O il partito alternativo al partito unico delle due coalizioni o un colpo di stato o la dissoluzione della Repubblica Italiana
di Stefano D’Andrea
La follia dell'antiberlusconismo
E’ ancora frequente ascoltare persone, anche intelligenti, che attribuiscono le colpe del decadimento civile e sociale della nazione “in primo luogo” o “principalmente” o “soprattutto” a Berlusconi. Nelle persone intelligenti, soltanto l’odio per il presidente del consiglio può giustificare asserzioni che sono palesemente prive di fondamento. Le persone non intelligenti, invece, per principio non ragionano; o meglio non ragionano bene; i loro discorsi sono lo specchio fedele dei “ragionamenti” che i tifosi delle squadre di calcio svolgono al bar dello sport: discorsi da tifosi, sragionamenti, sfoghi, sopravvalutazioni e sottovalutazioni alle quali si finisce per credere.
Orbene, siccome è nostra convinzione che le (ultime) speranze per l’Italia risiedano nella nascita di un partito politico alternativo al partito unico delle due coalizioni – un partito inizialmente minoritario ma capace di attrarre progressivamente consensi – ancora una volta vogliamo argomentare che i due schieramenti sono parimenti responsabili e che, quindi, non esiste ragione alcuna per voler preservare una parte, anche minima, dell’attuale ceto politico e per desiderare che essa entri, quando verrà il momento, nelle fila del nuovo partito. Se pertanto ribadiamo osservazioni e argomenti già espressi è per invitare a boicottare ogni iniziativa politica del centrosinistra e di eventuali traditori del centrodestra, volta a costruire “grandi alleanze democratiche” o “alleanze per
Infatti, in primo luogo, non è sostenibile che la colpa del centrosinistra sia consistita nel non aver arrestato – non essere riuscito ad arrestare – il decadimento provocato e quasi perseguito dal centrodestra. Non sarebbe onesto, salvo accogliere una nozione di decadimento tutte centrata sulla illegalità costituzionale, che effettivamente è stata appannaggio (quasi) del solo centrodestra (ma esclusivamente con riguardo alla illegalità relativa alla organizzazione dello Stato; i principi costituzionali relativi ai rapporti economici, per esempio, sono stati collocati tra parentesi da entrambi gli schieramenti) e sulle leggi ad personam. Se, invece, più onestamente, si muove da una concezione ampia del decadimento, che tenga conto dei diversi campi e profili, allora è impossibile negare che esso sia, in misura sostanzialmente eguale, imputabile ai due schieramenti, ossia alle due correnti del partito unico delle due coalizioni.
Si considera decadimento la diversa distribuzione dei poteri tra stato e regioni che, a tacer d’altro, è palesemente disfunzionale? E chi è che ha voluto e approvato la (penosa) riforma costituzionale per soli tre voti? Il centrosinistra.
Si considera decadimento la svendita delle aziende pubbliche? E chi è che ha realizzato il maggior numero di privatizzazioni, almeno tra quelle più rilevanti? Il centrosinistra.
Si considera decadimento l’abbassamento del livello medio dei docenti e degli studenti universitari, la proliferazione delle sedi universitarie periferiche e la perdita di organicità e rigore dei corsi di studio? E chi ha voluto e attuato la riforma che ha introdotto il cosiddetto 3+2? Chi ha voluto e emanato la normativa concorsuale provvisoria (tre idoneità per ogni concorso locale!), che è stata efficace un paio di anni, la quale ha consentito alle consorterie accademiche di bandire innumerevoli concorsi, in modo da quasi raddoppiare in breve tempo il numero dei professori ordinari e associati per i singoli settori scientifico-disciplinari e da creare grandi difficoltà ai ricercatori delle nuove generazioni? Chi ha concesso alle università l’autonomia che consentiva ai consigli di facoltà e ai rettori di realizzare lo scempio che si è verificato? Chi ha introdotto il criterio volto a distribuire i soldi provenienti dalla fiscalità generale in base al numero degli studenti laureati in corso o in base ad altre condizioni simili, le quali hanno indotto a rendere più facili e quindi allo stesso tempo peggiori e classisti gli studi universitari? Il centrosinistra.
