I due mali: Berlusconi e l’opposizione politica e mediatica a Berlusconi. Aspettando i veri eroi e la vera alternativa.
di A.D.G. & F.C. La voce del corsaro
Il 17 giugno 2011 un’altra stoccata è stata tirata al tiranno Silvio Berlusconi. In piazza assieme ai metalmeccanici della FIOM c’erano Michele Santoro, Marco Travaglio e soci, i quali hanno esposto al pubblico in visibilio tutto il marciume della nostra società: precariato, disoccupazione galoppante, corruttela e favoritismi vari. Finalmente, anche noi in Italia, abbiamo eroi che ci snocciolano le verità dinanzi agli occhi, i “portatori sani” d’indignazione e rabbia contro questo stato di cose. La testa della “piovra” di questo sistema malato, Silvio Berlusconi, è ormai in dirittura d’arrivo verso la fine. Dopo la sconfitta alle elezioni amministrative e il “clamoroso” successo dei referendum, possiamo asserire che il vento sta cambiando! ( YES, WE CAN!)
Aspettate un attimo! Siamo sicuri che sia così? E’ questa la verità?
Uno dei paladini dei referendum, e non solo, Marco Travaglio, in un’intervista dichiarò: “sarò antiquato, sarò diventato comunista senz’accorgermene, ma non riesco proprio a capire perché mai delle aziende private dovrebbero lucrare su un bene pubblico come l’acqua”.[1] Da questa intervista si evincerebbe un Travaglio quasi “socialista”, ma vediamo veramente quali sono le sue idee in campo politico: “io sono favorevolissimo alle privatizzazioni… Berlusconi non ha mai privatizzato nemmeno un canile!”.[2] Come mai appena Berlusconi privatizza qualcosa(seguendo tra l’altro una direttiva europea), il dottor Travaglio gli va subito contro, negando e contraddicendo le sue stesse idee? Probabilmente perché il suo antiberlusconismo militante lo porta addirittura a disconoscere i suoi ideali “neoliberisti”. Un uomo davvero coerente!
Sullo stesso tema dei referendum è d’obbligo citare il primo protagonista, l’eroe in salsa molisana Tonino Di Pietro. Egli ha impiegato più di un anno a raccogliere firme per il referendum, tutto per il suo amore per il popolo italiano. Ma ritorniamo indietro di qualche anno, andiamo al 1996 quando fu ministro dei Lavori Pubblici per appena 6 mesi nel governo Prodi, il tempo necessario per introdurre i principi normativi per la tariffazione e la privatizzazione dell’acqua.[3] Forse ora le cose cominciano ad essere più chiare, si comincia a capire qual è il vero obiettivo dei nostri eroi: cercare di fare il possibile per abbattere il “totem” Berlusconi. Questo è l’obiettivo che Di Pietro condivide da anni con l’Ingegner Carlo De Benedetti. Risale al novembre 1995 un’intercettazione telefonica tra i due, quando i magistrati di Brescia indagavano Di Pietro per concussione e abuso d’ufficio. La conversazione riguarda:
Amici in comune: D.P.: “Noi, a questo punto, ho capito che abbiamo tanti amici comuni" . D.B.: "Eh, ne abbiamo tanti, sicuro". D.P.: "Tanti amici comuni, con cui lavoriamo insieme". D.B.: "Bene… e Prodi e' uno di questi… no?". D.P.: "Prodi e' uno di questi, si.”
Progetti condivisi: D.B.: "Si, ma il suo progetto va avanti?". D.P.: "Il nostro progetto… il nostro, eh si il progetto va avanti, stiamo lavorando, ma… preferisco parlargliene a voce". D.B.: "Con grande piacere!".
