La soluzione del caso greco: il rinvio
Nell’analizzare la situazione greca, i sovranisti, e tra essi chi scrive, nonché coloro che auspicano la scomparsa dell’euro per “salvare l’Europa”, hanno dato forse troppa rilevanza a Syriza, partito iper-europeista, e in generale al governo greco, mentre una valutazione realistica della situazione deve prendere le mosse dalla premessa che, alla fine, la decisione la prenderà comunque il terzetto. Con la parola terzetto non alludo alla troika , altrimenti detta, ipocritamente, “istituzioni”, meri organi di servizio, bensì alla potenza imperiale, gli Stati Uniti, e alle due potenze regionali: la Germania, che è effettivamente una potenza regionale, e la Francia, che crede o finge di esserlo e rivendica comunque il ruolo. Obama, la Merkel e Hollande prenderanno la decisione. Certamente si tratterà di una decisione influenzata dalle disponibilità e dalle indisponibilità fissate dal governo greco. Ma alla fine la decisione, tra le soluzioni concretamente possibili – data la posizione del governo greco – sarà assunta dal terzetto.
Il terzetto, se potesse, imporrebbe la capitolazione greca, ossia, fondamentalmente, le condizioni proposte dalle “istituzioni”. Sarebbe la vittoria per KO del terzetto, una vittoria che non impedirebbe la successiva riemersione del problema greco, ma comunque una vittoria per KO, che causerebbe la morte precoce di Syriza. Tuttavia, nonostante l’ingenuo europeismo di Syriza, questa ipotesi è molto poco probabile, forse addirittura impossibile, perché Syriza non può accettare, salvo subire la scissione e perdere il consenso che ha ricevuto nelle ultime elezioni. Insomma per Syriza sarebbe un suicidio. Non credo quindi che il terzetto riuscirà ad imporre a Syriza di suicidarsi. Sul piano concreto e realistico, l’ipotesi della capitolazione greca, configurabile in astratto, non ha alcuna possibilità di verificarsi.
La vittoria ai punti del terzetto consisterebbe nel mero rinvio, magari con qualche contentino, in vista di un secondo successivo rinvio e forse anche di un terzo. In questa ipotesi, i servizi segreti del terzetto, corruttori vari, e i mezzi capitalistici di conformazione dell’opinione pubblica avrebbero tutto il tempo di elaborare e attuare nel miglior modo possibile piani di vario tipo per indebolire Syriza. Probabilmente è l’ipotesi più verosimile. L’europeismo di Syriza non le consente di abbandonare l’Unione europea – il solo euro può essere abbandonato soltanto con il consenso degli altri Stati, ossia del terzetto e per la Grecia sarebbe molto meno conveniente dell’abbandono dell’Unione europea -, sicché messo alle strette, il governo greco non potrebbe giustificare, davanti all’opinione pubblica, il default e l’abbandono dell’Unione europea o dell’euro, se fosse data la possibilità di un rinvio. Rientra a pieno titolo nella ipotesi di rinvio anche il caso di modesto accoglimento di alcune richieste di Syriza.
La sconfitta più grave del terzetto consisterebbe invece, non nell’uscita della Grecia dall’Unione europea o dall’euro, bensì nel sostanziale accoglimento delle richieste di Syriza. Una volta che lo Stato più piccolo e debole avesse dimostrato di poter imporre all’Unione europea, ossia al terzetto, la deroga alle “regole” dell’Unione e alle condizioni proposte da quegli organi ausiliari che sono le “istituzioni”, sarebbe impossibile, in seguito, sia negare la deroga ad altri stati in forte difficoltà (Italia, Spagna, Portogallo), sia placare l’anti-unionismo montante in Stati solidi, come l’Austria o apparentemente solidi, come l’Olanda. Direi che l’ipotesi della deroga greca, ossia l’ipotesi perseguita dall’ingenuo europeista Tsipras, sia la più antieuropeista. Se si verificasse, l’Unione europea sarebbe un morto che cammina, un malato non terminale ma con patologia inguaribile.
La sconfitta meno grave del terzetto consisterebbe nell’uscita della Grecia dall’Unione europea o dal solo euro (con il consenso degli altri Stati dell’Unione, ossia del terzetto). In questa ipotesi, infatti, nel primo anno il PIL greco crollerebbe. Tuttavia, per evitare una ripresa della Grecia nell’anno successivo – un semplice 1,5% di PIL in più renderebbe palese a tutti che la Grecia stava male soltanto o principalmente perché chiusa nella trappola dell’Unione europea o dell’euro – il terzetto dovrebbe mettere in campo tutte le armi di intelligence e illegali per evitare la ripresa greca: non soltanto scandali e finanziamento o corruzione di scissionisti di Syriza, cose o tentativi che avverranno certamente nel caso di rinvio seguito da altro rinvio (il rinvio servirà proprio a indebolire Syriza tramite scandali, tentativi di corruzione e finanziamenti di scissioni), bensì anche sanzioni, boicottaggi, incidenti diplomatici, militari e finanche forme di colpo di stato. Paradossalmente, questa strada conflittuale consentirebbe di salvare – per il momento – l’Unione europea, più dell’accettazione della deroga greca, che invece, come detto, sarebbe dirompente. Perciò considero l’uscita o meglio la cacciata della Grecia come una sconfitta meno grave per il terzetto, il quale, pur essendo poi costretto a ricorrere a mezzi estremi, non vedrebbe senza dubbio fallire il progetto unionista e quindi, con esso, la certezza della sottomissione degli Stati europei agli Stati Uniti e il ruolo di potenza regionale della Germania.
Stando così le cose, credo che la Merkel e Hollande sceglieranno di rinviare, per poi rinviare, per poi rinviare e nel frattempo corrompere per avvelenare il nemico. E penso che la soluzione sarà accettata anche da Obama.
E’ evidente oramai (o dovrebbe esserlo anche a chi ogni giorno si esercita sui social e non solo ad elaborare previsioni sul Grexit, quasi fosse una questione solo di macroeconomia e politica monetaria) che qui per i greci non è più in gioco solo l’ Euro, ma qualcosa di più:
cambio di governo o golpe più o meno classico, con eventuale “soluzione ucraina”, se dovesse rendersi necessaria, a seconda del grado di intensità della resistenza del governo e della maggioranza alle formidabili pressioni in atto..
A conferma di tutto ciò, ecco cosa ha dichiarato l’ euro parlamentare greco Stelios Kouloglu (Syriza) il 13 e 14 giugno a Parigi, ad una conferenza organizzata dallo Schiller Institute sui BRICS:
http://movisol.org/ricostruire-il-mondo-nellera-dei-brics/