Si considera decadimento la perdita della stabilità del posto di lavoro? E chi ha modificato inizialmente la legislazione sul lavoro, colpendo in modo significativo la stabilità del rapporto? Il centrosinistra.
Forse con riguardo al proliferare del gioco e delle scommesse (lotterie, gratta e vinci, slot machines, scommesse sportive, triplicazione delle giocate settimanali del lotto) il centrosinistra ha responsabilità inferiori al centrodestra? No. Ed è dato cogliere anche una sola posizione critica verso il TUF (testo unico della finanza) che consenta di differenziare la politica del centrosinistra da quella del centrodestra in materia di intermediari finanziari? No. Avete mai sentito un solo politico del centrosinistra criticare la proliferazione degli intermediari finanziari, il credito al consumo, finalizzato e non, le rottamazioni delle auto o l’introduzione delle carte di credito revolving? Non credo; e, comunque, al più si è trattato di posizioni minoritarie assunte da deputati di poco rilievo. E si può asserire che il centrosinistra si è opposto alla validità e alla diffusione degli swap e dei contratti derivati in generale, che hanno mediamente aumentato il debito delle nostre imprese e degli enti pubblici? No, non si può assolutamente asserire.
Soprattutto, chi ha abrogato definitivamente l’equo canone? Il governo D’Alema, rammentiamolo. Il centrosinistra si è forse opposto ai crediti immobiliari pari al 100% del valore degli immobili e anzi al 120%, perché le perizie delle banche erano notoriamente truccate, finanziamenti che hanno creato la bolla immobiliare? Avete mai ascoltato un esponente del centrosinistra criticare le leggi e le prassi che hanno provocato la bolla immobiliare perché quest’ultima danneggia chi deve acquistare casa con i proventi del proprio lavoro? Il centrosinistra si è mai mobilitato per la elaborazione e il finanziamento di un piano per l’edilizia cooperativa e popolare? No, no e no.
Università, politica della casa e bolla immobiliare, derivati, carte revolving, indebitamento privato e intermediari finanziari in generale, diffusione delle società di scommesse autorizzate, perdita della stabilità del posto di lavoro, privatizzazioni, proliferazione dei centri commerciali e uccisione del commercio, conferimento di maggiori poteri normativi e amministrativi alle regioni che sono il luogo principale della corruzione; in tutti questi importanti settori (e in molti altri) non si può onestamente asserire che le colpe del centrosinistra siano state minori di quelle del centrodestra. Anzi, in molti dei settori indicati le responsabilità del centrosinistra sono state palesemente maggiori.
Insomma, soltanto la disonestà intellettuale o l’ottundimento cerebrale, di origine mediatica (per esempio, il quotidiano
Il problema principale non è “far fuori” Berlusconi. Il problema principale è “far fuori” il partito unico delle due coalizioni, che del berlusconismo e dell’antiberlusconismo si nutre da sedici anni, traendone sempre nuova linfa e forza. Chiunque si aggreghi all’una o all’altra delle due coalizioni del partito unico è pienamente responsabile del decadimento civile, politico e morale della nazione. Chiunque voti uno dei partiti delle due coalizioni, pur essendo consapevole del disastro realizzato nell’ultimo quindicennio da centrodestra e centrosinistra, dovrà essere considerato colpevole. Non c’è Vendola o Vendolismo che tenga. Chiunque voterà Sinistra Ecologia e Libertà e quindi il centrosinistra, nella consapevolezza che quest’ultimo è responsabile come e più del centrodestra del decadimento civile, politico e morale del paese (vi siete mai chiesti quale sarebbe stata l’entità del disastro se il centrosinistra avesse governato per sedici anni, anziché per sette?) sarà responsabile della fine della Repubblica a titolo di dolo e non di colpa: in un momento drammatico della storia della Repubblica, nel quale era necessario agire e votare per disintegrare il partito unico delle due coalizioni, avrà deliberatamente agito e votato per tenere in vita gruppi politici talmente debosciati che hanno spalancato all’Italia le porte dell’esito Jugoslavo della crisi della Repubblica.