Anomalie politiche: D.B.: "Quello di Berlusconi e' una cosa del tutto anomala, però … in fondo, io trovo che tutte le invasioni di campo…". D.P.: "Mah… quello… che… partito azienda e' azienda potere, quindi…". D.B.: "Quindi e' una cosa diversa infatti". D.P.: "Ancora un po' più … più …". D.B.: "Al peggio, in quanto…".[4]
Allora, da questa intercettazione evinciamo che amici, progetti e nemici erano gli stessi, ma a legare realmente questi due personaggi è questo: Di Pietro è stato l’alfiere di “mani pulite” ed ha favorito quello che l’ex ministro Renato Altissimo denuncia in un’intervista: “De Benedetti ha fatto una montagna di miliardi comprando (a poco) dallo Stato e vendendo (a molto) per le sue tasche. Così ha fatto i soldi – quelli veri – in quegli anni. E così sogna di farne ancora e di più. Un giochetto che Bettino Craxi e chi stava all’epoca con lui al governo non gli avrebbe mai permesso e per questo chi più chi meno siamo stati massacrati. Adesso la storia si ripete. E probabilmente ora l’ostacolo da abbattere si chiama Silvio Berlusconi”.[5]
Ecco finalmente svelato il progetto del “capitalista buono” De Benedetti e dei suoi “compagni di merende” del centrosinistra. Ma com’è possibile che partiti come il PCI/PDS e alcuni membri “illustri”(vedi Amato) del PSI e della DC non siano stati toccati minimamente dalle inchieste? E come mai uomini come Berlusconi, estranei al “disegno” post-Tangentopoli, sono crollati dopo appena 7 mesi di governo? I primi erano i fautori del programma di privatizzazioni, il secondo, invece, era un po’ restio ad attuare in fretta questo programma, e per questo fu considerato una “anomalia” nel panorama politico italiano. Quest’ultimo, comunque, grazie a vicende giudiziarie non fu un grande problema, infatti, dopo appena 7 mesi fu sostituito dal “tecnico” Dini che riprese a far galoppare il “progetto”. Il coordinatore perenne di quegli anni del programma di svendita del comparto pubblico italiano fu Sir Mario Draghi, che coordinò eccellentemente la cessione di gruppi industriali italiani a investitori e fondi esteri. Come ricompensa del servigio, “Sir Drake” fu nominato vicepresidente della Goldman Sachs, banca d’affari americana, che aveva fatto incetta del patrimonio pubblico nostrano. “Mario Draghi è una persona seria che ha superato il suo conflitto d’interesse[6]”, ha il coraggio di affermare il buon Marco Travaglio, rabbonendo i suoi acritici fans.
I nostri “portatori sani” d’indignazione, si fanno spesso anche portavoce dei quotidiani e delle riviste straniere, che attaccano sistematicamente il premier per le sue scarse qualità di “riformatore”. Nel 2006 l’Economist: “Chi lo votò sperava che avrebbe usato la sua abilità di businessman per riformare l’economia. Ma il punto è che il governo di centro-destra non ha neanche avviato il processo. La nostra conclusione è che Berlusconi come riformatore ha fallito”.[7] Sempre l’Economist sulle elezioni di quell’anno: “Berlusconi è unfit (inadeguato). Noi appoggiamo Prodi perché è più vicino al modo di pensare dell’ Economist”.[8] Ma qual è il modo di pensare dell’Economist, che cosa vuole? Beh, è normale, liberalizzazioni del mercato e privatizzazioni a “grappolo”! Ecco invece cosa dice il tedesco Der Spiegel lo stesso anno: “L’amministrazione Berlusconi non ha mai mantenuto le promesse di taglio alle tasse, ulteriori privatizzazioni, e riforme strutturali necessarie per aumentare la competitività e privare le burocrazie del potere”.[9] Nel 2008 l’Economist ritorna su Berlusconi per la vicenda Alitalia: “Le stesse parole di Berlusconi sul futuro di Alitalia, la disastrata compagnia area di bandiera, fa capire come sia più appassionato a patriottici campioni nazionali, comunque inefficienti, che alla disciplina del libero mercato”.[10] Ma è il Wall Street Journal il più chiaro di tutti: “Berlusconi si è orientato ad essere più un sostenitore delle corporazioni avverso alla libera competizione di mercato, invece che un liberal che intende fare quello di cui l'Italia ha bisogno per rilanciare la sua barcollante economia”.[11]
