Chiamata alle armi
Il disonorevole Silvio Berlusconi ha deciso di sviare l'attenzione dai suoi processi e dalle sue orge giocando a fare il Reagan italiano, e inaugurando una nuova crociata anti-sovietica con la proposta di modifica dall'art 41 Cost. I più non lo prendono sul serio, e i poteri forti e i loro rappresentanti (da Bersani a Fini) tuttalpiù rispondono che tale iniziativa "non serve a nulla". Serve, invece. Serve a consolidare l'egemonia del pensiero liberale nel nostro disgraziato paese. Per questo propongo di prendere di petto questa offensiva, e di affrontare questa battaglia con lo stesso cipiglio riservato alle questioni dell'acqua e del nucleare, tanto per stare all'attualità. Mi permetto perciò di ri-pubblicare uno stralcio di un premonitore articolo di Stefano D'Andrea, apparso su queste pagine qualche mese fa, e che sembra scritto ieri. (Claudio Martini)
Quale potrebbe essere, nel nostro ordinamento, il fondamento costituzionale di norme che vietano i centri commerciali o i grandi negozi? O vietano la pubblicità nelle trasmissioni televisive per bambini? O impongono ai titolari di negozi per bambini di vendere anche libri? L’art. 41 della Costituzione della Repubblica Italiana, il quale riconosce che l’iniziativa economica privata è libera (I comma) ma precisa che essa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” (2° comma). Inoltre, il 3° comma dell’art. 41 prevede che “La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. Ora io non vedo come si possa negare che un grande negozio di (soli) oggetti di consumo per bambini sia di per sé contrario alla dignità umana, dei singoli bambini, dei cittadini che vi capitano dentro e anche degli altri cittadini, i figli dei quali si trovano continuamente in contatto con i figli dei cittadini che frequentano quei (non)luoghi, i quali necessariamente ne sono conformati. Affidare i bambini al mercato è veramente da debosciati, da incoscienti, stolti, nichilisti, fanatici mercatisti, indifferenti, da “rifugiati” impegnati in una impossibile difesa individuale. “Il mercato” aggredisce continuamente i vostri figli, li seduce, li induce, li conforma psicologicamente, dalla creazione del desiderio dell’oggetto di consumo a tutto ciò che, anche attraverso il possesso dell’oggetto, ne consegue
Alle osservazioni che precedono si potrebbe obiettare che la vigenza dell’art. 41 della Costituzione non ha impedito né l’esistenza dei grandi negozi, né quella dei grandi centri commerciali né la possibilità di negozi per bambini che vendano tutto tranne i libri. A queste obiezioni è agevole rispondere che l’art. 41 Cost. è in stridente e palese contrasto con i principi dei Trattati europei e che già da un paio di decenni, pur non essendo stato abrogato, è stato collocato “tra parentesi” o è “quiescente” (come pressoché pacificamente riconosce la dottrina), a causa del fatto che, negandosi che l’art. 41 esprima un principio fondamentale della nostra Costituzione, su di esso prevalgono (io scriverei “prevarrebbero” ma purtroppo la realtà di fatto è che prevalgono) i Trattati europei.
Tutti coloro che invocano la difesa della Costituzione della Repubblica Italiana dovrebbero sapere che la nostra Costituzione economica è “quiescente” da almeno venti anni e che la difesa integrale della Costituzione Italiana implica che essa debba integralmente prevalere, compresa la Costituzione economica, sui Trattati europei e che quindi il grande mercato europeo debba essere distrutto con riconquista della sovranità e quindi della libertà di programmare la vita nostra e delle generazioni future. E sia chiaro che la tutela dell’infanzia, dalla quale ho preso spunto, è soltanto uno dei molteplici sommi beni tutelabili soltanto dando attuazione all’art. 41, 2° e 3° co. della Costituzione.
Se Tremonti vorrà dar seguito alla proposta di modificazione dell’art. 41 della Costituzione, saremo certamente in molti a combattere la battaglia per mantenere nella Carta fondamentale una norma “quiescente”. Tuttavia, al di là di questa battaglia “difensiva”, è necessario passare all’offensiva con un chiaro programma: la Costituzione, nella sua interezza, compresa la costituzione economica, deve prevalere sui Trattati europei e quindi l’Italia deve recedere dai Trattati, essendovi tra questi e la nostra costituzione economica un insanabile contrasto. Coloro che auspicano l’obiettivo (difesa della Costituzione) ma sono contrari al recesso dai Trattati europei mi facciano sapere, per cortesia, in quale altro modo l’obiettivo possa essere realizzato. Se non sono in grado, come io credo, nemmeno di ipotizzare una strategia alternativa, abbandonino la prospettiva del mercato unico europeo, pena l’incoerenza più assoluta, che è il difetto peggiore che un politico possa avere. Quando la Costituzione economica avrà riconquistato la giusta posizione di legge fondamentale del popolo italiano, è dato sperare che noi torneremo a programmare il nostro futuro, sottraendolo alle forze nichiliste del mercato. E allora saranno emanate norme giuridiche che assumeranno come destinatari e come soggetti tutelati i cittadini e non più i consumatori nichilisti. Se invece modificassero l’art. 41, 2° e 3° co., allora vorrà dire che sarà stata dichiarata una guerra ai socialisti e agli umanisti italiani, di tutte le specie e tradizioni. A quel punto, continuare a giocare alla democrazia sarebbe da imbecilli.
bellissimo articolo, con un'unico appunto alla frase finale :" A quel punto, continuare a giocare alla democrazia sarebbe da imbecilli.".
secondo me è già da parecchio tempo che giochiamo alla democrazia come imbecilli.
da quando cioè è venuta a mancare palesemente l'etica politica, il senso dell'onore degli eletti , il rispetto degli impegni presi.
il fatto che nessuno possa più dir niente sul "cambio di casacca" degli eletti, che nessuno possa, per cinque anni mandarli a casa quando disattendono le promesse fatte, quando si comportano in modo vergognoso e umiliante per chi li ha eletti, quando palesemente fanno gli affari ploro invece di adempiere il dovere che si erano impegnati ad assolvere, ha già annullato di fatto la democrazia, trasformandola in una oligarchia di "nominati " dai vari capipartito.
sei davvero convinto che le funzioni "democratiche" sarebbero, oggi, messe a repentaglio SOLO dall'abolizione dell'art.41 ?
perme sono già ampiamente state abolite da parecchio tempo, e non per effetto ditale articolo, ma per una tara strutturale di questo "sistema" non per niente applicato in gran parte del mondo.