Surrealismo o Futurismo?-2
Se per Benedetto Croce "per chi abbia il senso delle connessioni storiche, l'origine ideale del fascismo si ritrova nel futurismo", per Antonio Gramsci "I futuristi hanno svolto questo compito nella cultura borghese: hanno distrutto, distrutto, distrutto; hanno avuto la concezione nettamente rivoluzionaria, assolutamente marxista, quando i socialisti non si occupavano neppure lontanamente di simile questione". [1]
I futuristi dovettero decidere quale atteggiamento politico prendere davanti alla “concezione rivoluzionaria” di cui parlava Gramsci.
Ci ritroviamo ancora una volta davanti al problema sui concetti di “Rivoluzione permanente” che mise Trotsky in conflitto contro Stalin e dell'analoga “Seconda rivoluzione” che mise Strasser e Röhm contro Hitler.[2] Con gli esiti che tutti noi sappiamo.
Il problema di ogni rivoluzione è che avviene all'interno di società strutturate in un certo modo per generarne altre strutturate nello stesso modo, ma con finalità diverse: una volta esaurito l'afflato rivoluzionario la società si ritrova con la stessa struttura piramidale (vertici che decidono, apparato poliziesco che reprime, stampa che istruisce le masse e così via…). L'atto rivoluzionario è destinato a perdere di senso e di impulso appena la vecchia struttura è stata rimpiazzata dalla nuova nomenclatura, ed ogni tentativo di mantenere vivo lo spirito rivoluzionario deve fare i conti con la nuova struttura di potere che, come ogni struttura di potere da che mondo è mondo, non ha alcuna intenzione di essere messa in discussione.
Scrive Giuseppe Prezzolini in un suo articolo (Fascismo e futurismo, del 3 luglio del '23): "Evidentemente nel Fascismo c'è stato del Futurismo .. Il culto della velocità, l'amore per le soluzioni violente, il disprezzo per le masse e nello stesso tempo l'appello fascinatore alle medesime, la tendenza al dominio ipnotico delle folle, l'esaltazione di un sentimento nazionale esclusivista, l'antipatia per la burocrazia, sono tutte tendenze sentimentali passate senza tara nel fascismo dal futurismo". Conclude però affermando che la rivoluzione "stona in un periodo di governo…se il fascismo vuol segnare una traccia in Italia deve espellere ormai tutto ciò che vi rimane di futurista, ossia di indisciplinato e anticlassico.”
Rieccoci quindi al conflitto tra Rivoluzione Attiva e Strutture di Potere. Quando Mussolini nel '22 riceve l'incarico di formare il governo e comincia a trasformare la rivoluzione in "regime", i futuristi sentono subito di essere stati traditi. Ma non per questo rinunciarono a sostenere il regime fascismo né furono da quest'ultimo minacciati o uccisi come avverrà oltralpe qualche anno dopo a Strasser e Röhm.
Marinetti e soci, pur dissentendo con Mussolini su alcune questioni centrali come il patto con la Germania di Hitler e le leggi razziali, non smetteranno mai di appoggiarlo.
Nel '19 Marinetti promuove la costituzione dei Fasci politici futuristi che nasceranno in diverse città italiane e dopo la caduta del regime fascista aderisce alla Repubblica di Salò.
Per celebrare il secondo anniversario della dichiarazione di guerra (“Noi vogliamo glorificare la guerra— sola igiene del mondo” sta scritto a chiare lettere nel manifesto futurista), Marinetti dà alle stampe il suo aeropoema “Canto eroi e macchine della guerra mussoliniana”. Il che da solo è un bell'ossimoro: distruzione delle regole di punteggiatura e sintassi come tentativo di vincere quelle regole che ingessano le persone all'interno di strutture preordinate e contemporanea esaltazione dei diktat guerrafondai che azzerano ogni volontà popolare difendendo le rigide strutture di sistema.