Quindi Berlusconi per gli alfieri del “libero mercato” è un inguaribile indisciplinato, una scheggia impazzita e incontrollabile, un “riformatore” solo a parole che non apre i cordoni del mercato alla finanza internazionale, come afferma l’Economist nel giugno 2011: “Berlusconi è arrivato al potere con l'idea di essere un imprenditore di successo in grado di fare le riforme economiche, ma poi non le ha fatte e il Paese ha sprecato tempo prezioso”.[12] Ma quali sono queste tanto decantate riforme? Eccole: maggiore produttività(più ore di lavoro), diminuzione delle retribuzioni, taglio ai dipendenti pubblici, liberalizzazioni dei servizi in ambito europeo, contratti di lavoro più flessibili, innalzamento dell’età pensionabile tenendo conto dell’aspettativa di vita, taglio alla spesa pubblica e chi più ne ha più ne metta. A questo punto arriviamo alla domanda fatidica: con quale coraggio, i nostri paladini, propugnatori di queste “riforme”, si presentano nelle piazze dei lavoratori a far
Naturalmente, nessuno qui sta facendo propaganda a Silvio Berlusconi, cercando di paragonarlo ad un Chavez o ad un Allende. La sistematica lotta della finanza internazionale contro Berlusconi non avviene perché egli non sia un liberista, ma avviene perché è un liberista atipico, troppo legato al protezionismo dei suoi alleati politici, troppo distratto dalle sue vicende personali e private per potersi interessare anima e corpo alla liberalizzazione dell’economia. Per questo gli interlocutori ideali diventano i vari Romano Prodi e tutta la combriccola del centrosinistra, che ligia al dovere ha sempre operato in loro favore. L’invito è quello di tenere gli occhi aperti, non fidarsi di nessuno, soprattutto degli “eroi” che distraggono l’opinione pubblica dai veri problemi che attanagliano il nostro sistema, facendoci credere che le malefatte di uno o dell’altro politicante siano il vero problema. Le riforme strutturali che l’Italia ancora non attua sono una tenaglia che stringerà ancor di più la vita delle persone, in nome di una competitività che arricchirà sempre gli stessi uomini, e che poco a poco sta trasformando sempre di più l’uomo in un automa meccanizzato non pensante. Per questo, aspettando i “veri eroi” e la “vera alternativa” a questo sistema, lascio a voi la riflessione su cosa sia giusto e cosa invece no.
A.D.G & F.C.
note:
[1] http://ripuliamocolleferro.blogspot.com/2009/12/travaglio…
[2] http://www.youtube.com/watch?v=MtgTpivysL8
[3] http://www.linkiesta.it/acqua-privata-introdurla-fu-il-referendario-di-pietro
[4]http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/13/Pietro…
[5]http://www.ilgiornale.it/interni/de_benedetti_vi_spiego_c…
[6] http://www.youtube.com/watch?v=Nfkf5qPM2uE&feature=re…
[7]http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/Notizie/…
[8] vedi nota 7
[9] http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=…
[10] http://forum.sky.it/mamma-mia-ci-risiamo-articolo-tradott…
[11] http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=79990
[12] http://politica.excite.it/the-economist-contro-silvio-ber…
Sinceramente ne ho le palle piene di questi articoli.
Non ne posso più di sentirmi dire che Berlusconi non " apre i cordoni del mercato alla finanza internazionale", che non ha effettuato le pregevoli riforme quali diminuzione delle retribuzioni, tagli ai dipendenti pubblici, contratti di lavoro più flessibili, innalzamento dell'età pensionabile e amenità varie.
Mi sembra di essere in un capitolo di libro kafkiano. Prima si dice che Berlusconi è come Mattei, poi quando comincia a bombardare Gheddafi quelle voci zittiscono ma ne subentrano delle altre. Andatevi a guardare le ultime manovre di Tramonti. Dice Crosetto che esiste un'accordo con grandi banche e grandi capitali. Per non parlare di quanto sta facendo Brunetta.
