Categoria: Mediterraneo

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Tornare al Mediterraneo

di CATERINA RESTA (filosofo, Università di Messina) Nietzsche, da pensatore postumo e inattuale quale amava definirsi, era consapevole di parlare non per i suoi contemporanei, ma per i posteri, per coloro che avrebbero vissuto almeno due secoli dopo di lui. Per noi, dunque, da poco entrati nel XXI secolo. Nessuno con maggiore chiarezza ha saputo descrivere il nostro presente, l’ineludibile decisione che ci attende. Siamo ancora, possiamo essere ancora mediterranei, o questo mare su cui...

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Il pensiero meridiano

di FRANCO CASSANO (sociologo; Università di Bari) Il pensiero meridiano è la critica del tipo di sguardo dominante nella cultura contemporanea, uno sguardo attraverso il quale il nord-ovest del mondo definisce la realtà, definisce il tempo, definisce le caratteristiche del futuro, definisce l’altro. Il punto di vista del pensiero meridiano è il punto di vista del sud. Esso si propone di guardare la storia dal punto di vista di quella parte del mondo, la quale...

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L'Italia pronta alla guerra in Libia

di FARID ADLY (giornalista, Radio Popolare) Si torna a parlare di intervento occidentale in Libia. Questa volta non soltanto dal cielo. Lo hanno paventato fonti britanniche e francesi a metà gennaio e lo ha ripetuto in modo insistente da Washington, la scorsa settimana, un alto funzionario del Pentagono, il generale Joseph Dunford. Dunford ha confermato che l’orientamento dei vertici militari statunitensi era per «una decisiva azione militare» contro Daesh a Sirte, città a metà strada tra...

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Da Mattei a Ustica: l'eterna rivalità fra gli stati europei

Alcuni passaggi da Intrigo internazionale (ed. Chiarelettere, 2010), libro nel quale il giornalista Giovanni Fasanella intervista l’ex magistrato Rosario Priore, titolare delle inchieste sull’attentato a Giovanni Paolo II e sulla strage di Ustica. Le domande (in corsivo) sono di Fasanella e le risposte (in tondo) di Priore, oggi finalmente libero di dire quello che poté scoprire durante le sue lunghe indagini. Nel corso del XX secolo ci sono stati diversi tentativi italiani di conquistare una posizione...

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L’alienazione culturale e geopolitica di un popolo

di LUCIANO DEL VECCHIO (ARS Emilia-Romgna) Dopo la morte della Patria consumatasi l’8 settembre del ’43 il popolo italiano è entrato in una sorta di patologia, un disturbo che gli impedisce di percepire la propria continuità storico-culturale e la propria concretezza geo-politica, come se vivesse dentro una perenne irrealtà dove la sua identità e la sua  indipendenza sono costantemente minacciate. Nonostante che lo sviluppo economico e le conquiste sociali, che dal dopoguerra lo accompagnarono fino...

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Una missione per l'Italia

di LUCIANO DEL VECCHIO (ARS Emilia-Romagna)   Giuseppe Mazzini associava la volontà di indipendenza e di unificazione della nazione italiana a un’alta missione storica: affermare il principio di nazionalità ponendosi alla guida dei moti rivoluzionari dei popoli europei ancora oppressi: una missione suggerita dal primato italiano proveniente da quello della Roma dei Cesari che aveva unificato politicamente il mondo antico, poi dalla Roma dei Papi che aveva unificato l’Europa in senso religioso, per concludersi nel...

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Francesco Perfetti: Mediterraneo e Medio Oriente nella politica estera italiana

Estratti da un articolo pubblicato nel 2011 sul n. 2 della rivista “La comunità internazionale”. L’autore, allievo di Renzo De Felice, è docente di storia contemporanea alla LUISS Guido Carli di Roma. L’uscita di scena di De Gasperi, e quindi la fine della stagione del centrismo classico e l’ingresso in un periodo di “centrismo instabile” proiettato verso la ricerca di nuovi equilibri, non mancò di riverberarsi sul dibattito riguardante il futuro e le scelte di...

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Moriremo tutti di EXPO

      Moriremo tutti di EXPO   Rullo di tamburi e squilli di tromba, il Grande Evento si sta avvicinando e son certo che voi cari lettori ve ne sarete accorti, di come non si parli d’altro che della Grande Occasione per rilanciare il paese. Il bombardamento mediatico è partito già da qualche mese, sulla stessa riga di una certa pubblicità all’Europa, nelle nostre tv, passano immagini commentate dalla stessa vocina che ci ricorda...

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Abd Ar-Razzaq Yahya (Charles-André Gilis): Le illusioni dell'integralismo

Le riflessioni di un sufi contemporaneo sull’islam “politico” (dal libro L’integrità islamica. Né integralismo né integrazione, trad. it. Casa della Pace di Pavia, 2007) [gm] Partendo dall’idea che la comunità islamica non possa essere governata che da musulmani, l’integralismo cerca di conquistare il potere con mezzi politici. I partigiani di questa ideologia sperano così di promuovere l’islam, da una parte garantendo la pratica della religione nei paesi che essi controllano, dall’altra gettando per il mondo...

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Los Hombres de negocios. Tra finanza pubblica e accumulo capitalistico.

A partire dal XVI secolo in Spagna cominciavano, lentamente, gli arrivi dell’argento americano, i quali si andavano infittendo intorno alla metà del ‘500, in corrispondenza della scoperta del giacimento di Potosì e dell’invenzione metallurgica del processo estrattivo dell’argento tramite un amalgama con il mercurio; arrivando negli anni ’20 del XVII secolo a circa 13,6 milioni di once secondo la stima di Earl J. Hamilton. L’enorme massa di ricchezze americane, passando per Siviglia, si riversava sull’intero...

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Luciano Canfora: Pericle e lo stato sociale ateniese

Il brano che segue è tratto dalla recensione (uscita sul “Corriere della Sera” il 12 gennaio scorso) al libro di Massimiliano Papini Fidia. L’uomo che scolpì gli dei (ed. Laterza) Che lo «Stato sociale» sia un peso lo pensano soprattutto coloro che non hanno problemi economici. Essi predicano, con calore e convinzione, la virtù. Va da sé che lo Stato sociale è costoso. E infatti coloro che se la passano bene temono sempre che, in...

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Il sacco antropologico e culturale dell’americanismo

Il sacco antropologico e culturale dell’americanismo di Luciano Del Vecchio Nei primi decenni del Novecento l’ingegnere americano Taylor promuove la razionalizzazione scientifica dell’organizzazione del lavoro che, negli anni Trenta, il produttore di automobili Henry Ford, con la sua politica economica e industriale, perfeziona e radicalizza, favorendo lo sviluppo industriale e capitalistico statunitense. Dalla fabbrica lo sviluppo taylorista investe l’intera società americana e diventa un modo di fare e pensare la vita: l’americanismo. Già Gramsci (1891...