessi; che essi oscurino giornalisti o politici che contrastino quegli interessi (ma invero, in questo momento storico, di simili politici non se ne vede nemmeno l’ombra). Critiche ingenue, perché...
di Tonino Fabbri La decisione del governo spagnolo di eliminare la pubblicità dalle reti televisive pubbliche, annunciata nell'aprile del 2009, è apparsa come un’imitazione rispetto alle iniziative del presidente francese Sarkozy. In realtà l'iniziativa francese è arrivata a offrire al governo Zapatero un'apparente soluzione a un conflitto in corso da anni tra la televisione pubblica spagnola e le televisioni private, in una situazione nella quale l'offerta televisiva si sta arricchendo con l'avvento della televisione digitale...
di Tonino Fabbri Da qualche mese un cruccio s'annida nelle menti dei pubblicitari francesi e spagnoli. Un cruccio senza apparenti pretese, che si carica di rabbia e si scarica in critiche alle iniziative del presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, il cui torto sarebbe quello di aver dichiarato, a partire dal 2008 (http://dailymotion.virgilio.it/video/x3zqjs_sarkozy-supprimer-la-publicite-sur_news), di voler abolire completamente la pubblicità sulle reti televisive pubbliche francesi a partire dal 2011. Da qualche mese anche il Premier...
Quello che segue non è il Manifesto di un partito che esiste e nemmeno di un partito che intendiamo fondare. Non siamo ingenui. E' il manifesto del partito che vorremmo, del quale gli italiani e l'Italia avrebbero bisogno. Ma gli italiani sono stati "bipolarizzati", credono che la libertà consista nel votare lo schieramento di qua o quello di là e non si accorgono che i due schieramenti sono al più due correnti del medesimo partito....
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