Ma vi rendete conto, dico io? Mah…
Tonguessy,
mi sembra che l'articolo – come altri simili (non quelli che vedevano in berlusconi un nuovo Mattei, mai pubblicati su appelloalpopolo) – voglia aprire gli occhi a quelli che ancora votano per il centrosinistra. E spiegare ad essi che ha un senso votare per il centrosinistra perché Berlusconi ti sta antipatico o si fa le leggi ad personam. Mentre non ha alcun senso se sei contrario alle privatizzazioni. Idem se sei contrario alle riforme delle pensioni (fatte essenzialmente da Dini e Amato). Idem se sei a favore della stabilità del rapporto di lavoro subordinato (l'instabilità è stata introdotta dal centrosinistra e il peggioramento introdotto dal centrodestra non è stato nemmeno scalfito quando il centrosinistra è tornato al potere). Idem se sei contrario alla concorrenza nelle professioni protette (pubblicità; possibilità di andare al di sotto dei minimi tariffari e patto di quota lite sono stati introdotti dal centrosinistra).
Se hai a cuore queste materie e non ti fai fregare dall'antiberlusconismo di Bersani-Vendola-Veltroni-Bindi-Letta e Di Peitro scopri agevolmente che il centrosinistra ti è avversario almeno quanto il centrodestra. Forse non di più ma certamente non di meno. Fino a quando in italia non ci sarà un partito del 7-8% che se ne frega di misurare con il bilancino se è peggiore il centrodestra e Berlusconi o il centrosinistra e Vendola o Bersani o chiunque sia, questi articoli saranno, a mio avviso, attualissimi e importantissimi. Direi che essi affrontano il tema fondamentale per poter assumere la migliore collocazione politica.
Il centrosinistra non avrebbe il mio voto anche se fosse necessario a non far andare al governo, per l'ennesima volta, il berlusca. Idem il centrodestra, che non avrebbe il mio voto neppure se esso fosse necessario a non far andare al governo il centrosinistra con a capo Vendola o Bersani o Prodi.
Per quanto mi riguarda, nonostante non condivida una parte rilevante del programma del movimento a cinque stelle, se alle prossime elezioni non si candiderà un partito alternativo alle due coalizioni, che sia di mio gradimento per quanto minoritario, voto le cinque stelle. Smetto di non votare e voto le cinque stelle perché si collocano dall'altra parte rispetto alle due coalizioni, anche se nello schieramento di questa nuova parte, le cinque stelle sarebbero, per così dire, la destra, e io sarei la sinistra.
Davo per scontato l'analisi che fai nel primo capoverso. Siamo tutti d'accordo che esiste il Partito Unico e non esiste più la Sinistra.
Queste sono le considerazioni di default da cui partono le mie invettive. Ed i miei interventi su questo sito lo testimoniano.
Detto questo mi spiace molto (dico spiace per usare un pacato eufemismo) che in questo sito vengano contrabbandate informazioni come quelle che mi sono permesso di sottlineare. Questo governo HA GIA' predisposto il piano di lacrime e sangue che la Grecia sta affrontando in questi giorni. E questo NON significa che l'altra metà del Partito Unico farà diversamente. Ma dire che Berluconi e la cricca dei suoi sodali non apra verso il grosso capitale e non faccia quella serie di "riforme" che Brunetta e Tremonti perseguono da anni mi sembra veramente troppo.