Che fare? Alternativa, il Movimento per la decrescita felice, Per il bene comune, e altre associazioni hanno promosso la costituzione di un nuovo soggetto politico, alternativo al centrodestra e al centrosinistra. Se il processo andrà avanti, come mi auguro, credo che si dovrà votare per questo nuovo partito, senza curarsi delle contraddizioni, della vaghezza di uno o altro profilo del programma, e di prese di posizione sulle quali non si consente. Il tempo farà maturare una forza giovane, che, inizialmente, dovrà essere giudicata esclusivamente per le principali idee forza e per la sua alternatività al partito unico delle due coalizioni. Naturalmente, più Giulietto Chiesa, Maurizio Pallante e Fernando Rossi sapranno sacrificare, in vista del partito unitario, ciò che fino ad ora essi hanno costruito (o concorso a costruire), migliori saranno i risultati. Più considereranno le loro organizzazioni rivoli destinati a confluire in un fiume che tra qualche anno dovrà essere in piena e più agiranno in coerenza con l’ambizione del progetto. Noi cittadini, che per una o altra ragione continuiamo ad interessarci di politica, abbiamo il dovere, non soltanto di votare il nuovo partito, se sorgerà, bensì di interessarci, di partecipare alle assemblee cittadine che saranno organizzate, di entrare nel partito quando è ancora allo stato nascente e di svolgere dentro di esso la battaglia delle idee.
E’ l’ultima speranza. O meglio è la penultima. Se fallisse il tentativo di costituire il partito alternativo al partito unico delle due coalizioni, resta sempre la possibilità di un colpo di stato.
Se il popolo è incapace di reagire e continua a seguire e a votare gruppi politici che stanno minando le basi della Repubblica; se in un determinato periodo storico il popolo diventa o si rivela fanghiglia; se non mostra di avere le risorse per estrarre dal suo seno idee nuove e politici nuovi, i quali, sebbene minoritari, sappiano assumere una dimensione e un rilievo nazionali e quindi abbiano la possibilità di giocare le loro carte; quando tutto ciò si verifica, allora
"Chiunque voterà Sinistra Ecologia e Libertà (…) sarà responsabile a titolo di dolo e non di colpa."
Ben detto!
Piccola critica: se diamo per scontato che Berlusconi sta naufragando, l'affermazione "desta e sinistra pari sono" è politicamente innocua, nel senso che non fa danni, e può essere persino utile; ma non possiamo raccontarci che, storicamente, è così.
In realtà, il fronte antiberlusconiano, o centrosinistra dell'Ulivo (Berlusconi essendo erede del centrosinistra… del CAF), è molto peggio della fazione arcoriana.
Ragioniamo. Mettendo da parte la questione dell'occupazione NATO, e quindi dell'indipendenza nazionale, c'è qualcuno che possa negare che è il debito pubblico il più grave problema di questo paese? Ora, chi è responsabile di un così soffocante cappio attorno al nostro collo? Chiunque vi risponderà che i responsabili sono Craxi e Andreotti e quindi, per trasposizione, Berlusconi e Tremonti; ma la realtà è ben diversa. I responsabili sono Ciampi e Andreatta, quindi Prodi, Bersani e Vendola (http://www.disinformazione.it/ragioni_del_debito.htm). Noi viviamo da anni nel conflitto tra i due centro-sinistra (anzi, sionistra), ma non possiamo dire che le responsabilità sono eguali. Ci siamo già dimenticati della lite delle comari (http://www.disinformazione.it/ragioni_del_debito.htm)? All'epoca un antesignano di Berlusconi, Rino Formica, cercò di salvarci dal padrino di Prodi, appunto Andreatta, e fallì nell'impresa. Cos' preferibile, per il cittadino italiano, che al governo ci sia Andreatta oppure che ci sia la Goldman Sachs?
Se di "decadimento civile, politico e morale del paese" dobbiamo parlare non possiamo dimenticare che la gestione dei massmedia italioti è stata da decenni affidata alle teste di c..uoio della pianificazione commerciale. Sicuramente la pseudosinistra (ed in primis Diliberto, che solennemente giurava che avrebbe sistemato al questione del conflitto di interessi una volta al potere) ha fatto da sostegno a questo diabolico progetto di devastazione culturale. Resta comunque da distinguere tra correità e responsabilità primaria. Sottigliezze, è vero. Eppure credo che saper distinguere tra mandanti e manovali aiuti a capire come si generano certi mostri. La progressiva erosione di informazione è ormai da ascrivere al mondo delle tivù private che gioca un ruolo fondamentale in una società alienata e senza spazi di socializzazione come la nostra. Il Partito Unico è la forma politica del Pensiero Unico, ed il Pensiero Unico è solo una forma commerciale moderna. Anzi LA forma commerciale per eccellenza della Modernità (o Postmodernità, fate voi). Adottare il Pensiero Unico è controproducente per i più, a lungo termine. Bisognerebbe sottolinearlo più spesso.