Il contrasto è accecante quando viene messo a confronto il pensiero guerrafondaio futurista con il pensiero di chi la guerra l'ha organizzata.
Hermann Goering: “Certo che la gente non vuole la guerra! Perchè dovrebbe un poveraccio volere rischiare la propria vita quando se gli va bene se ne ritorna a casa tutto d'un pezzo? Naturalmente la gente comune non vuole la guerra. Nè in Inghilterra, nè in Russia nè in America, nè in Germania, per quello che conta. Si capisce benissimo. Ma, dopo tutto, sono sempre i leader della nazione a determinarne la politica ed è sempre una semplice questione di irretire le persone, sia che si tratti di una democrazia, di una dittatura fascista , di un parlamento o di una dittatura comunista."
Convinti o meno assertori della propaganda bellica di Goering che fossero, molti futuristi partono volontari per la guerra. Marinetti stesso farà domanda e nel '42, a 66 anni di età, parte per il fronte russo per combattere attivamente quel “cancro burocratico che ha sempre corroso l'umanità” (da Al di là del comunismo, 1920)
Se per Croce futurismo e fascismo sono un binomio inscindibile, Wiki ci informa che molti esponenti del surrealismo sposarono la causa del comunismo e dell'anarchismo, per contribuire attivamente al cambiamento politico e sociale che avrebbe poi portato ad una partecipazione più generale alla surrealtà. [3]
Scriveva Brèton: “Surrealisti, noi non abbiamo smesso di dedicare alla trinità Stato-lavoro-religione un'esecrazione tale che ci ha spesso portati a conoscere i compagni della Federazione Anarchica.”
“Le costrizioni sociali hanno fatto il loro tempo… Non c’è libertà per i nemici della libertà. Non saremo complici dei carcerieri” dichiararono i surrealisti, che in un altro volantino affermano:
“Dovunque regni la civiltà occidentale, tutti i vincoli umani sono venuti meno, tranne quelli che hanno una ragion d’essere nell’interesse, nel duro pagamento in contanti. Da più di un secolo, la dignità umana è ridotta al rango di un valore di scambio. E’ già ingiusto che chi non possiede sia asservito da chi possiede, ma quando questa oppressione supera il quadro di un semplice salario da pagare e assume come esempio la forma di schiavitù che l’alta finanza internazionale fa pesare sui popoli, è un’iniquità che nessun massacro riuscirà a espiare. Non accettiamo le leggi dell’economia e dello scambio, non accettiamo la schiavitù del lavoro e, su un piano ancora più ampio, ci dichiariamo in istato di insurrezione contro la storia.” [4]
Non sembra davvero scritto nel 1925, ed è un'accusa pesantissima contro quel modello culturale che quasi mezzo secolo dopo partorirà l'infamia di tutte le infamie: il neoliberismo.
Lì dove i futuristi si armavano per difendere il baluardo occidentale dalle barbarie, i surrealisti denunciavano gli orrori dell'alta finanza e auspicavano “una società senza classi, senza stato, in cui possano realizzarsi tutti i valori e tutte le aspirazioni dell’uomo”.
Se un tronfia e magniloquente retorica ha segnato il percorso culturale del futurismo, una ricerca del significato più profondo della libertà (“libertà è la sola parola che ancora mi esalta”-Breton) e della sovversione intesa come antidoto alle convenzioni su cui si basa lo status quo è invece la strada percorsa dai surrealisti.
Scriveva Benjamin Péret: “Il poeta attuale non ha altra scelta che essere rivoluzionario o non essere poeta” e “Il poeta… non può più essere riconosciuto come tale se non si oppone con un non-conformismo totale al mondo in cui vive.”
Nessuno sconto o apprezzamento verso alcun regime, quindi. L'URSS viene così apostrofata nel '34 “quel regime sta volgendo alla negazione medesima di ciò che dovrebbe essere e di ciò che è stato”.