Tonguessy, l'articolo trattava soltanto di un profilo. Le privatizzazioni. Un profilo di grande rilevanza. Non credo che si debba svolgere un'analisi approfondita per verificare che esse sono state quasi tutte poste in essere dal centrosinistra. Ciò è accaduto non per un merito del centrodestra bensì per un demerito del centrosinistra. A mio avviso, le ragioni di questo fatto che astrattamente potrebbe sembrare paradossale sono le segeunti: a) purtroppo, per la sinistra, il partito ex fascista ha abbandonato il dirigismo economico con lentezza; mentre il partito ex comunista si è disfatto del fardello del dirigismo; b) la coalizione di centrodestra fa chiaramente riferimento al ceto imprenditoriale e quindi non aveva motivo di accreditarsi ideologicamente. Quella di centrosinistra evava bisogno di accreditarsi. c) Il partito degli imprenditori (il centrodestra) sa che certi slogan e certe linee politiche sono mangime per i polli, perché in realtà l'obiettivo è di perseguire gli interessi del capitale. Il partito che, per accreditarsi, ha avuto bisogno di essere filo-imprenditoriale a quegli slogan ci ha creduto. Ha effettivamente poensato che la vecchia ideologia dovesse essere abbandonata per la nuova. Il controdestra era invece consapevole del carattere ideologico di certe proposizioni; d) infine nel centrodestra militano tanti piccoli artigiani, professionisti e imprenditori, i quali sono contrari (giustamente) alla concorrenza. Sicché anche il politico di centrodestra che crede alla ideologia concorrenziale deve tener conto di quegli interessi. Nel centrosinistra non ne tengono conto. Ed ecco la riforma delle libere professioni.
Ovvio che sotto altri profili è stato peggio il centrodestra e sotto altri ancora le due coalizioni sono state ugualmente pessime. ma ricordarlo mi sembra importante. Per non far pensare a qualche ingenuo che "partito unico" sia soltanto un modo di dire e che il centrosinistra sia stato complessivamente migliore del centrodestra, con il rischio di ricardere di nuovo nel ricatto della necessità di appoggiare il meno peggio.
Salve, un brevissmo commento anche un pò fuori dal contesto ma che dovrebbe essere di più larghe vedute. Il male è uno solo, l'eroe ci è vicino ma preferiamo dormire nel nostro sonno pralizzante. Non vogliamo alcun cambiamente anche quando gli errori di chi ci "dovrebbe" governare sono alla luce del sole. Siamo dei CLOWN!
Osservate e capirete: http://rt.com/news/interview-gaddafi-libya-usa/
Se l’articolo avesse trattato solo di privatizzazioni non mi sarei spinto a fare le osservazioni che ho fatto. Rileggere per credere.
Si parla di “sistematica lotta della finanza internazionale contro Berlusconi” che è un tema molto caro ai berluscones. I poteri forti contro il Cavaliere. Berlusconi come Mattei che ci vuole aff..rancare dalla schiavitù del cappio USA e per questo va a bombardare assieme alla NATO un paese non allineato con cui avevamo finalmente intavolato una serie di relazioni commerciali ed energetiche importanti. Non ne posso più di questa DISINFORMAZIONE.
La mia domanda è molto semplice: dov’è che io avrei mai scritto QUALSIASI cosa relativamente ai rapporti tra sinistra (se si può chiamare sinistra la compagine di Prodi, D’Alema, etc..) e privatizzazioni?
Perchè la mia critica (che mi si creda o no, a questo punto lo trovo irrilevante) non muove su quei contenuti, ma sulla pletora di disinformazioni (convinzioni cioè che la Storia ha abbondantemente smentito) che puntualmente vogliono discolpare il Cavaliere. Se deve essere giustizia, che giustizia sia e che non ci siano sconti per nessuno. Atteniamoci ai fatti e lasciamo ogni appiglio ideologico se vogliamo tentare una strada diversa da quella dei nostri amministratori.
Che poi ci sia uno scontro TRA POTERI FORTI E PRECOSTITUITI può essere, e di questo non possiamo che rallegrarci noi tutti, perchè le divisioni fanno sempre bene alla parte avversaria. Cioè noi. Invece c’è uno scatenarsi di tanti piccoli Ghedini che in qualche modo vogliono accusare la controparte di volere danneggiare il Cavaliere. ECCHISSENEFREGA?
Ti consiglo caldamente di osservare il link che ho incollato; i nostro mezzi di informazione l'hanno liquidato con poche righe, ma a mio avviso è una prova ben più forte e fondata che tutte quelle che oggi, dalla fazione opposta, ci riempiono la testa. Provare a sentire entrambe le campane ritengo sia un dovere per chiunque voglia esprimere un proprio giudizio. Evidentemente per i governanti di campana ce n'è una sola. La loro. E anzichè DIN DON, fa: BUM BUM!