Venerdì pv ci sarà lo sciopero di musei, bibioteche ed istituzioni culturali per contestare i pesantissimi tagli. Questo sciopero fa seguito alla protesta di qualche giorno fa delle maestranze del cinema sul red carpet di Roma.
Tutto condivisibile, a meno dell'ultima parte: un'alternativa c'è da un bel po', e si chiama MoVimento Cinque Stelle, che tra l'altro persegue gli obiettivi del MDF.
Per Il Bene Comune ha già dimostrato il suo appeal sull'elettorato: lo zerovirgola. E sa perché? Perché è una lista che principalmente esiste soltanto sulla carta, non è radicata sul territorio, è stata fatta in quattrequattrotto, e non ha un vero rapporto con la cittadinanza. E lo dico da elettore che ha contribuito al suo zerovirgola.
Caro Fabio,
il Movimento a cinque stelle è stato invitato a partecipare al processo costituente. Inizialmente avevo avuto notizia (ma non so confermarti se fosse corrisondente alla verità) che sarebbero andati a Torino per assistere. Poi hanno declinato l'invito.
Posso anche capire le ragioni. Il Movimento a cinque stelle, come dici tu, è già radicato sul territorio ha già svolto un lavoro organizzativo egregio e ha già duimostrato di avere una certa consistenza in competizioni elettorali.
Io condivido molto del programma del Movimento a cinque stelle. Ma non tutto. Le speranze riposte dal Movimento a cinque stelle nel depresso-guerrafondaio-retorico-imperialista e stupido presidente degli Stati Uniti, nella sua politica verde e in generale negli Stati Uniti sono addirittura ridicole. Per quanto riguarda il programma sulla scuola, piuttosto che consentire l'attuazione di quella parte del programma del Movimento a cinque stelle (sostituzione dei libri con computer e altre idiozie del genere- io sono contrario a far utilizzare un computer ai bambini che hanno meno di quattordici anni: che fretta c'è?) preferirei lo scoppio di guerre civili e mondiali con milioni di morti, se fossero indispensabili ad evitare l'attuazione di quella parte del programma.
Nonostante ciò, sono favorevolissimo all'alleanza con i Grillini (tra l'altro tutti quelli che conosco personalmente sono bravissime persone), perché credo che si debba guardare a ciò che ci unisce e non a ciò che ci divide (e poi non credo che le fesserie sulla scuola scritte nel programma del Movimento a cinque stelle verranno mai attuate; mentre sono certo che nei prossimi anni gli Sstati Uniti decadranno da sé stessi, anche se bisogna stare attenti ai colpi di coda che il gigante morente potrebbe sferzare).
Probabilmente è necessario che il processo costituente iniziato a Torino vada avanti e che il partito che spero si costituisca raggiunga una sufficiente massa critica (tra l'altro era stato invitato anche Movimento Zero che per il momento ha rifiutato l'invito). Se il nuovo partito si costituirà e raggiungerà una sufficiente massa critica, non vedo per quale ragione il Movimento a Cinque stelle dovrebbe rifiutare, una alleanza elettorale, almeno a legge elettorale vigente o se fosse comunque vigente una legge elettorale con sbarramento. Bisogna andare in Parlamento a Parlare al Popolo Italiano.
Ciao e grazie di avermi dato l'occasione di chiarire il mio pensiero.
Articolo condivisibile. Resterebbe da capire l'orientamento effettivo del movimento "Alternativa". Ci sono molti aspetti, come la centralità della "decrescita" che sono davvero molto deboli se non infondati e controproducenti.
In ogni caso, sempre sul tema del berlusconismo e dell'attuale situazione politica, giro un mio contributo visibile sul sito comunismoecomunita.org.
Questo il collegamento all'articolo: http://www.comunismoecomunita.org/?p=1862