I futuristi, in pieno afflato modernista, amplificavano la potenza della Ragione che aveva creato macchine sempre più complesse da idolatrare. I surrealisti, al contrario, dichiaravano che lo Spirito deve sempre prevalere sulla Ragione. René Crevel si erge contro la dittatura della “ragione” che giustifica la logica del dominio, l’imperio dell’autoritarismo, la pigrizia insita nella delega dei poteri.
“I potenti sanno che per regnare bisogna dividere. D’altronde, non è forse per possedersi che l’uomo si divide in corpo e spirito, quindi divide il proprio spirito in categorie, ciascuna delle quali assume di volta in volta nei confronti delle altre un potere dittatoriale, quando invece l’una senza l’altra, non ha in effetti alcun potere. La ragione ha tradito lo spirito e lo ha tradito fino al giorno in cui esso, per non sacrificare la propria totalità a una delle sue parti, si è dichiarato a sua volta contro la ragione.”
Ecco l'individuo (in-dividuus, non separabile, indivisibile) diventare carne da cannone nel nome di qualche finto patriottismo e vero imperialismo, ecco l'obbedienza ad ordini che cancellano preventivamente qualsiasi appello alla Coscienza, ecco l'adottare stili di vita che rinnegano la propria umanità nel nome di una qualche convenienza (sociale o personale).
Ecco quindi la Storia che lentamente si dipana davanti ai nostri occhi ed il perenne “stato di insurrezione contro la storia” dei surrealisti.
“Per lo spirito non è una maledizione non trovarsi in accordo con il mondo esterno, bensì una benedizione (e bisognerebbe quasi parlare di grazia).. Ogni poesia, ogni vita intellettuale, morale, è una rivoluzione, perché per l’essere si tratta sempre di spezzare le catene che lo inchiodano allo scoglio della convenzione.”
R. Crevel
[1]http://www.storiaxxisecolo.it/fascismo/fascismo19a.htm
[2]https://www.appelloalpopolo.it/?p=7425
[3]http://it.wikipedia.org/wiki/Surrealismo
Surrealismo o Futurismo (prima parte)
"il disprezzo per le masse " scrive prezzolini. Forse voleva scrivere per le elites, magari vedasi la legge del 36 chi possa aver danneggiato. Oppure disprezzo per i mafiosi che gli americani su richiesta di Lucky Luciano fecero liberare dal carcere. Disprezzava talmente tanto le masse da aver istituito una pensione per la stessa, compresi i reduci della prima guerra che i governi tanto buoni avevano relegato a reietti. Certo, faceva tutto con la violenza per questo istituì l'IRI per dare lavoro a quelle masse e conseguire utili allo stato da reinvestire?
Mussolini quello che riprese Agnelli per come trattava gli operai?
"Comunichi al Senatore Agnelli che nei nuovi stabilimenti Fiat devono esserci comodi e decorosi refettori per gli operai. Gli dica che il lavoratore che mangia in fretta e furia vicino alla macchina non è di questo tempo fascista. Aggiunga che l'uomo non è una macchina adibita ad un'altra macchina." Firmato, Benito Mussolini.
Il testo di questo telegramma, datato 16 luglio 1937 ed indirizzato al Prefetto di Torino, è tratto dagli archivi di Duilio Susmel
tratto da
http://articolotrentasei.blogspot.it/2010/06/comunichi-al-senatore-agnelli.html
Surrealismo è ancora mentire spudoratamente su quel periodo.
Non capisco l'acredine su fatti che nulla hanno a che vedere con gli argomenti trattati . Non ho argomentato su quanto a Benito stesse bene che gli operai FIAT mangiassero sulla catena di montaggio, ho solo riportato uno scritto di Prezzolini.
Volendo potresti anche dire che i farmacisti spesso guadagnano bene. Ma non capirei ugualmente cosa abbia a che fare questa affermazione con le differenze culturali e politiche tra surrealisti e futuristi.
A meno che il tuo non fosse un aeropoema surreale…..